La musica della natura e delle creature della Terra di Mezzo

di Ludovica Fortunato


Il leitmotiv del richiamo della Natura

Del tema che vi ho esposto, io voglio che facciate, uniti in armonia, una Grande musica […] Io siederò e ascolterò, e sarò lieto che attraverso di voi sia stata destata in canto una grande bellezza.1

Così Eru creò , il mondo che è scaturito dalla visione della musica degli Ainur, i Santi “rampolli del suo pensiero”: l’armonia della natura modellata all’armonia per eccellenza”2. In quella musica, attraverso le dissonanze create da Melkor3, trovò spazio il peccato d’orgoglio di Lucifero4. Così è il nostro mondo e così che è quello “sub-creato” da J. R. R. Tolkien, con la differenza che la Terra di Mezzo è come la nostra Terra quando era più giovane e più verde5.

Gli eventi raccontati in The Lord of the Rings e The Hobbit indicano una realtà che va oltre la Terra di Mezzo. La voce della Natura si oppone a quella del male di Isengard e di Mordor. Le fonti corali rappresentano il principale mezzo di espressione attraverso il quale il leitmotiv della Natura fiorisce. Gli altri leitmotiv che costituiscono la colonna sonora, si intrecciano con i nemici della Terra di Mezzo. Quello della Natura, invece, appare solamente in momenti chiave della narrazione.

Fig. 01. Leitmotiv della Natura

Tolkien ci vuole mostrare una Natura che si schiera contro i nemici della Terra di Mezzo. Da questo, Howard Shore crea una melodica ad incarnare la purezza. E lo fa attraverso l’utilizzo delle voci bianche maschili, che rappresentano la versione base di questo leitmotiv (Fig. 01). Quest’ultimo viene eseguito, per la prima volta, in The Fellowship of the Ring. Lo stesso si ripete in The Two Tower e in The Return of the King ma con un’esecuzione enfatizzata. Ciò grazie agli archi, gli ottoni e le percussioni, nel momento in cui gli Ent marciano contro Isengard, mostrando la loro forza e volontà:

«Tolkien equated nature with everything good in the world6

Il leitmotiv degli Ent

Legato al leitmotiv della Natura abbiamo quello degli Ent, che sono gli esseri più imperscrutabili che il Professore abbia mai creato. Insieme ad Elfi e Nani, gli Ent sono una razza delle più antiche della Terra di Mezzo.

Vennero creati da Eru Ilúvatar7 nella Prima Era della Terra di Mezzo e definiti i “Pastori degli Alberi”, cioè protettori del mondo della Natura vegetale e anche degli animali che vivono nelle foreste. Il loro aspetto è quello di un albero.

Durante la Guerra dell’Anello nella Foresta di Fangorn giunsero i due Hobbit, Merry e Pipino. I due, raccontando del tradimento di Saruman e della sua alleanza con Sauron, risvegliarono la furia degli Ent. Sconvolti dalla devastazione degli alberi compiuta dagli Orchi di Saruman, gli Enti assaltarono Isengard distruggendone le mura e le fucine, e uccidendo tutti i nemici.

Dopo la Guerra dell’Anello Aragorn, assunto il titolo di Re Elessar, donò agli Ent Insengard e i territori circostanti. Barbalbero (il primo Ent della sua razza) fu incaricato di far rinascere quelle terre con nuove piante.

Per comporre la musica più rappresentativa di questo luogo e dei suoi abitanti, Shore ha utilizzato una serie di strumenti assai particolare:

«Volevo rendere musicalmente l’idea del legno»8

Per farlo, utilizza strumenti come il tamburo di legno, la marimba e i contrabbassi. Tali strumenti descrivono due leitmotiv distinti: quello degli Ent e quello di Barbalbero.

Immagine che contiene testo, Spartito, musica

Descrizione generata automaticamente

Fig. 02 Leitmotiv degli Ent

Fig. 03. Leitmotiv di Barbalbero

Shore ci presenta una tavolozza orchestrale che viene associata alla Foresta di Fangorn e alle sue creature. Determinati strumenti, come quelli in legno e in setola, ricreano suoni simili allo scricchiolio dei rami. Creando un folto boschetto di effetti tonali, e grazie all’accompagnamento, si crea una forte enfasi che la melodia da sola non potrebbe rendere.

