Tolkien evangelizzatore /3

 

Desidero dedicare il testo di questo mio articolo a Dante (Farmer Maggot) Valletta e alla sua famiglia. Dante, membro fondatore dell’associazione culturale “I Cavalieri del Mark”, è venuto a mancare il 15 giugno 2019 dopo aver lottato strenuamente contro la malattia che lo assaliva. Anche nella sofferenza Dante ha continuato a coltivare la sua passione e si è sempre mostrato vicino a noi giovani tolkieniani incoraggiandoci nel nostro percorso e non mancando mai di valorizzare i risultati positivi ottenuti. Il cuore profondo di questo articolo, in particolare il momento in cui si parla del finale di The Lord of the Rings in cui Frodo parte per l’Ovest, l’ho scritto pensando alla sofferenza che Dante stava attraversando in quel momento e al desiderio di ogni uomo di una Gioia Infinita. Pur non avendo mai incontrato Dante di persona, ma avendoci scambiato solo qualche parola sul gruppo messenger degli editor della pagina facebook dei “Cavalieri” (in cui sono entrato da poco meno di due mesi), mi sono sentito accompagnato da lui e dalla Speranza che, nonostante la sua situazione di sofferenza, mi ha comunicato. Il fuoco dell’articolo è frutto della riflessione sulla condizione drammatica di ogni uomo che, infine, necessita una ‘partenza’ per poter abbracciare un Amore Grande: il dolore e la morte sono, come la Croce di Cristo, la strada che siamo destinati a percorrere per rinascere a Nuova Vita. Grazie Dante!

Benedetto (Enenquë) Ardini


Dopo aver discusso i riferimenti alla figura di Cristo in The Lord of the Rings che possono portare il lettore a riflettere sui temi di amore e sacrificio (articolo Tolkien Evangelizzatore – I Temi Cristologici in The Lord of the Rings), proviamo a vedere nel dettaglio perché tutta l’opera di Tolkien, ovvero quello che lui chiamava legendarium, è nella sua interezza un’opera permeata dal Cristianesimo. Quest’ultimo articolo a riguardo del tema Tolkien Evangelizzatore si pone quindi l’obiettivo di mostrare, a partire dai due precedenti, perché un lettore attento di The Hobbit, The Lord of the Rings e The Silmarillion non può non entrare in contatto con il messaggio cristiano di Tolkien e rimanerne “evangelizzato” nell’immaginario.

In che senso Tolkien è un evangelizzatore?

Come abbiamo visto, il lettore di The Lord of the Rings si trova ad essere messo difronte a personaggi che, attraverso le loro azioni, gli testimoniano un comportamento e delle scelte che ricordano la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù.
Ma ora la domanda che sorge spontanea è: ma Tolkien può essere veramente definito un evangelizzatore?

Gli intrecci e le storie presenti nella mitologia tolkieniana sono vari e molteplici e i non cospicui rimandi alla figura di Cristo in The Lord of the Rings, seppure possano essere evidenti, sicuramente non bastano per poter affermare che Tolkien con il suo intero legendarium (di cui The Lord of the Rings è una minima parte) sia un evangelizzatore. Tuttavia nel primo articolo abbiamo visto che fin dai tempi giovanili del T.C.B.S. Tolkien aveva effettivamente il desiderio di testimoniare una ‘nuova luce’ e che, in un qualche modo, il legendarium da lui inventato (a partire dagli anni ’10) presentava una struttura teologica in accordo con la visione Cristiana (vedi articolo Tolkien Evangelizzatore –Le Radici Cattoliche e l’Intento Evangelico del Legendarium).Ma perché dopotutto l’opera di Tolkien dovrebbe rimandare necessariamente ai valori cristiani? Perché un qualunque lettore interessato dai suoi testi dovrebbe rimanere colpito ed evangelizzato nel suo immaginario? Non potrebbe essere possibile dare una legittima chiave di lettura orientata solo sulla componente “estetico-fantastica” in sé stessa (che sicuramente è l’aspetto centrale della mitopoeia tolkieniana) trascurando il legame con il “senso religioso” che, al più, potrebbe essere dettato solo da una qualche relazione simbolica? Ci sono molte interpretazioni dell’opera tolkieniana (anche da parte di ‘esperti studiosi’) che cercano di negare la presenza dell’elemento cristiano a favore di una visione “storicoscientifica”.

Ma siamo sicuri che, sia per chi approfondisce veramente Tolkien sia per chi lo legge solo per “svago”, sia realmente possibile separare Fede dell’autore da mitopoeia, Cattolicesimo da creazione e concezione del mito in tutti i suoi aspetti? Per rispondere a questa domanda vediamo per prima cosa come il rimando simbolico all’”elemento religioso” nella narrazione non sia per nulla secondario ma, anzi, costituisca un punto cruciale e possibile motore nell’evangelizzazione dell’immaginario del lettore. Il tema cristologico del Sacrificio nei personaggi di Frodo, Gandalf e Aragorn (visto nell’articolo Tolkien Evangelizzatore – I Temi Cristologici in The Lord of the Rings) così come il tema della Pietà di Bilbo (che in The Hobbit risparmia Gollum quando avrebbe tutti i buoni motivi per ucciderlo1) potranno anche essere dei fatti circoscritti ad un breve lasso di tempo rispetto all’intera storia del ben più ampio legendarium tolkieniano, ma sono gli eventi centrali nella trama di The Hobbit e The Lord of the Rings: eventi che sicuramente non possono sfuggire nemmeno al lettore distratto (che anzi apprezzerà più questi momenti che non dettagli più marginali del Mondo Secondario).

 

 


1 «Doveva pugnalare quell’affare obbrobrioso, cavargli gli occhi, ucciderlo. Ucciderlo? No, non sarebbe stato un combattimento leale. Lui adesso era invisibile. Gollum non aveva una spada. Gollum non aveva mai minacciato di ucciderlo, né aveva tentato di farlo. Ed era infelice, solo e smarrito. Un’improvvisa comprensione, una pietà mista a orrore, pervase il cuore di Bilbo: rapida come un baleno si levò davanti a lui la visione di infiniti, identici giorni, senza una luce o una speranza di miglioramento: pietra dura, pesce freddo, strisciare e sussurrare. Tutti questi pensieri gli passarono davanti in una frazione di secondo. Tremò. E poi tutto a un tratto, ancora in una frazione di secondo, come ricaricato di nuova forza e risolutezza, saltò in avanti» – Tolkien, J. (2014). Lo Hobbit Annotato (V edizione Tascabili Bompiani gennaio 2014 ed.), capitolo 5 ‘Indovinelli nell’oscurità’, pag.148-149