La caduta di Númenor – Introduzione

di Giuseppe Sommaiuolo


Quanti di voi, approcciando per la prima volta Il Signore degli Anelli, magari in età adolescenziale, non ci hanno capito nulla? Non temete. Che si faccia riferimento alla trilogia cinematografica, che non mi stancherò mai di citare nei miei articoli, o all’opera scritta, cambia ben poco: è difficile.

Quando nel lontano 1955[1] il romanzo vide la luce per la prima volta, fu molto arduo per i lettori riuscire a orientarsi in quel mondo così articolato e complesso. Era un mondo nuovo, ma allo stesso tempo antico, i cui eventi si dipanavano per ere, e la cui creazione aveva richiesto decenni e decenni di lavoro.

Sarebbe stata una pretesa assurda cercare di comprendere solo l’ultima parte della storia di questo mondo senza conoscerne il contesto e i presupporti che hanno portato al verificarsi di certi eventi. Sarebbe come cercare di capire la vicenda della “scoperta” e della conquista dell’America partendo dall’11 settembre 2001.

Tolkien era perfettamente consapevole della complessità della sua opera, e del fatto che gli eventi che portarono allo scoppio della Guerra dell’Anello non potevano essere riassunti in una prefazione di qualche decina di pagine. Chi era Sauron? Come può il destino del mondo dipendere da un semplice anello? Perché Aragorn è il legittimo erede al trono di Gondor?

Noi lettori “moderni” possiamo fare affidamento sul Silmarillion, un’opera di lore pura che racconta la storia di Arda a partire dalle sue origini. A differenza degli appassionati della vecchia guardia, abbiamo avuto la possibilità di accedere ad informazioni importanti con un’immediatezza e una semplicità che oserei definire ingiuste.

Nel 1970[2], la sola cosa a cui gli appassionati potevano aggrapparsi erano le appendici alla fine del libro. Nozioni etnografiche e linguistiche, stralci di vita nella Contea, alberi genealogici, una lista dei vari Re numenoreani e poco più. Insomma, nulla a che vedere con la spaventosa mole di scritti su cui possiamo fare affidamento oggi, grazie al lavoro di Cristopher Tolkien.

Oggi, ad esempio, parole come Númenor o Dúnedain non ci spaventano più, poiché nel Silmarillion esiste un’intera sezione dedicata alla materia in questione: l’Akallabêth. Pur costituendo una piccolissima parte dell’opera, infatti, fornisce informazioni cruciali alla comprensione degli eventi della Terza Era, ovvero l’epoca in cui la maggior parte degli eventi che conosciamo ha luogo.

La vicenda della caduta di Númenor merita tanta attenzione quanta ne merita qualsiasi altra storia inerente alla Terra di Mezzo. Per oltre tremila anni, infatti, quella piccola isoletta situata al centro di ha rappresentato il punto di congiunzione tra le origini del mondo e la seconda ascesa di Sauron. È tutto collegato. Non puoi capire Aristotele se prima non hai studiato Platone.

Cos’è Númenor? Chi sono i numenoreani? Perché il mondo è cambiato alla fine della Seconda Era? Sono tutti quesiti apparentemente scollegati dal filone narrativo principale, ma che, se lasciati senza una risposta ben precisa, rischiano di compromettere un’esperienza letteraria altrimenti senza eguali.

Per questo, quando nel 2022 Brian Sibley raccolse il testimone di Christopher Tolkien, scomparso un paio d’anni prima, pubblicando un libro inedito[3] sull’argomento, fui incredibilmente entusiasta.

Gli scritti contenuti in The Downfall of Númenor[4] sono perlopiù tratti da specifici volumi facenti parte della collezione della History[5] e non solo, come ad esempio Unfinished Tales, The Peoples of Middle-Earth o The Nature of Middle-Earth. Il libro in questione non presenta in effetti nulla di nuovo, e l’intenzione di Brian Sibley non era certo quella di soppiantare i lavori da cui esso trae ispirazione. Tuttavia, trovandomelo tra le mani e sfogliandolo, non ho potuto fare a meno di notare che in effetti nella mia collezione mancava un lavoro interamente dedicato alla Seconda Era.

La possibilità di avere a portata di mano quella specifica parte della storia, anche se purtroppo (al momento) solo in inglese, senza dover andare ad estrapolare uno stralcio di questa vicenda da una parte e uno stralcio di quell’altra vicenda chissà dove, è un vantaggio non indifferente. Tutto ciò che c’è da sapere sui re numenoreani, l’ascesa e il declino, flora e fauna, usi e costumi, è lì.

Nonostante il volume di per sè non apporti dunque alcun contributo da questo punto di vista, specialmente se si è già in possesso della collezione completa della History, del Silmarillion o di qualsiasi versione del Signore degli Anelli con le appendici complete, vale comunque la pena averlo sullo scaffale.

