di Emanuele Cappella
Ogni leader ha uno slogan. Un programma. Sauron, Signore dei Doni, non fa eccezione. A lui dobbiamo infatti la più memorabile battuta teatrale dell’intera prima stagione della serie Amazon e – meraviglia! – è così accattivante che nell’universo narrativo tutti la citano. Sauron, però, fino all’ultimo in incognito, non la pronuncia mai direttamente. Perché dovrebbe farlo? Lo fa per lui Adar, lo fa Celebrimbor, lo fa implicitamente persino Galadriel, ossessionata dal potere di queste parole. A diversi mesi dalla chiusura della prima stagione, anche io sento il bisogno di farlo: Non di carne, ma di oltre la carne [1].
Semplice. Accattivante. Che significa? Per capirlo dobbiamo esplorare meglio Sauron come personaggio. Una premessa: per seguire la riflessione su Sauron è letteralmente impossibile ignorare il superbo Morgoth’s Ring [2], dove Tolkien esamina dialetticamente il rapporto con il suo maestro Morgoth: «Nella Seconda età Sauron era effettivamente “maggiore” di Morgoth alla fine della Prima. Tuttavia, Sauron ereditò la “corruzione” di Arda, e si limitò ad investire il suo (molto più limitato) potere negli Anelli; perché erano le creature della terra che desiderava dominare nelle loro menti e volontà» (corsivo di Tolkien). [3]
Facciamo un passo indietro per spiegare questo passaggio in chiave storica, prima di allargare la riflessione. Nell’universo Tolkieniano, Morgoth ha un ruolo per molti versi simili a Satana nella tradizione giudaico-cristiana. Nel bellissimo racconto di Athrabeth Finrod ah Andreth [4], ovvero il simposio di Finrod (elfo Noldor e fratello di Galadriel) e Andreth (donna della casata di Bëor), si discute esplicitamente del ruolo di Morgoth nella corruzione della specie umana. Andreth si rifiuta di spiegare i dettagli, ma di fatto nel racconto tutto suggerisce una scena edenica: Morgoth-Satana corrompe i primi uomini facendosi riconoscere come divinità al posto di Eru [5]. Dio-Eru, che si presenta nella storia letteralmente come una voce daimonica [6], viene ignorato, un ripudio che stravolgerà letteralmente la natura umana. Uno degli effetti dell’intervento di Morgoth, per esempio, sarà la riduzione della durata di vita dell’uomo [7], ma in realtà nella tradizione riportata da Andreth cambia l’equilibrio stesso tra anima e corpo.
Il potere di Morgoth è dunque un potere della carne nella misura in cui è tanto forte da modificare l’essenza del mondo fisico. Non solo della natura umana: per Tolkien la Terra-di-Mezzo stessa è mutata a causa dell’interferenza di Morgoth – tanto che Tolkien parla di Arda “corrotta” [8], che nelle interpretazioni teologiche degli elfi sarà un giorno risanata per diretto intervento di Eru [9]. Se dunque l’Anello di Sauron è un oggetto che si può tenere nel palmo di una mano, l’Anello di Morgoth è la terra stessa, in quanto in essa Morgoth ha posto il suo potere [10].
Attenzione, non si sta suggerendo un dualismo manicheo: Morgoth, secondo Tolkien, rimane una creatura, seppur potentissima, incapace di creare dal nulla. Ma è invece capacissimo di corrompere l’esistente, come anche la perversione di elfi e uomini in orchi può testimoniare. Morgoth negli orchi ha di fatto ottenuto una nuova specie intrinsecamente corrotta, il suo disegno più nefasto [11].
Se portiamo la discussione a livello di motivazione e impulsi, potremmo allora dire che l’ossessione di Morgoth riguarda la creazione dell’esistente [12] – e dunque il possesso nel suo senso più stretto. In mancanza di questo in Morgoth si scatena un meccanismo di rabbia nichilistica e distruttiva, tanto che, per Tolkien, avrebbe distrutto il mondo intero e tutti i suoi abitanti una volta vincitore [13], consapevole del fatto che non lo avrebbe mai potuto possedere come desiderava, da creatore. In questo possiamo forse vedere un’espressione plastica del meccanismo psichico dell’invidia descritto da Melanie Klein nei suoi scritti di psicoanalisi [14]: semplificando e banalizzando, se non è mio, non deve essere. Nel mondo di Morgoth, tutto è aggressività eterodiretta, impulso violento contro il mondo e gli altri.
