Similitudini e influenze
Dal punto di vista artistico notiamo un’attenzione particolare da parte di Tolkien alla realizzazione di zone di luce e zone d’ombra. Conosciamo la passione del Professore per l’illustrazione e la pittura che lo accompagnò per la sua intera carriera. Si tratta di una pittura fresca, chiara, quasi didattica. Uno stile piuttosto schematico che si avvale talvolta di linee dolci e sfumate. Uno stile quindi che aderisce al soggetto rappresentato. Nel caso del Taniquetil abbiamo l’elemento naturale della roccia costruito perciò attraverso linee sagomate e campiture di colore ampie e decise. La gamma di colorazione va dal grigio chiaro all’azzurro, dal marrone scuro a quello chiaro, dall’ocra al bianco del bagliore della neve sulle vette o della luce che colpisce la materia. Uno stile che in qualche modo ha aiutato i tessitori di Aubusson nel loro complesso lavoro: ogni faccia della roccia ha il suo colore, nell’acquerello così come nell’arazzo. Il lavoro d’intessitura è stato completato magistralmente senza che l’immagine perdesse in qualità e dettaglio nonostante le piccole dimensioni dell’acquerello. Questo tipo di costruzione a campiture larghe e compatte si può ritrovare nelle diverse raffigurazioni della montagna Sainte-Victoire di Paul Cézanne, specialmente in alcune versioni. Di certo le montagne di Cézanne sono piuttosto differenti dal Taniquetil di Tolkien, ma entrambe le rappresentazioni sono animate da una certa schematicità, talvolta da una certa geometria, la stessa che erediteranno i maestri del Cubismo.
La particolarità dei disegni e delle pitture di Tolkien, come notiamo infatti anche nel nostro acquerello, è quella dell’utilizzo della linea come netta demarcazione dei piani. Troviamo un interessante gioco di luci ed ombre che costruiscono i colori moltiplicandoli nelle loro varie tonalità, ma in netta giustapposizione, mai in sfumata fusione. Un gioco che sembra addolcirsi solo in alcuni punti delle acque del mare. Nelle montagne di Cézanne notiamo un’analoga costruzione dei piani, ma in questo caso è il colore a darne la struttura e non la linea. Questo tipo di linea sagomata va a costruire anche un’altra montagna di mano di Tolkien. Si tratta del disegno Le Montagne Nebbiose viste da occidente, guardando dal Nido d’Aquila verso l’Alto Passo realizzato per la serie d’illustrazioni per Lo Hobbit (ne abbiamo parlato qui). È evidente che la nostra illustrazione del Taniquetil ne fu proprio la diretta ispiratrice.
La stessa linea è facilmente riscontrabile anche nello stile di Gustav Klimt, come nella Scuola di Glasgow con Charles Rennie Mackintosh, nella scuola dell’Art Nouveau e nel movimento Arts and Crafts di cui è nota l’influenza sull’immaginario figurativo di Tolkien. Parliamo perciò di un linguaggio intriso di cultura europea che denota uno studio accurato e appassionato, mai banale e distratto del Professore. Una cultura e una sapienza che ritroviamo anche nel meraviglioso arazzo della Manifattura di Aubusson, a riprova dell’inserimento dell’attività francese nel 2009 nel Patrimonio UNESCO culturale dell’umanità.
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