La struttura è molto semplice e ordinata: dopo una breve introduzione, si passa alla descrizione della fondazione dei Porti Grigi e del regno del Lindon, per poi passare ad un’accurata spiegazione della geografia e della natura dell’isola di Númenor, nonché di usi e costumi dei suoi abitanti. Segue dunque una dettagliatissima cronologia dove vengono narrate le vicende di re e personaggi di spicco, tra cui la storia i viaggi di Aldarion (600 Seconda Era circa).

Successivamente, l’attenzione si sposterà sulla figura di Sauron, che per i secoli a venire avrebbe tramato per conquistare l’egemonia sulla Terra di Mezzo. Presentatosi ai Popoli Liberi come Annatar, il portatore di doni, istruisce i Noldor nelle arti magiche affinché essi realizzino gli Anelli del Potere, forgiando a sua volta, in gran segreto, l’Unico tra le fiamme del Monte Fato (1600 Seconda Era circa).

Gli elfi scoprono i piani di Sauron e muovono guerra contro di lui, chiedendo aiuto ai Dúnedain nel tentativo di estirpare definitivamente la minaccia dalla Terra di Mezzo. I numenoreani iniziano a conquistare l’est, e con la morte di Tar-Atanamir l’ombra precipita sull’isola: il popolo si divide. La benedizione dei Valar sfuma gradualmente, e il popolo benedetto incomincia a temere la morte.

Verso l’anno 3262 Sauron viene fatto prigioniero da Ar-Pharazôn il dorato, il quale viene circuito da quest’ultimo e spinto a muovere guerra ai Valar. I fedeli lasciano l’isola in gran segreto, guidati da Elendil, mentre il re usurpatore fa rotta verso il Reame Beato per rivendicare l’immortalità del suo popolo. L’arroganza dei numenoreani viene punita, e un cataclisma si abbatte sull’isola, che viene inghiottita dal mare.

Elendil fonda Gondor e l’Arnor insieme ai suoi figli Isildur e Anárion, alleandosi con Gil-Galad per l’ultima campagna militare della Seconda Era, marciando in direzione Mordor. Sauron viene infine sconfitto da Isildur: inizia la Terza Era.

Sibley aggiunge inoltre un paio di appendici: a brief chronichle of the Third Age of Middle-Earth e The Númenóreans chapters (tratta da The Lost Road and other writings[6]).

Chiaramente, la breve descrizione degli avvenimenti di cui sopra non vuole essere un riassunto dell’opera, bensì una sorta di indice cronologico della Seconda Era. L’intenzione, è infatti quella di mettere al corrente il lettore in merito al contenuto di The Fall of Númenor, ed eventualmente, le fonti da cui esso attinge.

Torneremo in seguito sugli eventi più importanti della Seconda Era, attraverso degli approfondimenti monotematici.


[1] Per essere più specifici, i tre volumi de Il Signore degli Anelli (ognuno di essi comprensivo a sua volta di due libri) furono pubblicati a cavallo tra il 1954 e il 1955. La grande quantità di carta che sarebbe stata necessaria per pubblicare l’opera in un unico volume di oltre mille pagine, come avrebbe voluto Tolkien, fu un impedimento non indifferente allora. La crisi economica post-bellica colpì infatti anche il settore dell’editoria, che dovette gestire come meglio poteva lo scarseggiare di risorse fondamentali per la stampa, come appunto, la carta. Per questo motivo, l’opera dovette essere divisa in tre parti, di cui solo i primi due volumi uscirono nel corso del 1954, mentre l’ultimo, Il Ritorno del Re, arrivò sugli scaffali delle librerie solo nel 1955. Tolkien dovette infatti prendersi più tempo per lavorare alle appendici, che sarebbero state inserite nell’ultima pubblicazione, andandone ad aumentare il volume in maniera abbastanza significativa. Per far riferimento all’opera completa, utilizzerò da ora in poi l’anno 1955.

[2] Il 1970 fu l’anno in cui uscì la primissima edizione italiana de Il Signore degli Anelli, a cura di Quirino Principe, stampata da Rusconi.

[3] Attenzione: l’opera è inedita, ma non i suoi contenuti.

[4] Sfortunatamente, al momento non è ancora stato tradotto in italiano.

[5] The history of Middle-Earth è una raccolta di undici volumi contenenti approfondimenti sul mondo di Tolkien e sui suoi personaggi, nonché diverse versioni alternative delle storie contenute nelle sue opere canoniche. Al momento, non tutti i libri della raccolta sono stati tradotti in italiano.

[6] Si tratta del quinto volume della History.

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Giuseppe Sommaiuolo. Nato e cresciuto a Napoli, tra partite di calcetto nel rione e notti brave in sala giochi, manifesta ben presto un senso di insofferenza che riesce ad appagare solo mediante lo studio della letteratura. Si avvicina alle opere di Tolkien grazie alla trilogia cinematografica di Peter Jackson, trascorrendo così gli anni delle scuole superiori e dell'università ad approfondire le opere principali del beneamato professore. Grandissimo appassionato di musica rock ed heavy metal, nonché di quasi ogni forma d'arte esistente, risiede attualmente in Spagna, determinato a trovare il suo posto nel mondo a suon di tapas.