Per Sauron, la questione è più sfumata. Il desiderio lo spinge verso una dimensione del controllo, delle menti (mind) e della volontà (will), ovvero di un potere oltre la carne. Come ottenere questo potere? Qui entrano in gioco gli Anelli e l’Unico Anello in particolare, esplicitamente realizzato per dominare i Popoli della Terra di Mezzo: un anello per domarli tutti. Ma cosa c’è alla base di questo impulso? Tolkien sottolinea che in origine Sauron era genuinamente spinto dal desiderio di occuparsi del benessere fisico dei propri sottoposti [15], donando metaforicamente pane e ordine per risanare quella Terra-di-Mezzo che aveva contribuito a danneggiare [16]. Per certi versi in Sauron si rivede un atteggiamento che lo accomuna al Grande Inquisitore descritto da Dostoevskij nei Fratelli Karamazov, il personaggio che si spinge fino a proclamare l’intrinseca insostenibilità del libero arbitrio per giustificare il proprio dominio sugli altri [17]:
«Senza di noi non sapranno sfamarsi mai, mai! Nessuna scienza potrà dar loro il pane, finché saranno liberi; ma finirà che deporranno la loro libertà ai nostri piedi e ci diranno: “Fateci schiavi, ma sfamateci!”. Alla fine, lo capiranno da sé, che libertà e pane terreno in abbondanza per tutti sono due cose che non possono stare insieme, perché essi non saranno mai capaci di farsi le parti fra di loro! E si convinceranno anche che non potranno mai essere neppure liberi, perché sono deboli».
È in quest’odio per la libertà delle “menti e delle volontà”, potenziale fonte di entropia esistenziale e geopolitica, che paradossalmente si rovescia il desiderio di ordine di Sauron, quando contrastato. È l’eterno ritornello degli imperialismi e di tutte le ideologie che hanno imposto il proprio potere sugli altri, giustificandolo in nome di una supposta missione ordinatrice. Ma, come ha scritto Tacito, è molto chiaro il costo dell’opposizione a questi doni: Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant, dove hanno creato il deserto dicono di aver portato la pace [18].
È facile ridurre questa disamina dei personaggi della Terra-di-Mezzo a un semplice esercizio di stile. Eppure, qualcosa di Sauron e del suo Anello, così come del suo maestro Morgoth, risuona in noi ogni volta che leggiamo l’opera di Tolkien. Forse – lo spero – una sua eco perturbante è arrivata anche ai nuovi fan attraverso la serie televisiva.
Come mai questa eco? Personalmente mi sento di azzardare che nelle pulsioni di Sauron e Morgoth cogliamo qualcosa di umano, troppo umano, del nostro inconscio, delle nostre comunità, delle nostre vite. Qualcosa che ci riguarda, sia che si tratti dell’impulso di morte e dell’invidia di Morgoth, che può portarci a distruggere quello che in fondo desidereremmo avere; sia che si tratti del desiderio di Sauron di imporci a tutti i costi sugli altri perché in fondo sentiamo di essere amministratori più competenti. Un impulso che possiamo trovare dentro di noi e in ogni interazione umana, sul posto di lavoro, a una partita di calcetto tra amici, e più in grande su quei campi di battaglia, oggi anche europei, che fino a pochi anni fa consideravamo un residuo di ere passate.
Forse Tolkien non parla solo della Terra-di-Mezzo. Forse parla anche di noi, delle nostre pulsioni. Della carne e di oltre la carne.
Riferimenti bibliografici
[1] “Power…not of the flesh but over the flesh” in originale, Ep. 6 Season 1 – Amazon Prime The Rings of Power Citazione – Diritti Amazon
[2] JRR Tolkien. Morgoth’s Ring in Myths Transformed | The History of Middle-earth vol.10, HarperCollins Editions (2015).
