Da “la Storia di Kullervo” a “I Figli di Húrin” 1/3

 

2. Il richiamo del Tragico

Perché, tra le varie narrazioni contenute nel Kalevala, il giovane Tolkien scelse proprio la storia di Kullervo? In una lettera a Edith, egli scrisse che stava componendo una “bella storia tragica”: perciò l’aspetto da cui venne conquistato, fu proprio l’elemento tragico.
Secondo John Garth il fascino potrebbe risiedere “in parte nella mistura di eroismo, romanticismo giovanile e disperazione”; secondo Verlyn Flieger potrebbero esserci anche motivazioni biografiche che avrebbero spinto il giovane Autore. a immedesimarsi parzialmente nello sfortunato protagonista in quanto anch’egli aveva perso prima il padre, da bambino, e poi la madre da adolescente. Sebbene padre Francis non fosse paragonabile al malvagio zio Untamo, è pur vero che, probabilmente il giovane John si era sentito privo dell’affetto familiare e poteva aver provato una certa ostilità nei confronti del suo tutore quando lo aveva allontanato dall’amata Edith. In ogni caso in questa fase della sua vita, Tolkien fu attratto da una tragedia familiare che non sfigurerebbe tra quelle del mito classico, ma che contiene anche quell’atmosfera di magia e di arcaicità che tanto lo aveva colpito.
Nell’introduzione al testo V. Flieger scrive:

“Non è solo il primo racconto dell’autore, è anche il suo tentativo di scrivere una tragedia e la prima incursione nella creazione di un mito, elemento che ne fa un’anticipazione dell’intero canone narrativo di Tolkien”.11

In quanto tentativo di ricreare un mito esistente si collega ai successivi la leggenda di Sigurd e Gúdrun e La Caduta di Artù, scritti tra gli anni ’20 e ’30.

“Come Sigurd e Gúdrun è una storia d’amore dal finale tragico, dove non c’è compassione per gli attori umani; come La Caduta di Artù è una storia in cui le vite umane sono controllate da un incomprensibile intreccio tra fato e scelte personali e come questo è incompleto”.12

È probabile che l’aspetto fondamentale e di massimo interesse. fosse proprio “l’intreccio tra fato e scelte personali”, elemento che compare già nella Storia di Kullervo e che verrà ulteriormente approfondito nella saga de I Figli di Húrin. L’autore stesso dirà in una lettera alla casa editrice Collins che il protagonista Túrin “è una figura che si potrebbe dire che derivi da elementi di Sigfrido, Edipo e dal finnico Kullervo”.

Tolkien lavorò alla Storia di Kullervo tra il 1912 e il ’16 e, pur mantenendo la struttura originaria del testo, apportò importanti cambiamenti, fornendo maggiore profondità alla storia sia rispetto alla caratterizzazione dei personaggi ed alle motivazioni psicologiche che muovono il protagonista, praticamente assenti nell’originale, sia aumentando il senso di mistero e la suspense nella concatenazione degli avvenimenti. A differenza dell’originale T. collega attentamente cause ed effetti, motivi e risultati.

 

Chiara Nejrotti

 


10 Idem, p.181
11 Introduzione p.VII
12 Idem p.XIV

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