Il Medievale nella Terra di Mezzo: gli Elefanti anglosassoni e gli Olifanti di Tolkien

di Thijs Porck


Come professore di filologia anglosassone all’Università di Oxford, J. R. R. Tolkien non poté fare a meno di ispirarsi alla lingua e alla letteratura, che studiò e insegnò. Come risultato, il suo mondo immaginario è infuso di materiale culturale del Medioevo, in particolare di lingua e letteratura Antico Inglese. In questo post, mi concentro sui parallelismi tra gli olifanti di Tolkien e le loro controparti dell’Inghilterra altomedievale.

Sugli olifanti e gli elefanti

Mentre gli hobbit Sam e Frodo, guidati dalla creatura Gollum, si dirigono verso Mordor ne Le Due Torri, si imbattono in un certo numero di forze di Sudroni che marciano verso il Cancello Nero di Mordor. Sam si chiede se potrebbero aver portato degli olifanti. Quando Gollum esprime la sua ignoranza su questi animali, Sam si alza e recita una piccola poesia:

Come un topo son grigio
E grande come un edificio,
Il mio naso è un serpente
E il mio passo è irruente
Fa tremare la terra
Molto più di una guerra.
Con due corna in bocca
Camminare mi tocca,
Sventolando l’orecchio.
Ma non sono mai vecchio
Pur marciando parecchio,
Pur se supino mai,
Neanche per morire mi vedrai.
Io sono Olifante,
Il più importante,
Il più grosso e il più grande.
Se un giorno t’incontro
Non scorderai lo scontro;
Ma se non mi vedi,
So che non ci credi.
Eppure sono Olifante,
Il vecchietto ben portante.1

La poesia di Sam (che è anche riprodotta come parte de Le Avventure di Tom Bombadil) ha un interessante analogo in un’omelia scritta da Ælfric di Eynsham (955 circa – 1010 circa). Ælfric scrisse dei Maccabei, un gruppo di guerrieri ebrei (venerati come santi nella prima Chiesa cristiana), che ebbero diverse interazioni con gli elefanti. Descrisse questo animale esotico come segue:

CAMBRIDGE, UNIVERSITY LIBRARY, MS II.1.33, FOL. 189R.

Sumum menn wile þincan sellic þis to gehyrenne, forðan þe ylpas ne comon næfre on Engla lande. Ylp is ormæte nyten mare þonne sum hus, eall mid banum befangen binnan þam felle butan æt þam nafelan, 7 he næfre ne lið. Feower 7 twentig monða gæð seo modor mid folan, 7 þreo hund geara hi libbað, gif hi alefede ne beoð. 7 hi man mæg wenian wundorlice to gefeohte. Hwæl is ealra fixa mæst, 7 ylp is ealra nytena mæst, ac swa þeah mannes gescead hi mæg gewyldan.

Alcuni uomini penseranno che sia strano da sentire, perché gli elefanti mai sono venuti in Inghilterra. Un elefante è una creatura immensa, più grande di una casa, completamente circondato da ossa all’interno della pelle, tranne all’ombelico, e non si sdraia mai. La madre porta in grembo il cucciolo per ventiquattro mesi e vivono per trecento anni se non subiscono ferite invalidanti. E possono essere meravigliosamente allenati per una battaglia. La balena è il più grande di tutti i pesci, è l’elefante è il più grande di tutti gli animali, ma il potere della ragione dell’uomo può comunque dominarli.

Notate come sia Ælfric che la poesia di Sam paragonino le dimensioni di queste bestie a una casa; entrambi menzionano la loro notevole longevità e il fatto che non si sdraiano mai. Secondo Ælfric, la maggior parte delle persone nell’Inghilterra altomedievale non aveva familiarità con gli elefanti come Gollum con gli olifanti – cosa confermata dalle seguenti riproduzioni artistiche di elefanti in due manoscritti anglosassoni:

‘ELEPHANTS’ IN ANGLO-SAXON MANUSCRIPTS. LONDON, BRITISH LIBRARY, COTTON TIBERIUS B.V, FOL. 81R; LONDON, BRITISH LIBRARY, COTTON VITELLIUS C.III, FOL. 82R

L’“elefante” a sinistra illustra il passaggio «On þyssum stowum beoð akende þa miclan menigeo ylpenda» [“In questi luoghi nascondo le grandi moltitudini di elefanti”] in Marvels of the East [“Le Meraviglie d’Oriente“] in Antico Inglese; l’elefante sulla destra accompagna una ricetta medica che prescrive “ylpenban” [osso d’elefante]. A giudicare dalla texture della pelle, dalla mancanza di zanne e di orecchie flosce, questi artisti anglosassoni non avevano evidentemente mai visto un elefante.