Questo leitmotiv (Fig.02) si completa con quello associato al passo di Barbalbero (Fig.03), il quale è composto su due accordi tritoni9 maggiori, che suonano in maniera misteriosa ma allo stesso tempo mettono l’ascoltatore in soggezione davanti a Barbalbero. In particolare, ciò avviene nella scena che mostra tutti gli alberi della pianura di Isengard rasi al suolo. L’immagine suscita l’ira del Pastore degli Alberi. Da qui inizia l’ultima marcia degli Ent, che viene accompagnata dal leitmotiv del richiamo della Natura (Fig. 01).

Concerning Hobbit

Abbiamo visto come Shore sia stato in grado di rappresentare al meglio le descrizioni di Tolkien, in particolare quella legata agli Hobbit.

«Gli Hobbit vivono e coltivano i quattro decumani della Contea da centinaia di anni, contenti di ignorare e di essere ignorati dal mondo della gente alta. Dopotutto visto che la Terra di Mezzo è piena di innumerevoli strane creature, gli Hobbit devono sembrare di scarsa importanza, non essendo né rinnovati come grandi guerrieri né considerati fra i più saggi. Infatti, alcuni hanno osservato che l’unica vera passione degli Hobbit è il cibo; un’osservazione ingiusta visto che abbiamo sviluppato un particolare interesse per la preparazione della birra e nel fumare l’erba pipa, ma dove il nostro cuore palpita è la tranquilla e silenziosa terra coltivata perché tutti gli Hobbit hanno amore per le cose che crescono. Senza alcun dubbio agli altri i nostri modi appaiano pittoreschi, ma sono convinto che non c’è nulla di male nel festeggiare una vita semplice.»

Già dalle parole di Tolkien vediamo come gli Hobbit siano gente semplice, legata alle piccole cose. E sono proprio queste caratteristiche che Shore è riuscito a riportare nel leitmotiv della Contea.

Questo leitmotiv non viene introdotto subito ma viene presentato quando ci viene mostrato Hobbiton (uno dei piccoli villaggi degli Hobbit), come del resto fa Tolkien. Esso è uno dei leitmotiv che viene collegato a determinati personaggi e luoghi.

Shore ha composto un unico materiale tematico per ricordare al pubblico che la storia di Tolkien riguarda principi semplici come amicizia, lealtà e casa. Nonostante la presentazione spettacolare e la fioritura di questo luogo. Da questi elementi parte la composizione di Shore. Attraverso la creazione di una melodia diatonica che si muove in maniera graduale. Mentre l’accompagnamento, costruito su intervalli di quinta perfetta, compie, in determinati punti, cambi armonici.

Poiché la melodia è semplice e flessibile, Shore è stato in grado di creare diverse varianti del materiale tematico. 

Il leitmotiv della Contea è strutturato in due blocchi musicali: Pensive Setting e Rural Setting.

Fig. 04. Leitmotiv della Contea, Pensive Setting

Fig. 05. Leitmotiv della Contea, Rural Setting

Il leitmotiv si apre con una cadenza perfetta, I-V10, in tonalità re maggiore, eseguita da violoncelli e contrabbassi, lasciando poi il posto al tin whistle, che esegue il primo blocco del leitmotiv (Fig.04), usato ogni volta che ci viene presentata la Contea. 

Presenta un disegno musicale molto semplice e lineare che si muove nella tonalità di re maggiore. Ma lo sentiamo anche in tonalità di do maggiore nei momenti più malinconici. In queste circostanze, Shore si serve del clarinetto (Fig 06):

Fig. 06. Leitmotiv Contea in tonalità do maggiore.

«If I don’t use the whistle, clarinet is an elegant subsitute for it11 

Per il secondo blocco tematico (Fig. 05), Shore riprende la stessa struttura armonica e linea melodica usata all’inizio ma variata da un punto di vista ritmico. Trasformando cosi la Contea in un luogo vivace, grazie all’esecuzione di un violino solista che richiama molto la cultura celtica contadina.

Tutto il leitmotiv è costruito su una scala pentatonica anemitonica12, cioè all’interno della scala non si ha l’intervallo di semitono13.

I Leitmotive degli Elfi

Nelle opere di Tolkien sono presenti molte popolazioni, fra esse, quelle soprannaturali, che ricoprono ruoli particolari, fra cui quello di contrastare il male. Tolkien sceglie gli Elfi, che sono stati i primi abitanti della Terra di Mezzo a destarsi, primogeniti tra i figli di Ilúvatar. Sono una stirpe di esseri immortali il cui aspetto è simile a quello degli uomini. Ma essi rifulgono di un intimo splendore che ne tradisce lo spirito e le doti, uniche nella Terra di Mezzo.

