La Musica dell’Unico Anello

di Ludovica Fortunato


Tolkien, con la Terra di Mezzo, è riuscito a creare un mondo ricco di particolari: storia, geografia, lingue, leggende, oggetti. Tra questi ultimi, ve ne è uno che riesce a smuovere ogni singolo abitante della Terra di Mezzo… si tratta dell’Unico Anello!

L’Unico Anello è uno degli Anelli del Potere, che inizialmente Tolkien ne Lo Hobbit descrive come anello dell’invisibilità. Sarà solamente in seguito, ne Il Signore degli Anelli, che vedremo il suo reale potere manifestarsi.

Introduzione agli Anelli del Potere

La forgiatura dei gioielli della Terra di Mezzo era una specialità degli Elfi Noldor. Essi affinarono quest’arte nel corso dei secoli, divenendone dei veri maestri. Durante la Seconda Era di Arda, il suo massimo esponente fu Celebrimbor1, il quale migliorò la propria abilità fino al punto di creare degli oggetti in grado di racchiudere al loro interno un enorme potere, così come suo nonno Fëanor aveva fatto con la forgiatura dei Silmaril2.

Sauron era conscio di ciò e, desiderando sfruttare a proprio vantaggio un tale potere, si fece accogliere in Eregion, dove, sotto le mentite spoglie di Annatar, insegnò ai già abili fabbri elfici, sotto la guida ignara di Celebrimbor, la forgiatura degli Anelli del Potere.

Come sappiamo, egli creò poi, a loro insaputa, l’Unico Anello con lo scopo di soggiogarli tutti al proprio volere.

«Three Rings for the Elven-kings under the sky,

Seven for the Dwarf-lords in their halls of stone,

Nine for Mortal Men doomed to die,

One for the Dark Lord on his dark throne

In the Land of Mordor where the Shadows lie.

One Ring to rule them all, one Ring to find them,

One Ring to bring them all and in the darkness bind them

In the Land of Mordor where the Shadows lie.»

Ad ogni modo, tre di questi anelli rimasero “immacolati”, cioè quelli destinati agli elfi, in quanto forgiati da Celebrimbor senza l’ausilio di Sauron, che desiderava naturalmente impossessarsene. In essi risiedeva il potere di preservare la bellezza dei luoghi in cui i loro portatori risiedevano, oltre che un potere in grado di guarire e di tenere lontano il Male.

Ma gli Elfi gli sfuggirono e salvarono tre dei loro anelli, che andarono a nascondere. Ordunque, questi erano i Tre che erano stati costruiti per ultimi, quelli che possedevano i massimi poteri, Narya, Nenya e Vilya, tali i loro nomi, cioè Anelli di Fuoco, d’Acqua e d’Aria, ornati di rubino, diamante e zaffiro; e Sauron desiderava impadronirsene più che di tutti gli altri anelli elfici, perché coloro che ne fossero in possesso erano in grado di tenere lontano le offese del tempo e ritardare la stanchezza del mondo” (Il Silmarillion, parte III, “Gli Anelli del Potere e la Terza Era”).

Come dicevamo, l’Unico Anello fu l’ultimo degli Anelli del Potere ad essere forgiato, ad opera di Sauron, nell’anno 1600 della Seconda Era.

Per ottenere il controllo sugli altri Anelli, Sauron infuse nell’Unico parte del suo potere. Esso fu forgiato in segreto nei fuochi dell’Orodruin (Monte Fato), e quando l’Oscuro lo indossava, il suo potere era quasi invincibile e nessuno gli si poteva opporre.

Durante l’ultima battaglia della Seconda Era, guidata dal re elfico Gil-galad e da Elendil, un’ultima alleanza tra uomini e elfi marciò contro gli eserciti di Mordor. Dopo un assedio durato sette anni, Sauron scese sul campo di battaglia e combatté contro Gil-galad ed Elendil, che perirono nello scontro, ma Isildul, figlio di Elendil, riuscì a tagliare il dito che portava l’anello. Sauron, privato del suo potere, abbandonò temporaneamente la propria forma fisica.