Come uccidere un elefante o un olifante

Nel suo Hexameron (un’opera sui sei giorni della Creazione), Ælfric scrisse ancora a proposito dell’elefante, questa volta dando più risalto a come si potrebbe usarlo in battaglia:

CAMBRIDGE, CORPUS CHRISTI COLLEGE, MS 302, PP. 16-17

Ða ylpas beoð swa micele swylce oðre muntas 7 hi magon libban ðreo hund geara 7 man mæg hi wenian to wige mid cræfte swa ðæt men wyrcað wighus him uppan 7 of ðam feohtað on heora fyrdinge. Þonne flyheð ælc hors afæred þurh þa ylpas, 7 gif hwa him wiðstent he bið sona oftreden.

Gli elefanti sono grandi come montagne e possono vivere per trecento anni e possono essere abilmente addestrati per la guerra in modo tale che gli uomini costruiscano una torretta sul loro dorso da dove combattere per il loro esercito. Allora ogni cavallo fuggirà, spaventato dagli elefanti, e se qualcuno resiste a loro sarà immediatamente calpestato.

L’idea che gli uomini costruiranno case sul dorso degli elefanti è un altro aspetto che gli elefanti di Ælfric condividono con quello che Sam dice a Gollum sugli olifanti:

Ma ho udito parecchie storie sulla Gente Alta che vive giù nelle Terre del Sole. Noi li chiamiamo Swerting, nei nostri racconti, e pare che montino olifanti per andare in guerra. Mettono case e torri e tutto il resto sulle schiene degli olifanti, e gli olifanti si tirano l’un l’altro rocce e alberi.2

Quando gli Olifanti (che si chiamano Mûmakil nella lingua di Harad) si presentano alla Battagli dei Campi del Pellenor ne Il ritorno del re, hanno effettivamente delle torri da guerra sulle loro schiene e, come gli elefanti di Ælfric, spaventano i cavalli:

GLI OLIFANTI CON LE TORRI DA GUERRA SUL DORSO, NEL FILM DE IL SIGNORE DEGLI ANELLI.

… dai campi più a sud giungevano i fanti di Harad preceduti dalla cavalleria e seguiti dagli immensi mûmakil che trasportavano macchinari di guerra. […] Suonavano i corni e squillavano le trombe e i mûmakil muggivano mentre venivano spinti nella battaglia. […] Ma là dove si trovavano i mûmakil i cavalli si rifiutavano di andare, impennandosi e deviando, così che i grossi mostri rimanevano imbattibili, come torri di difesa, e gli Haradrim si riunivano intorno a essi.3

Nel capitolo di Tolkien sappiamo anche di Derufin e Duilin di Morthond che “erano stati calpestati e uccisi mentre assalivano i mûmakil, conducendo i loro arcieri in prossimità dei mostri per meglio colpirne gli occhi”4. Il rischio di essere calpestato dagli elefanti è accennato anche da Ælfric nella sua omelia sui Maccabei, quando narra l’eroica morte di Eleazar, che colpì l’ombelico dell’elefante (il suo punto debole) e poi si ritrovò sotto la bestia.

DUE TARDWE RAFFIGURAZIONI MEDIEVALI DELLA MORTE DI ELEAZAR, BRITISH LIBRARY, HARLEY 4996, FOL. 25V; LONDON, BRITISH LIBRARY, SLOANE 361, FOL. 27R

And an his geferena, Eleazarus hatte, arn to anum ylpe þe ðær enlicost wæs, wende þæt se cyning wære on ðam wighuse ðe he bær. He arn mid atogenum swurde betwux þam eorode middan, and sloh æfre on twa healfa þæt hi sweltende feollon oð þæt he to þam ylpe com, and eode him on under, stang ða hine æt ðam nauelan þæt hi lagon ðær begen, heora egðer oðres slaga.

