“I Mondi di J. R. R. Tolkien”: recensione

di Emilio Patavini


The Worlds of J. R. R. Tolkien: The Places That Inspired Middle-earth è stato pubblicato per la prima volta nel 2020 da Frances Lincoln nel Regno Unito e dalla Princeton University Press negli Stati Uniti. Dopo Tolkien: Creatore della Terra di Mezzo e Tolkien: I Tesori di Catherine McIlwaine, è uscito per la collana Oscar Draghi della Mondadori – che non posso fare a meno di ringraziare per avermi gentilmente mandato una copia – sotto il titolo di I Mondi di J. R. R. Tolkien: I luoghi che hanno ispirato la Terra di Mezzo: una vera e propria enciclopedia che conquista già a partire dall’accattivante illustrazione di copertina, opera di Flo Snook.

Come nel caso dei libri di McIlwaine, la traduzione è stata affidata a Stefano Giorgianni e la nomenclatura segue la nuova versione di Ottavio Fatica.

L’autore è John Garth, uno dei massimi studiosi tolkieniani, che non ha bisogno di presentazioni. Lo ricordiamo per essere l’autore dell’acclamato Tolkien e la Grande Guerra: La soglia della Terra di Mezzo (vincitore del Mythopoeic Scholarship Award 2004) e di Tolkien at Exeter College: How an Oxford Undergraduate Created Middle-earth (finalista per il Mythopoeic Award for Scholarship 2015), mentre la sua ultima opera è già tra i candidati per i Tolkien Society Awards 2021.

Recensione

John Garth
I Mondi di J.R.R. Tolkien. I luoghi che hanno ispirato la Terra di Mezzo
Traduzione di Stefano Giorgianni
Mondadori (febbraio 2021)
€30
208 pp.

Rispetto all’imponente volume di Tolkien: Creatore della Terra di Mezzo, il formato de I Mondi di J. R. R. Tolkien è più squadrato, di dimensioni inferiori e con esattamente la metà delle pagine (208 contro 416). Un’altra differenza: le lettere dorate che compongono titolo, sottotitolo e nome dell’autore, sia sulla copertina che sul dorso, non sono in rilievo; inoltre, le pagine hanno una consistenza diversa, ma sono pur sempre piacevoli al tatto. I Mondi di J. R. R. Tolkien è un volume riccamente illustrato, corredato non solo da disegni o manoscritti tolkieniani, ma soprattutto da fotografie, mappe, immagini e illustrazioni utili alla comprensione dei paralleli presi in esame dall’autore.

Il libro è organizzato in capitoli tematici, che esplorano le varie ispirazioni alla base dei paesaggi, delle storie e dei toponimi tolkieniani, fornendo una quantità impressionante di suggestioni e collegamenti, mentre i frequenti rimandi interni rendono la struttura più organica. In generale, il testo è basato su una solida ossatura di fonti, con particolare riguardo alla cronologia: nell’intervista a John Garth rilasciata al Wade Center, con cui vi avevamo anticipato l’uscita de I Mondi di J. R. R. Tolkien, l’autore definisce il suo metodo «provato e testato, di osservare molto da vicino la cronologia e le contingenze in modo da poter collegare le cose».

Tuttavia, Shaun Gunner ha notato come talvolta vengano presentate anche le congetture personali dell’autore, che mancano però di fonti o citazioni.1

Se nei libri di McIlwaine si è scelto di non menzionare i film, ne I Mondi di J. R. R. Tolkien compaiono sporadici riferimenti alle trasposizioni cinematografiche (il nome del regista, Peter Jackson, è citato solo una volta, a p. 155).

Per quanto riguarda l’appendice, divisa in due parti, ho apprezzato il fatto che sia stato riconosciuto il giusto peso a William Morris, figura spesso troppo sottovalutata nel panorama delle influenze tolkieniane; mentre la presenza di una sezione dedicata a Lydney Park e all’anello di Silvianus si è rivelata una piacevole sorpresa.