Dopo la scomparsa di Sauron, l’Unico Anello ebbe altri quattro portatori: il primo fu proprio Isildul, subito dopo la sconfitta di Sauron, il quale piuttosto che gettarlo all’interno del Monte Fato (unico modo per distruggerlo), lo tenne per sé.

Nell’anno 2 della Terza Era, mentre Isildul con i suoi soldati si recava nel regno di Arnor, gli orchi gli tesero un’imboscata. Per salvarsi indossò l’anello, che lo rese invisibile, e si gettò nel fiume, ma l’Anello, avendo una volontà propria, gli si sfilò dal dito portando Isildul alla morte.

Da quel momento l’Anello rimase nascosto nel Gran Fiume per duemila anni, finché non venne trovato dallo Hobbit Déagol. Avvinto inconsapevolmente dall’incantesimo, Déagol non volle far vedere l’anello al cugino Sméagol, che scorse l’anello e per prenderlo, arrivò ad uccidere Déagol.

L’influenza dell’Unico, nel corso del tempo, manipolò la mente e l’aspetto fisico di Sméagol, che si trasformò in Gollum, e per 500 anni si rifugiò nelle caverne delle Montagne Nebbiose insieme all’Anello.

Il terzo portatore fu Bilbo Baggins, Hobbit della Contea, che lo trovò all’interno delle caverne delle Montagne Nebbiose, dove Gollum lo aveva perso.

Nelle mani di Bilbo l’anello rimase per 60 anni, finché non fu obbligato a cederlo al nipote Frodo, che assunse poi su di sé l’onere di distruggerlo per sempre.

L’Unico Anello è di una forma semplice, tuttavia perfetto in ogni aspetto e, al contrario degli altri Anelli del Potere, non presenta nessuna gemma. È costruito in oro, lavorato in modo da vanificare ogni tentativo di distruggerlo o anche solo scalfirlo; l’unico modo per distruggerlo è quello di gettarlo nella voragine di fuoco dove è stato forgiato, Sammath Naur, nel cuore del Monte Fato.

La sua rappresentazione musicale è senz’altro complessa. Howard Shore, proprio come Tolkien, lo descrive in tutte le sue sfaccettature e lega all’Unico Anello quattro leitmotiv3 :

  1. La Storia dell’Anello;
  2. La Malvagità dell’Anello;
  3. La Seduzione dell’Anello;
  4. La Distruzione dell’Anello;

La Storia dell’Anello

Fig. 01 Leitmotiv della Storia dell’Anello, bb 9-12

È uno dei leitmotiv più complesso e proattivo dei quattro, è il tema della Storia dell’Anello, in quanto racchiude in sé, anticipandone tutte le sfumature, quello che potremmo definire il vero protagonista. Il tema della “Storia dell’Anello” apre il primo film: 

Un Anello per domarli, un Anello per trovarli, 
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.

È da queste parole che Shore fa sorgere il tema della Storia dell’Anello, dove si rispecchia subito un forte collegamento con il tema dell’Anello di Wagner, per la costruzione melodico-armonica e anche per le numerose forme che si possono riscontrare nel corso delle due opere. 

La melodia (Fig. 01), eseguita dai violini e poi dal corno inglese, è composta nella tonalità di Fa maggiore, presentando un andamento di salita e discesa, che richiama la forma circolare dell’anello stesso. Ma Shore va oltre e, per rappresentare le varie sfaccettature del “personaggio Anello”, gioca con la struttura armonica. Per evidenziare la sua natura duplice – bene/male – utilizza una struttura della melodia che parte dal IV grado4 alzato di una triade minore5 – e non da un I grado come da regola – costruendo una struttura armonica complessa, dove la melodia tocca due tonalità: Fa maggiore e La minore, con la quale si chiude il tema.

Immagine che contiene schizzo, diagramma, disegno, linea

Descrizione generata automaticamente

Fig. 02 Leitmotiv La Storia dell’Anello, modulazione in Do b maggiore.

Ed ancora rappresenta l’Anello che si divincola, quando è attratto dal potere di Sauron, con l’utilizzo della tonalità in Do b maggiore e l’aggiunta di passaggi cromatici (Fig. 02). 

