di Enrico Spadaro
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Nel 2019 si è celebrato il centenario della conclusione della Prima Guerra Mondiale: Walking Tree Publishers (che ringraziamo per la copia omaggio che ci ha spedito) ha dunque pensato che i tempi erano propizi per commemorare l’occasione con un volume incentrato sull’esperienza di Tolkien come soldato durante il primo conflitto mondiale e naturalmente come scrittore di guerra. Come spiega nei ringraziamenti il curatore della collana Cormarë Peter Buchs, l’idea originaria era quella di organizzare una conferenza internazionale per l’anniversario della Battaglia della Somme nel 2016, possibilmente nel nord della Francia dove Tolkien aveva combattuto. Decaduta questa proposta è nato dunque un volume di saggi sul tema di Tolkien e la Grande Guerra da parte dei curatori Janet Brennan Croft e Annika Röttinger. Il volume è stato candidato nella categoria di “miglior libro” ai Tolkien Society Awards 2020, scalzato solo dallo studio di Oronzo Cilli: Tolkien’s Library.
L’argomento è già stato esplorato e ampiamente discusso in precedenza. Croft è una notevole studiosa in questo campo, avendo scritto nel 2004 la monografia War and the Works of J.R.R. Tolkien ed ha, inoltre, curato la raccolta del 2015 Baptism of Fire: The Birth of the Modern British Fantastic in World War I. In egual modo, Röttinger contribuisce con la sua grande esperienza in materia di storia militare. Il precedente più noto per quel che riguarda il rapporto tra il Professore di Oxford e il primo conflitto mondiale è senza dubbio Tolkien and the Great War (2003) di John Garth, celeberrima opera di erudizione e biografia divenuta ormai un caposaldo degli studi biografici su Tolkien. Pur ammettendo che è stato spianato ormai un nuovo filone di studi, Croft, nell’introduzione al volume sottolinea come l’argomento “non sia affatto esaurito” e che:
C’è ancora del lavoro investigativo da fare per scoprire i fatti sul servizio militare e la convalescenza di [Tolkien]; ci sono temi e motivi ancora da esaminare […]; altre opere da parte di eruditi in altri campi possono illuminare aspetti dell’opera di Tolkien che non sono ancora stati considerati.
Il “lavoro investigativo” e l’accurato metodo di ricerca rendono “Something Has Gone Crack” una miscellanea di tutto rispetto nel campo dei Tolkien Studies. Se da un lato l’opera biografica di Garth era prettamente centrata sulla narrazione emotiva della vita e delle relazioni di Tolkien, questo volume approfondisce un’ampia varietà di minuzie riguardanti i temi della guerra e gli eventi storici rapportandoli anche da un punto di vista letterario e di storia delle idee alla vita e all’opera di Tolkien. Il tono è accademico e scientifico, anche grazie all’inclusione di una mappa della battaglia della Somme e una cronologia dettagliata del servizio svolto da Tolkien in seno all’esercito britannico. L’interesse per le date e i dettagli, per quei particolari che sembrano caratterizzare l’operato narrativo del Tolkien scrittore o di un pittore come Niggle: potrebbe forse rendere la lettura degli articoli un’esperienza meno coinvolgente per il lettore comune ma diventa un elemento di grande di valore per il ricercatore.
I contenuti
Il volume si articola in quattro sezioni. La prima, sulla “Conduzione della guerra”, esamina i punti in comune tra la Grande Guerra e le diverse battaglie della Terra di Mezzo. La seconda sezione si concentra sulle nuove applicazioni della ricerca sulla Grande Guerra applicate alla biografia di Tolkien. La terza sezione pone l’attenzione sulle “Radici dei principali temi del Legendarium” che si ritrovano nella Grande Guerra. La sezione finale volge lo sguardo alle cosiddette “Alterità”, con un differente approccio nei confronti della guerra e della narrativa di Tolkien attraverso tematiche meno evidenti ma altrettanto ben documentate, che si riferiscono alla razza, alla classe, al genere e
alla sessualità.
Tanti sono i contributi di cui si avvale il volume, per cui forse è meglio menzionare solo alcuni aspetti salienti. Tom Shippey e John Bourne esaminano la “steep Learning-Curve”, cui dovette far fronte l’esercito britannico in questo periodo, vale a dire la rapida formazione dei battaglioni pronti al combattimento, che portarono al “New Army” (nuovo esercito), composto in gran parte da reclute nuove e non addestrate, fornendo così un contesto storico diverso e più vivo. Glenn Peterson, in Strategic Blunders in the First Age Great Battles, sostiene che il servizio militare abbia fornito a Tolkien diversi elementi per la creazione delle epiche battaglie della Terra di Mezzo,
con particolare attenzione dedicata alla leadership e alla cooperazione tra alleati.