Benché Tolkien non vi si recò mai di persona, speravo in un capitolo dedicato all’Islanda, un luogo che con i suoi miti e le sue saghe ha dato molto alla mitologia tolkieniana (è comunque suggestivo il paragone di p. 22 suggerito dalla figlia di Garth, Lorelei, tra i buchi hobbit e le Torfbær “case di torba” islandesi), e mi sarei aspettato anche un maggiore approfondimento del parallelo suggerito dallo stesso Tolkien tra Gondoriani ed Egizi:

I Númenóreani di Gondor erano orgogliosi, particolari e arcaici, e penso che sarebbero raffigurati al meglio come (diciamo) Egizi. In molti modi assomigliavano agli “Egizi”: la passione, e la capacità di costruire edifici giganteschi e massicci. E il loro grande interesse per gli antenati e le tombe.2

Io penso che la corona di Gondor (il Regno del sud) fosse molto alta, simile a quella dell’Egitto, ma con le ali attaccate, non dritte all’indietro ma ad angolo3

Un altro assente importante è l’Italia: quando nell’estate del 1955 (quindi dopo l’uscita de Il Signore degli Anelli) Tolkien visitò l’Italia con la figlia Priscilla, annotò nel suo diario di viaggio:

«Venezia mi è sembrata incredibilmente, elficamente incantevole – come una visione dell’Antica Gondor, o di Pelargir dalle Navi Numenoreane, prima del ritorno dell’Ombra»4

(Tolkien Papers, Biblioteca Bodleiana, Oxford)

Ciò nonostante, la lettura de I Mondi di J. R. R. Tolkien si è rivelata davvero illuminante: “vedere” i luoghi che hanno ispirato Tolkien getta nuova luce sulle sue opere, che si fanno così interpreti dei ricordi personali dell’autore, cristallizzandoli nelle descrizioni. L’opera risulta godibile, riuscendo a unire l’utile al dilettevole: molti spunti di ricerca e, al tempo stesso, un ricchissimo apparato di note che lo rendono anche un’ottima risorsa da consultazione. John Garth può contare sulla propria prosa limpida, maturata grazie alla sua pluriennale collaborazione con i maggiori quotidiani britannici, per armonizzare le informazioni in modo chiaro e accessibile a tutti.

Insomma, una nuova uscita che un tolkieniano non può perdersi!


Note

1 S. Gunner (reviewed by), “The Worlds of J.R.R. Tolkien: The Places that Inspired Middle-earth by John Garth”, in Mallorn, Issue 61 – Winter 2020, pp. 41-42

2 J. R. R. Tolkien, H. Carpenter (a cura di), Lettere 1914/1973, Bompiani, Milano 2018, p. 445

3 Ivi, p. 446

4 cfr. J. Garth, I Mondi di J. R. R. Tolkien. I luoghi che hanno ispirato la Terra di Mezzo, Mondadori, Milano 2021, p. 178

Emilio Patavini
Altri articoli

Emilio Patavini (Genova, 2005). Appassionato lettore di fantasy, fantascienza, weird e horror, si interessa di letterature medievali germaniche, mitologia comparata e di studi sulla vita e le opere di J.R.R. Tolkien. Si occupa in particolare delle fonti di ispirazione mitologiche, letterarie e linguistiche di Tolkien e le loro influenze sul legendarium, e del rapporto tra Tolkien, il fantasy e la fantascienza. Nel 2019 ha tenuto una conferenza su Tolkien dal titolo “Tolkien Ritrovato”. È stato membro della Tolkien Society inglese e ha scritto articoli e recensioni per Amon Hen: Bulletin of the Tolkien Society, LibriNuovi (http://librinuovi.net/) e Liberidiscrivere (https://liberidiscrivere.com/). È intervenuto in varie puntate della web-radio “La Voce di Arda”. Nel dicembre 2020 è entrato a far parte della redazione di Tolkien Italia.

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