La Malvagità dell’Anello

Fig. 03 Leitmotiv della Malvagità dell’Anello

Il leitmotiv della Malvagità dell’Anello si presenta con poche note, suonate nella dinamica del forte dagli ottoni. È anche associato al personaggio di Sauron e al luogo in cui è stato forgiato l’Unico Anello, cioè il Monte Fato. Proprio per questo, per Tolkien, la malvagità dell’anello e il male di Mordor sono la stessa cosa e il potere di Sauron è legato alla sua creazione.

Come per altri leitmotiv, Shore inserisce in questo tema colori e armonie tipiche della musica orientale, per esprimere al meglio l’estetica dell’era passata. Esso viene, infatti, eseguito spesso dal rhaita (o ghaita)6.

In The Fellowship of the Rings questo leitmotiv viene ascoltato poche volte, sebbene l’Anello sia presente, ma Sauron, il creatore degli Anelli del Potere, è ancora lontano. Invece in The Two Tower lo possiamo ravvisare in più occasioni e tenderà a crescere sempre di più grazie ai vari raddoppi che gli strumenti eseguono. Sarà in The Return of the King che raggiungerà il suo apice, in particolare nel momento in cui Frodo si avvicina sempre di più a Mordor, luogo nel quale il potere di Sauron è padrone.

Questo leitmotiv si combina a quello della Storia dell’Anello, per il fatto che Sauron si sta preparando per ricevere di nuovo l’Anello nelle sue mani e Shore costruisce una melodia che si muove sul primo grado della tonalità di Re minore, per poi salire sul V grado che permette di aprire il leitmotiv in maniera chiara e distinta.

La Seduzione dell’Anello

Fig. 04 Leitmotiv della Seduzione dell’Anello bb. 861-867.

A differenza degli altri due, questo leitmotiv è costruito all’interno di una tonalità pura eseguito dal coro delle voci bianche e punteggiato dai colpi di gran cassa, che rappresenta il fascino travolgente dell’Unico Anello.

La melodia scorre attraverso frammenti della scala di Re minore ed evoca un incantesimo sfuggente e distante, che esprime appieno l’ingannevole purezza benigna che l’Anello offre alle sue vittime. Mentre gli altri leitmotiv legati all’Unico Anello subiscono grandi trasformazioni, dal punto di vista melodico e armonico, nel corso della storia, il leitmotiv della Seduzione dell’Anello è costantemente segnato in tutto The Lord of the Rings e raramente modifica la sua orchestrazione o modula in altre tonalità.

Solamente in un determinato momento questo leitmotiv subisce una trasformazione: nel momento in cui Frodo si trova sul Orodruin, con il cuore sopraffatto dal potere dell’Anello, la melodia viene riscritta in maniera atonale7 rivelando la sua distruzione.

Sebbene la linea melodica di questo leitmotiv suggerisca armonie in Re minore, in realtà la melodia inizia sul quarto grado di una scala di La minore, sospendendo l’appoggiatura suggerita dalle prime nove note del leitmotiv della Storia dell’Anello. Questo, forse, è l’unico momento di onestà per il leitmotiv della Seduzione dell’Anello, che poi porterà alla verità celata dietro la storia dell’Unico.

La seconda frase del leitmotiv della Compagnia dell’Anello cita le prime tre note del leitmotiv della Seduzione dell’Anello. Questo legame è una sorta di irruzione nell’inconscio della Compagnia dell’Anello che offre i suoi servigi all’Unico Anello; infatti il coro delle voci bianche rappresenta la falsa purezza dell’Unico, ma anche l’ingenuità della natura.

La Distruzione dell’Anello (Conclusione)

Fig. 05 Leitmotiv la Distruzione dell’Anello

Questo leitmotiv è anche denominato come Destino dell’Unico Anello che nessuno fin dall’inizio conosce.

Si presenta con una melodia che sfugge al profilo sia melodico che armonico, per il fatto che il destino dell’Anello non è ancora stato deciso, però possiamo ravvisare tutti i toni e i semitoni che descrivono appieno le speranze della Terra di Mezzo.