Il materiale tematico creato da Shore, per descrivere questa popolazione, presenta una scrittura piena di armonie cromatiche. A ciò si aggiungono delle influenze orientali e l’utilizzo di strumenti distintivi. E ancora, privilegio delle voci femminili e dei toni trasparenti dell’orchestra, figure pulite prive di armonie dissonanti.

La prima stirpe di Elfi che ci viene presentata è quella di Gran Burrone (la Valle di Imladris), ultima casa accogliente della Terra di Mezzo. 

Fig. 07. Leitmotiv di Gran Burrone

Questo leitmotiv (Fig.07) è strutturato da una sonorità chiara per la quale vengono usati strumenti musicali come l’arpa. Questa compie una serie di glissandi che danno un senso di magia, sostenuti dagli arpeggi di la maggiore eseguiti dai violoncelli. Il coro femminile esegue una melodia molto semplice. 

Il leitmotiv, esposto in maniera completa in The Fellowship of the Ring, è presente anche in The Two Towers e The Return of the King. Gli arpeggi, che prima erano ricchi e pieni di magnificenza, ora assumono un tono nostalgico. Di fatto, le armonie degli archi da maggiore passano al modo minore, sottomettendo così l’orchestrazione degli archi ai bassi. La tonalità minore verrà usata fino alla forgiatura di Andúril, a quel punto, gli arpeggi di Gran Burrone, in modo maggiore, riemergono.

La seconda stirpe di Elfi è quella del Regno di Lothlórien governata da Galadriel, principessa elfica, e da suo marito Celeborn, elfo di stirpe Sindarin14.

Fig. 08. Leitmotiv Lothlórien

Rispetto al materiale tematico di Gran Burrone, Shore rappresenta questi ulteriori personaggi elfici utilizzando uno stile orientale ed esotico. Il fine è enfatizzare la natura misteriosa del Regno di Lothlórien. A tale scopo utilizza le voci femminili che eseguono una melodia quasi lamentosa, insieme al monocordo, il ney15 e il saringi16 (Fig.08).

Ci troviamo davanti ad una scrittura musicale che non è né felice né aggressiva e neanche passiva, ma è distaccata da tutto e da tutti. 

Questa flessibilità della melodia consente a Shore di utilizzarla nei momenti in cui il narratore propone una semplice cronaca priva di partecipazione emotiva. La sentiamo, ad esempio, all’apertura del primo film, mentre Galadriel narra della creazione degli Anelli del Potere. 

La medesima melodia, aiutata dal contesto scenico, riesce a diventare inquietante in determinati punti.

Rivendell is more about learning and knowledge, but this is different. This is a more mysterious world of Elves. They could be bad; they could be good- you are not really sure.17

 

Fig.09 Leitmotiv degli arcieri di Lothlórien

Il leitmotiv di Lothlórien presenta una variante che viene accostata agli arcieri di questa popolazione. Esso viene eseguito in maniera più audace e maestosa, lasciando sempre quella traccia di mistero.

La marcia calpestante (Fig.09) è realizzata in maniera unitaria, con la suddivisione della parte ritmica, costituita da terzine, eseguita dalle percussioni e dagli archi, e la parte melodica eseguita dai corni e dalle trombe senza alcuni tipo di armonizzazione.

Tutto il leitmotiv di Lothlórien è composto sulla scala Maqam18 Hijaz, un modo arabo che presenta delle caratteristiche della scala Frigia19, con la differenza che si ha il II grado aumentato, sfruttato molto da Shore nell’apertura del leitmotiv, per poter evocare al meglio il senso di antichità delle Ere passate della Terra di Mezzo.


