La guerra della traduzione in Brasile

di Erie Neves

Nel 2018, la HarperCollins Brasile ha promesso una rivoluzione editoriale dopo aver acquistato i diritti per la traduzione e pubblicazione di tutte le opere di J.R.R. Tolkien.
Omar de Souza, direttore editoriale spiega che ha convinto gli eredi dell’autore dimostrando che questa iniziativa sarà un lavoro unico, di riposizionamento nel mercato brasiliano, fatto dai fans ai fans, con edizioni di qualità superiore, copertine rigide, illustrazioni, mappe e gadgets per allettare ancora di più fans e collezionisti. Sarà anche un lavoro di correzione, di accuratezza di contenuto; tutto quello che è stato tralasciato dalle vecchie società detentrici dei diritti di pubblicazione in Brasile.

Come esempio Il Signore degli Anelli della Martin Fontes e i suoi oltre 200 errori e omissioni di interi paragrafi che non sono mai stati corretti durante gli anni.
Samuel Coto, direttore editoriale e responsabile della edizione, Reinaldo José Lopes, Ronald Kyrmse e Gabriel Oliva Blum come i traduttori ufficiali per tutta la collana tolkieniana verde-oro, fans incondizionati dell’autore e appassionati della sua mitologia dicono:

“ Siamo cresciuti leggendo Tolkien, siamo da sempre affascinati dal suo universo mitologico… Più che una responsabilità, è la realizzazione di un sogno. Come editor, avremmo l’opportunità di dare al Legendarium, e agli altri titoli al di là della mitologia principale, il trattamento editoriale meritato.”

Alcuni titoli annunciati del progetto sono Beren e Lùthien, The Lay of Aotrou & Itroun, La caduta di Gondolin, Il Silmarillion, Lo Hobbit, I Signore degli anelli, The Hystory of MiddleEarth

Ma per alcuni però ‘non tutto ciò che luccica è oro’.

Il ‘consiglio di traduzione’ (come si fa chiamare la squadra voluta da Samuel Coto) ha deciso di modificare alcuni nomi già utilizzati nelle traduzioni precedenti, causando malcontento in moltissimi fans. Ha modificato ORC per ORQUE, GOBLIN per GOBELIM, ANOES per ANAOS, TROLL per TROL informando in comunicato ufficiale che queste modifiche sono state effettuate rispettando la guida per le traduzioni voluta da Tolkien stesso e non attraverso un’invenzione di nomi, un prestito linguistico o una traduzione per equivalenza.

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