“The Green Knight”: il poema amato da Tolkien al cinema

Il video promozionale

Successivamente al trailer, è stato pubblicato sul canale YouTube della casa cinematografica A24 un ulteriore video promozionale, in cui la voce narrante di Ralph Ineson (l’attore che interpreta il Cavaliere Verde) spiega «quasi tutto quello che c’è da sapere su The Green Knight.

In un video del genere non poteva mancare un doveroso riferimento al Professor Tolkien, ed anzi sono le sue parole quelle usate per presentare il video:

«Siamo grati per ciò che abbiamo, pervenutoci per mero caso: ovvero un’altra finestra del rosone di vetro multicolore che si affaccia sul Medio Evo, e ce ne mostra un nuovo panorama»

J.R.R. Tolkien, Sir Gawain e il Cavaliere Verde, Edizioni Mediterranee 2009, Bari, p. 16.

Parole molto suggestive, che provengono da una introduzione che Tolkien scrisse appositamente per la radio: il 6 dicembre 1953, dalle 22:25 alle 23, la BBC trasmise la traduzione di Tolkien del Primo fitt del poema Sir Gawain e il Cavaliere Verde e fu l’introduzione di Tolkien ad aprire il programma.1

Nella prima sezione del video in esame (I. The Origin) non si può fare a meno di notare il pentangolo, emblema di sir Gawain. Esso rappresenta la trawþe “lealtà, fedeltà” (v. 626) e simboleggia le virtù del codice cavalleresco cui Gawain aspira: si tratta di «cinque gruppi di cinque»2 (v. 656), per un totale di venticinque aspetti da rispettare.

Il primo gruppo sono i cinque sensi, infatti Gawain è detto «senza macchia nei cinque sensi»3 (v. 640); il secondo sono le cinque dita, e Gawain «mai nelle cinque dita mancava»4 (v. 641); il terzo è la fede nelle cinque ferite di Cristo; il quarto sono le cinque gioie della Vergine (Annunciazione, Natività, Resurrezione, Ascensione e Assunzione), «proprio per questo il cavaliere dentro lo scudo / portava dipinta l’immagine sua»5 (vv. 648-9); il quinto sono le cinque virtù cavalleresche (generosità, amicizia, castità, cortesia e pietà).

Per una descrizione del pentangolo, ci rifacciamo alle parole del poeta (vv. 619-639), e per un’interpretazione di questo simbolo, al saggio di Tolkien:

«Then þay schewed hym þe schelde, þat was of schyr goulez
Wyth þe pentangel depaynt of pure golde hwez.

[…]

Hit is a syngne þat Salamon set sumquyle
In bytoknyng of trawþe, bi tytle þat hit habbez,
For hit is a figure þat haldez fyue poyntez,
And vche lyne vmbelappez and loukez in oþer,
And ayquere hit is endelez; and Englych hit callen
Oueral, as I here, þe endeles knot.
Forþy hit acordez to þis knyȝt and to his cler armez,
For ay faythful in fyue and sere fyue syþez
Gawan watz for gode knawen, and as golde pured,
Voyded of vche vylany, wyth vertuez ennourned in mote;
Forþy þe pentangel nwe He ber in schelde and cote,
As tulk of tale most trwe
And gentylest knyȝt of lote.»

«Lo scudo gli fu poi portato, che rosso brillante
era con il pentangolo dipinto in pura tinta d’oro.

[…]

Esso è un segno che Salomone un tempo fissò
a simboleggiare la Lealtà, com’è di diritto,
ché è una figura che su cinque punte poggia,
e ogni linea si intreccia e si avvolge sull’altra,
ovunque essa è infinita; ovunque gli Inglesi
la chiamano il Nodo Infinito, così odo.
Essa perciò si confà a questo cavaliere, alle sue armi senza macchia,
ché sempre era in cinque modi leale, e cinque volte in ciascuno,
Gawain, il cavaliere rinomato, come oro puro,
libero dal vizio, di ogni virtù
adornato a corte;
Perciò il pentangolo nuovo
sullo scudo e sulla cotta egli portava,
come uomo valoroso fedele alla parola
data il cavaliere di più nobili maniere.»

Traduzione di Emilio Patavini

Scrive Tolkien, nel suo saggio Galvano e il Cavaliere Verde, che il significato del pentangolo «deve denotare invero “perfezione”, ma perfezione in ambito religioso (la fede cristiana), devozionale e morale, e la “cortesia” che da ciò fluisce nelle relazioni umane; la perfezione nei dettagli di ciascuna di queste virtù, e un legame perfetto e intatto fra il piano più elevato e quello più basso. Questa insegna campeggia sul suo scudo (e, come veniamo a sapere più oltre, è ricamata sulla sua cotta d’armi), e gli è stata imposta dal nostro poeta […]; ed è con questa insegna che Galvano parte da Camelot».6

Giunto il tempo stabilito, Gawain prende il suo cavallo Gryngolet (cui la nave di Eärendel, Vingilótë, deve qualcosa), e si mette in viaggio, dando così inizio alla sua quest eroica, tema centrale alla base del poema: nel video di A24 è chiamata Quest for Honor e nel trailer, sir Gawain, interpretato da Dev Patel, quando gli viene chiesto cosa sperasse di ottenere affrontando tutte le sue peripezie, risponde: «Honor. That is why a knight does what he does (“L’onore. È per questo che un cavaliere compie le sue imprese”)».