E uno dei suoi compagni, chiamato Eleazar, corse verso il più nobile degli elefanti; egli pensava che il re sarebbe stato nella torre che [l’animale] portava. Corse con la spada sguainata attraversando nel mezzo il gruppo di soldati che lo montavano e colpì continuamente su entrambi i lati, in modo che loro caddero morendo e si avvicinò all’elefante, e andò sotto di esso, lo colpì all’ombelico cosicché entrambi giacquero lì entrambi, ciascuno uccisore dell’altro.

Forse Eleazar avrebbe dovuto prendere spunto dall’elfo Legolas, che, nell’adattamento cinematografico di Peter Jackson de Il Signore degli Anelli, riesce ad uccidere un olifante e ad andarsene indenne.

Attenzione: un elefante non è un cammello!

Nello Stapledon Magazine del giugno 1927, Tolkien pubblicò una versione precedente della poesia sull’olifante recitata dallo hobbit Sam ne Il Signore degli Anelli, intitolata Iumbo, or ye Kinde of ye Oliphaunt. Questo pezzo significativamente più esteso fa parte del tentativo di Tolkien di fare una parodia del genere dei bestiari medievali. La poesia sull’Olifante inizia come segue:

The Indic oliphaunt’s a burly lump,
A moving mountain, a majestic mammal
(But those that fancy that he wears a hump
Confuse him incorrectly with the camel).5

L’Olifante indiano è una massa massiccia,
Una montagna in movimento, un maestoso mammifero
(Ma quelli che immaginano che la gobba abbia
lo confondono erroneamente con il cammello).

La confusione tra un elefante e un cammello si basa su un gioco linguistico: la parola in antico inglese per “cammello” è olfend e ha una grande somiglianza con l’odierno elephant [elefante]. Nella sua Guide to the Names in The Lord of the Rings , Tolkien spiega:

Elephant in English is derived from Old French olifant, but the o is probably derived from old forms of English or German: Old English olfend, Old High German olbenta ‘camel’. The names of foreign animals, seldom or never seen, are often misapplied in the borrowing language. 6

Elefante in inglese deriva dall’antico francese “olifant”, ma la “o” deriva probabilmente da vecchie forme di inglese o tedesco: in inglese antico “olfend”, in tedesco antico “olbenta” per “cammello”. I nomi degli animali stranieri, raramente o mai visti, sono spesso applicati erroneamente nei prestiti linguistici.

Un interessante esempio di nomi di animali stranieri mal utilizzati si trova nel manoscritto medievale di Beowulf, che contiene anche una copia illustrata di The Marvels of the East. Nel passaggio di questo testo dove la fonte latina (e almeno un’altra traduzione in inglese antico, vedi sopra) menzionano gli elefanti, il copista di questa versione ha accidentalmente sostituito la parola in antico inglese “ylpenda” [degli elefanti] con “olfenda” [dei cammelli] e il miniatore seguì l’esempio:

“ON ÞYSSUM BEOÐ ACENDE ÞA MICLAN MÆNEGO OLFENDA” [IN QUESTI (LUOGHI) SONO NATI LA GRANDE MOLTITUDINE DI CAMELLI. LONDON, BRITISH LIBRARY, COTTON VITELLIUS A.XV, FOL. 101V.

Tolkien stava pensando al copista e all’artista del manoscritto di Beowulf quando scrisse la battuta sull’elefante-cammello in Iumbo, or ye Kinde of ye Oliphaunt? Chi può dirlo? Ciò che è chiaro è che gli olifanti di Tolkien si adattano evidentemente a una mentalità medievale!


Note:

1 J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Bompiani, 2007, pp. 805-806

2 Ivi, p. 806

3 Ivi, pp. 1039; 1042

4 Ivi, p. 1046

5 J.R. R. Tolkien, Iumbo, or ye Kinde of ye Oliphaunt, ll. 1-4

6 J. R. R. Tolkien, Guide to the Names in The Lord of the Rings


© 2020 by Thijs Porck. Tradotto con il permesso dell’autore. L’articolo originale in inglese si può trovare qui

Traduzione di Greta Bodin

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