  1. J.R.R. Tolkien, Il Simarillion, Milano Bompiani, Traduzione riveduta e aggiornata in collaborazione con la Società Tolkieniana Italiana, 2013/2015, pp. 47-48. ↩︎
  2. Dizionario dell’Universo di J.R.R Tolkien, a cura della Società Tolkieniana Italiana, III Edizione Tascabile Bompiani, Milano, Maggio 2005, Voce Natura, p. 267. ↩︎
  3. Era uno degli Ainur (spiriti della natura divina), arreco dolore e disperazione alla Terra di Mezzo e fu il maestro di Sauron. Dizionario dell’Universo di J.R.R Tolkien, a cura della Società Tolkieniana Italiana, III Edizione Tascabile Bompiani, Milano, Maggio 2005, Voce Melkor, p. 237. ↩︎
  4. Ivi, voce Natura, p. 267. ↩︎
  5. Ibid. ↩︎
  6. D. Adam, The music of The Lord of The Rings film, A comprensive account of Howard Shore’scored, Van Nuys, CA, Carpentier 2010, p. 119. ↩︎
  7. L’essere supremo di Eä, l’universo, di cui Arda e la Terra di Mezzo è solo una parte. Eru è paragonabile al Dio cristiano, ma ha probabilmente anche dei collegamenti con la mitologia nordica.  ↩︎
  8. G. Bergamino, «Il Ritorno del Re Howard Shore Sinfonia per la Terra di Mezzo: Le due Torri», in Colonne Sonore immagini tra le note, Luglio/Agosto 2003, Anno I, N1, p. 18. ↩︎
  9. Accordi costruiti sull’intervallo di quarta aumentata/eccedente o quinta diminuita. ↩︎
  10. È una formula armonico-melodico che conclude un discorso o una frase musicale. ↩︎
  11. D. Adam, The music of The Lord of The Rings film, A comprensive account of Howard Shore’scored, Van Nuys, CA, Carpentier 2010, p. 23. ↩︎
  12. La scala pentatonica è costruita su cinque suoni e le scale pentatoniche note nel sistema musicale temperato occidentale sono tutte an-emitoniche, ovvero prive di intervalli di semitono, e dato che sono composte da cinque gradi non hanno la tendenza a risolvere sulla tonica o sulla dominante. ↩︎
  13. Intervallo più piccolo che si ha fra due suoni e una scala musicale è composta da 12 semitoni. ↩︎
  14. Dizionario dell’Universo di J.R.R Tolkien, a cura della Società Tolkieniana Italiana, Milano, III Edizione Tascabile Bompiani, Maggio 2005, Voce Lothlorien, p 229, e Galadriel p. 158. ↩︎
  15. Strumento musicale aerofono di origine turca/persiana. ↩︎
  16. Strumento musicale cordofono utilizzato nella tradizione musicale indiana. ↩︎
  17. D. Adam, The music of The Lord of The Rings film, A comprensive account of Howard Shore’scored, Van Nuys, CA, Carpentier 2010, p. 51. ↩︎
  18. Il Maqam arabo è il sistema di modalità melodiche utilizzato nella musica araba tradizionale, che è principalmente melodica. La parola maqam in arabo significa luogo, collocazione o posizione. Il maqam arabo è un tipo di melodia. È “una tecnica di improvvisazione” che definisce i toni, i modelli e lo sviluppo di un brano musicale e che è “unico per la musica araba”.[1] Ci sono settantadue righe di toni eptatonici o scale di maqamat. Questi sono costruiti da secondi maggiori, neutri e minori. Ogni maqam è costruito su una scala e porta una tradizione che definisce le sue frasi abituali, le note importanti, lo sviluppo melodico e la modulazione. Sia le composizioni che le improvvisazioni nella musica araba tradizionale si basano sul sistema maqam. I maqamat possono essere realizzati con musica vocale o strumentale e non prevede una componente ritmica. ↩︎
  19. Il Modo Frigio è una scala minore dove si ha il II grado abbassato di mezzo tono. È molto usato nei canti gregoriani. ↩︎
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Ludovica Fortunato (08/02/1997 Firenze) si è laureata con lode in Drammaturgia Musicale e Storia della Musica per il cinema e della televisione presso l’Alma Mater Studiorum, Università degli Studi di Bologna, seguita dai professori Nicola Badolato e Paolo Noto, il 7 luglio 2022.
Nel 2017 ha frequentato il corso di laurea triennale in Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Firenze laureandosi nel 2020 portando come argomento di tesi le influenze di Richard Wagner con Der Ring des Nibelungen su J. R. R. Tolkien per la stesura del romanzo The Lord of the Rings e della colonna sonora della trilogia cinematografica di H. Shore; la tesi è stata seguita dalla prof.ssa Antonella D’Ovidio.
In parallelo agli studi musicologi, Ludovica è flautista, pianista e compositrice professionista, in particolare sul repertorio romantico e colonne sonore di film, serie televisive, videogiochi e cartoni animati giapponesi, esibendosi durante le fiere comics e sul suo canale YouTube.
Attualmente frequenta il corso di laurea triennale in Didattica della Musica (canto e strumento) presso il Conservatorio Luigi Cherubini Firenze ed è docente di lingua italiana volontaria presso il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira a Firenze.