L’articolo di Tal Tovey su Aspects of Total War ipotizza che le avventure degli hobbit rispecchiano il passaggio storico verso la “guerra totale”, vale a dire il passaggio, anche ideologico, dai vecchi conflitti tra governanti e dinastie, tipici dell’età antica, alle guerre tra nazioni e popoli all’interno della civiltà occidentale. Fault Lines Beneath the Crack di John Rosegrant scaturisce dall’affermazione piuttosto vaga di Tolkien che «qualcosa è andato in frantumi» (“Something has gone crack”) in seguito alla tragica morte del suo amico Rob Gilson: che cosa è «andato in
frantumi»? L’autore dell’articolo suggerisce un’interpretazione sia fisica sia psicologica che avrebbe causato un vero e proprio trauma nel giovane Tolkien.
Il testo di Michael Flowers su Tolkien nell’East Yorkshire, (Tolkien in East Yorkshire, 1917-18: A Hemlock Glade, Two Towers, The Houses of Healing and a Beacon di Michael Flowers) tenta di approfondire ricerche precedenti concernenti il periodo di convalescenza passato da Tolkien in quella regione britannica. I giorni ivi trascorsi dal futuro filologo dell’Università di Oxford avrebbero influenzato la creazione della memorabile radura di cicuta del racconto di Beren e Lúthien e potenzialmente altre allusioni al mondo reale. Questo articolo, corredato di mappe e dettagli di pregevole fattura, ha fatto parte dei candidati al titolo di “miglior articolo” per i Tolkien Society Awards del 2020, come avevamo documentato all’epoca.
John Garth si cimenta nel raccontare una singolare ed intrigante leggenda popolare che si ispira al racconto di Arthur Machen The Bowmen e i possibili punti in comune con i primi tentativi di abbozzare una mitologia da parte di Tolkien, proprio in quel periodo. Garth riprende in parte alcuni dei motivi essenziali trattati nella sua grande monografia Tolkien and the Great War e approfondisce un curioso episodio menzionato appena nel testo del 2003 riguardante gli “Angeli di Mons”, paragonando motivi angelici, interventi soprannaturali, folklore ed elementi di superstizione che, attraverso il suddetto racconto di Machen, riappaiono nelle figure mitiche delineate da Tolkien.
Lynn Schlesinger confuta il concetto di Prima Guerra Mondiale come contesto esclusivamente maschile e indaga il possibile ruolo delle donne in tempo di guerra, che gestivano e lavoravano negli ospedali, guidavano le ambulanze, conducevano le mense, ed altre mansioni fondamentali parallele all’aspetto bellico. L’autore ribadisce che tali mansioni avrebbero influenzato personaggi femminili dello stesso Tolkien.
Mighty Men of War di Felicity Gilbert smentisce le precedenti considerazioni dei ruoli di genere in tempo di guerra, illustrando una maggiore fluidità nelle caratteristiche rispettivamente attribuite e uomini e donne. Giovanni Carmine Costabile, unico autore italiano della raccolta e ricercatore indipendente, conclude la raccolta delineando un interessante collegamento tematico tra Éowyn e l’ottavo Reggimento scozzese Argyll & Sutherland Highlanders attraverso l’opera del pittore Glaswegian Frederick A. Farrell. Per ulteriori dettagli e per scoprirne di più non vi resta che leggere il volume.
“Something Has Gone Crack” si colloca come un contributo importante ed estremamente vario ed interessante al campo degli studi biografici tolkieniani. Il costante parallelismo tra il contesto storico politico e sociale della Grande Guerra, l’evento che ha sconvolto le certezze del mondo moderno, e la genesi dell’opera di Tolkien rappresenta il punto di forza di quest’opera. Alcuni dei saggi possono forse apparire meno convincenti e pregnanti rispetto ad altri nell’esposizione del relativo tema e può capitare che alcuni argomenti risultino più ardui da leggere ma nel complesso il volume è abbastanza coinvolgente e tutti gli autori che ne contribuiscono sottolineano le difficoltà di Tolkien in merito agli studi biografici e, pertanto, intendono sviluppare la discussione piuttosto che sostenere una qualche necessaria intenzione o rapporto essenziale per quel che concerne Tolkien stesso. L’opera si rivolge ai fan più incalliti e precisi, ma soprattutto a quegli studiosi e ai ricercatori che si interessano di studi biografici e in particolare allo stretto rapporto che intercorre ormai tra filologia e guerra, tra vita e opera letteraria, tra esperienze ed idee. Si tratta dunque di raccolta che non può mancare sullo scaffale di un vero studioso tolkieniano.