[3] «Sauron was “greater” effectively, in the Second Age than Morgoth at the end of the First. […] Sauron, however, inherited the “corruption” of Arda, and only spent his (much more limited) power on the Rings; for it was the creatures of earth, in their minds and wills, that he desired to dominate» – Traduzione mia, di un passo in Morgoth’s Ring (pg. 395)
[4] JRR Tolkien. Athrabeth Finrod ah Andreth in Myths Transformed | The History of Middle-earth vol.10, HarperCollins Editions (2015)
[5] Qui faccio riferimento soprattutto all’approfondimento del racconto “The Tale of Adanel”, attribuito a una parente di Andreth e riportato come racconto ancillare dell’Athrabeth Finrod ah Andreth, sempre in Morgoth’s Ring, pag. 345
[6] “The Voice had spoken to us, and we had listened. The Voice said: ‘Ye are my children. I have sent you to dwell here. In time ye will inherit all this Earth, but first ye must be children and learn. Call on me and I shall hear; cause I am watching over you’. We understood the Voice in our hearts, though we had no words yet.” – Athrabeth Finrod ah Andreth in Myths Transformed | The History of Middle-earth vol.10, HarperCollins Editions (2015), pg. 345
[7] Faccio riferimento in particolare alla sezione di “Commentary” dell’Athrabeth Finrod ah Andreth, pg.329 di Morgoth’s Ring
[8] Qui rimando a una ricca documentazione sul Tolkien Gateway per l’analisi del concetto della corruzione di Arda, in inglese “Arda marred”: https://tolkiengateway.net/wiki/Arda_Marred
[9] “Finrod however, see now that, as things were, no created thing or being in Arda, or in all Eä, was powerful enough to counteract or heal Evil: that is to subdue Melkor and the Evil that he had dissipated and sent out from himself into the very structure of the world. Only Eru himself could do this.” Morgoth’s Ring pag. 334, che consiglio di leggere soprattutto per chi è interessato al tema della redenzione in Tolkien.
[10] “Sauron’s, relatively smaller power, was concentrated; Morgoth’s vas power was disseminated. The whole of ‘Middle-Earth’ was Morgoth’s Ring”. Morgoth’s Ring, pg. 400, corsivo di Tolkien.
[11] Rimando a questo articolo dove approfondisco il tema: https://tolkienitalia.net/lo-specchio-di-galadriel/
[12] Nel Silmarillion si racconta esplicitamente che “vagò nel vuoto alla ricerca della Fiamma Imperitura per poter portare all’Essere i propri pensieri” – Il Silmarillion, Bompiani (2010).
[13] “Thus, as Morgoth, when Melkor was confronted by the existence of other inhabitants of Arda, with other wills and intelligences, he was enraged by the mere fact of their existence, and his only notion of dealing with them was by physical force, or the fear of it. His sole ultimate object was their destruction […] Morgoth would no doubt, if he had victorious, have ultimately destroyed even his ‘creatures’ such as Orcs”. Pg. 395-396 in Morgoth’s Ring
[14] Per approfondire citerei questa risorsa online, che ho trovato molto ben argomentata: http://psy.dmu.ac.uk/drhiles/ENVYpaper.htm
[15] “His capability of corrupting other minds and even engaging their service, was a residue from the fact that the original desire for ‘order’ had really envisaged the good estate (especially physically well-being) of his ‘subjects’” – la sua capacità di corrompere le menti degli altri e addirittura porle al proprio servizio si può spiegare con il fatto che in origine il suo desiderio di ordine avesse davvero contemplato la prosperità (specialmente il benessere fisico) dei suoi sottoposti. Morgoth’s Ring
[16] Ecco che nello sceneggiato Amazon durante il confronto finale con Galadriel potrà dire in tutta onestà: “When Morgoth was defeated it was as if a great, clenched fist had released its grasp from my neck. And in the stillness of that first sunrise, at last, I felt the light of The One again. And I knew if ever I was to be forgiven…that I had to heal everything that I had helped ruin.”, prima che Galadriel sottolinei il costo per questi suoi doni di riparazione – Ep. 8 Season 1 – Amazon Prime The Rings of Power, Citazione – Diritti Amazon
[17] I fratelli Karamazov di Fëdor Michajlovič Dostoevskij – Garzanti (2015)
[18] Agricola di Publio Cornelio Tacito – Rusconi Libri (2017)
Emanuele Cappella. Dottore di ricerca in psicologia, lavoro come data analyst nel settore bancario. Lettore onnivoro, sono appassionato del Legendarium tolkieniano da quando, a 11 anni mio papà mi ha portato dalla biblioteca una vecchia edizione de “Lo hobbit”. Il mio personaggio preferito è Galadriel.