I Porti Grigi - illustrazione di Sara Elia

Entra anche tu nella Società Tolkieniana Italiana

di Giuseppe Sommaiuolo

Illustrazione di Sara Elia (https://www.instagram.com/sara_elia_painter/)
Titolo: I Porti Grigi


Quando moltissimi anni fa, nel 1937, un libro chiamato Lo Hobbit apparve per la prima volta sugli scaffali delle librerie, John Ronald Reuel Tolkien non era che un anonimo professore universitario come tanti. Un uomo semplice e tranquillo, che nel tempo libero amava inventare storie fantastiche da raccontare ai suoi figli e creare lingue immaginarie. Un hobby particolare, insomma, ma pur sempre un hobby.

Ad ogni modo, una cosa è certa: il beneamato non avrebbe mai, neanche lontanamente, immaginato che quell’appunto scarabocchiato distrattamente sul retro di un foglio “volante” avrebbe scatenato un effetto farfalla perpetratosi nei decenni per quasi un secolo, influenzando la cultura popolare in una maniera inimmaginabile.

In a hole in the ground there lived a hobbt. Una frase apparentemente senza senso, buttata lì senza pensare, come un poeta con il primo verso di un sonetto, o una casalinga con il detersivo per i piatti sulla lista della spesa. Tra il ’54 e il ’55 Allen & Unwin pubblicò, a conclusione di un iter tortuoso e travagliato, quello che doveva essere la continuazione della storia di Bilbo: Il Signore degli Anelli.

Nonostante il successo riscosso dal libro precedente, nessuno avrebbe mai potuto pensare che intere generazioni sarebbero rimaste incantate da quella storia così ricca e innovativa, profonda e romantica, piena di valori che già ai tempi di Tolkien, purtroppo, andavano via via scomparendo. Il professore incominciava a farsi un nome, a diventare popolare tra i giovani, e non solo. La lirica tolkieniana non aveva precedenti.

A partire dalla fine degli anni settanta, vi furono i primi tentativi di trasporre l’opera su schermo, che vuoi per la consistenza della storia, vuoi per gli ancora limitati mezzi tecnologici, passarono pressoché inosservati, destinati a precipitare nell’oblio. I fan avrebbero dovuto attendere fino al 2001, moltissimi anni più tardi, che un appena quarantenne Peter Jackson riesumasse l’idea ed esaudisse i loro sogni.

La rappresentazione cinematografica de Il Signore degli Anelli prodotta dal regista neozelandese ebbe un impatto impressionante sulla diffusione dell’opera, che già godeva di fama internazionale grazie ad un’edizione “pirata” che aveva spopolato negli Stati Uniti in quegli anni, portando i libri di Tolkien anche nelle case di quegli appassionati più giovani che non avevano avuto modo di scoprirli prima. Un’ottima pubblicità.

Successivamente, con l’avvento di internet, che andava via via diffondendosi anche nelle case mediante connessione privata, e non solo più negli internet point, molti dei circoli e delle associazioni a tema tolkieniano trovarono finalmente il modo di comunicare tra di loro in maniera più semplice e immediata, attingendo reciprocamente le une dalle altre e ampliandosi esponenzialmente.

Tra queste associazioni, presenti in America, Europa, Regno Unito e addirittura in Asia, ve ne era anche una made in Italy: La Società Tolkieniana Italiana.

Fondata nel Febbraio del lontano 1994, in seguito ad una serie di conferenze a tema tenute in Italia dall’archivista Patricia Reynolds, allora stimatissimo membro della Società tolkieniana britannica (The Tolkien Society), riscosse un gran successo fin dai primissimi anni, arrivando a contare quasi un migliaio di iscritti verso la metà degli anni 2000. Numeri importanti, che la annoverarono tra le più rilevanti associazioni a tema Tolkien nel mondo, nonché la prima tra quelle italiane.

La Società Tolkieniana Italiana vanta collaborazioni con altre associazioni estere, nonché con la casa editrice Bompiani con la quale ha lavorato nel 2004 per la revisione della traduzione italiana de Il Signore degli Anelli. Inoltre, fino al 2013, si è occupata della pubblicazione semestrale della rivista Minas Tirith, a cura dei soci più esperti, che proponeva saggi e approfondimenti inerenti alla Terra di Mezzo. La rivista, peraltro, è ripartita lo scorso anno, dopo un lungo periodo di pausa. Inoltre, la società si occupa della pubblicazione annuale di un calendario illustrato da vari artisti italiani, con tavole dedicate al mondo di Arda.

Al momento, sono aperte le iscrizioni per l’anno 2023. Nel sito ufficiale dell’associazione, troverete tutte le informazioni inerenti alle modalità di iscrizione, pagamento e tutti i vantaggi di cui possono usufruire i soci STI.

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Giuseppe Sommaiuolo. Nato e cresciuto a Napoli, tra partite di calcetto nel rione e notti brave in sala giochi, manifesta ben presto un senso di insofferenza che riesce ad appagare solo mediante lo studio della letteratura. Si avvicina alle opere di Tolkien grazie alla trilogia cinematografica di Peter Jackson, trascorrendo così gli anni delle scuole superiori e dell'università ad approfondire le opere principali del beneamato professore. Grandissimo appassionato di musica rock ed heavy metal, nonché di quasi ogni forma d'arte esistente, risiede attualmente in Spagna, determinato a trovare il suo posto nel mondo a suon di tapas.