Il suo itinerario è così fatto: procede verso «il regno di Logres (þe ryalme of Logres7 (v. 691), «finché giunge vicino ai confini del Galles settentrionale (Norþe Walez8 (v. 697), tiene a sinistra le «isole di Anglesey (iles of Anglesey)» (v. 698), sorpassa la Holyhead (Holy Hede) e si inoltra nelle «terre selvagge di Wirral (wyldrenesse of Wyrale) (v. 701).

Dalla mappa che appare nella quinta sezione trattata dal video di A24 possiamo notare che Camelot non viene identificata con Winchester (Hampshire), come vuole la tradizione maloriana, ma con Caerleon sull’Usk, nel Galles meridionale (Monmouthshire).

Conclusione

Il ricorso attento e meticoloso alla simbologia medievale, ai temi e al ciclo narrativo del romance originario dal quale è tratto, rendono questo film – da quello che è dato possibile scorgere dal trailer – sicuramente interessante.

Così, assieme ai vari film sul Beowulf (il più recente è La leggenda di Beowulf, diretto da Robert Zemeckis, con sceneggiatura a firma di Neil Gaiman), anche il Sir Gawain avrà la sua trasposizione cinematografica: le due opere figlie del Medioevo inglese che Tolkien amò e studiò per tutta la vita, con lo sguardo ammirato di un «pagano convertito».

Non resta che aspettare l’uscita nelle sale cinematografiche per apprezzare questo adattamento della leggenda.


Note:

1 Cfr. W.G. Hammond – C. Scull, The J.R.R. Tolkien Companion and Guide: Volume 1: Chronology, HarperCollins, New York, 2006.

2 P. Boitani (a cura di), Sir Gawain e il Cavaliere Verde, cit., p. 68

3 Ivi, p. 67

4 Ibidem

5 Ivi, p. 68

6 J. R. R. Tolkien, C. Tolkien (a cura di), Il Medioevo e il fantastico, Bompiani, Milano 2004, pp. 125-126

7 Nella Historia Regum Britanniae di Geoffrey di Monmouth, la Loegria è «la parte di Britannia governata da Locrinus, figlio maggiore di Bruto, da cui prende il nome (in quel periodo sembra essere tutta l’Inghilterra, a nord e sud dell’Humber, Cornovaglia esclusa)» in Geoffrey of Monmouth, Lewis Thorpe (translated by), The History of the Kings of Britain, Penguin Books, London 1966,p. 342 (trad. mia)

8 J.R.R. Tolkien, Sir Gawain e il Cavaliere Verde, cit., p. 48

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Emilio Patavini (Genova, 2005). Appassionato lettore di fantasy, fantascienza, weird e horror, si interessa di letterature medievali germaniche, mitologia comparata e di studi sulla vita e le opere di J.R.R. Tolkien. Si occupa in particolare delle fonti di ispirazione mitologiche, letterarie e linguistiche di Tolkien e le loro influenze sul legendarium, e del rapporto tra Tolkien, il fantasy e la fantascienza. Nel 2019 ha tenuto una conferenza su Tolkien dal titolo “Tolkien Ritrovato”. È stato membro della Tolkien Society inglese e ha scritto articoli e recensioni per Amon Hen: Bulletin of the Tolkien Society, LibriNuovi (http://librinuovi.net/) e Liberidiscrivere (https://liberidiscrivere.com/). È intervenuto in varie puntate della web-radio “La Voce di Arda”. Nel dicembre 2020 è entrato a far parte della redazione di Tolkien Italia.

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Nicolò Maggio (05/12/1992). Medievista e dottorando di ricerca in "Scienze Umanistiche", è appassionato studioso dell'opera di Tolkien sin dall'adolescenza. Laureato in Scienze Storiche nel 2018 con voto 110/110 e lode presso l'università degli Studi di Messina, si occupa, in particolare, del rapporto e delle connessioni fra l'universum letterario tolkieniano e il Medioevo, tema al quale ha dedicato diversi articoli pubblicati su Tolkien Italia e sul suo blog "Gli Annali della Terra di Mezzo" (link: https://annalidellaterradimezzo.blogspot.com/?m=1.
Esperto di medievalismi (suo oggetto di studio cui ha dedicato diversi articoli scientifici), Maggio è appassionato a tutto tondo di letteratura fantastica, fantasy e fantascientifica; è stato relatore del Seminario sulle Religioni Fantastiche di Ariccia (7-9 luglio 2022), con un intervento dal titolo: "Howard Phillips Lovecraft: creatore di miti nel secolo dell’Irrazionalismo".
Collabora, inoltre, con la web Radio "La Voce di Arda" e scrive per la rivista scientifica "Axis Mundi", all'interno della quale ha pubblicato di recente alcuni articoli sull'opera di autori del fantasy e del fantastico, da Tolkien a Lovecraft, da Lord Dunsany a Wells, che sta cercando di porre in una chiave di lettura originale, simbolica e misterica, attraverso parallelismi e comparazioni letterarie.
Sono di prossima pubblicazione: "H.P. Lovecraft e J.R.R. Tolkien. Creatori di miti nel secolo dell'Irrazionalismo" (2023) per la rivista "Studi Lovecraftiani", "H.P. Lovecraft. Creatore di miti nel secolo dell'Irrazionalismo", per gli Atti del Seminario sulle Religioni Fantastiche di Ariccia (2023), il saggio "Terre immaginarie al di là del mare. Medioevo e medievalismi letterari nella Storia della Pianura Scintillante di William Morris e nell’opera di J.R.R. Tolkien" per la traduzione, inedita in Italia, di "The Sparkling Plain" di William Morris, a cura di Luca Manini (2023).