È un leitmotiv costruito su più melodie, le quali si vanno poi a distendere in maniera orizzontale e si mantiene in maniera tenue e fluente fino a quando non va a dissolversi all’improvviso, secondo una tecnica che Shore adotta in molte occasioni, per poi risuonare in dinamica del forte all’improvviso.

Quando l’Anello si trova sopra la lava incandescente all’interno del Monte Fato, musicalmente questo momento viene rappresentato dalla fusione dei vari leitmotiv che rappresentano l’Unico Anello.

Il materiale usato è quello del leitmotiv della storia dell’Anello, della seduzione e della malvagità dell’Unico, i quali si vanno a combinare insieme. Il coro di voci bianche usate nel leitmotiv della seduzione crea una potente figura antitetica che in un sol colpo libera la sofferenza e l’orrore legato all’Unico Anello.


  1.  Celebrimbor è un Elfo Noldo ed il più grande fabbro dell’Eregion (regione dell’Arda).
  2.  Erano  tre gioielli dall’immensa bellezza e perfezione creati da Fëanor quando i Noldor vivevano ancora a Valinor. Egli aveva racchiuso in essi la Luce dei due Alberi di Valinor, ed essi splendevano di luce propria. Nessuno capì mai come Fëanor fosse riuscito a creare simili oggetti; nessuno riuscì mai a duplicarli, nemmeno lo stesso Fëanor. Il loro valore era inestimabile, persino per i Valar, così Varda incantò i Silmaril affinché nessun mortale, nessuna mano impura, nessun essere malvagio potesse toccarli, a meno di rimanere bruciato e storpiato per sempre. Dopo che Fëanor venne esiliato a Formenos, i Silmaril vennero custoditi in un cofanetto di cristallo.
  3.  I leitmotiv (leitmotive al plurale) è un termine coniato da H.P. von Wolzogen, critico e direttore del Wagner Verein di Bayreuth e fondatore del periodico “Bayreuth Blatter”, (Wagner usava il termine Grundthema, cioè idea di base) e rappresenta una linea melodica ricorrente associata ad un personaggio, un sentimento, un luogo, un’idea, un oggetto e questa tecnica compositiva venne molto sviluppata da Richard Wagner. I nomi ai vari motivi furono dati non da Wagner stesso, ma dai commentatori delle sue opere, da Wolzogen in poi. W. APEL, Harvard Dictionary of Music, Boston the Unitated States of America, Veritas, 1950, p. 396.
  4.  Quarto suono della scala di Fa maggiore, Sib.
  5.  Composizione di due intervalli armonici di terza, dove la seconda nota è abbassata di un semitono. 
  6.  Strumento  a doppia ancia proveniente dal Nordafrica.
  7. In musica, sistema armonistico privo di una sintassi tonale, in cui cioè i rapporti che vengono a determinarsi nella compagine armonica non dipendono da […] relazioni con un suono fondamentale (tonica), ma soltanto da singole relazioni tra suono e suono.
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Ludovica Fortunato (08/02/1997 Firenze) si è laureata con lode in Drammaturgia Musicale e Storia della Musica per il cinema e della televisione presso l’Alma Mater Studiorum, Università degli Studi di Bologna, seguita dai professori Nicola Badolato e Paolo Noto, il 7 luglio 2022.
Nel 2017 ha frequentato il corso di laurea triennale in Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Firenze laureandosi nel 2020 portando come argomento di tesi le influenze di Richard Wagner con Der Ring des Nibelungen su J. R. R. Tolkien per la stesura del romanzo The Lord of the Rings e della colonna sonora della trilogia cinematografica di H. Shore; la tesi è stata seguita dalla prof.ssa Antonella D’Ovidio.
In parallelo agli studi musicologi, Ludovica è flautista, pianista e compositrice professionista, in particolare sul repertorio romantico e colonne sonore di film, serie televisive, videogiochi e cartoni animati giapponesi, esibendosi durante le fiere comics e sul suo canale YouTube.
Attualmente frequenta il corso di laurea triennale in Didattica della Musica (canto e strumento) presso il Conservatorio Luigi Cherubini Firenze ed è docente di lingua italiana volontaria presso il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira a Firenze.