“I Mondi di J. R. R. Tolkien”: commento

Fiumi, laghi e acquitrini

La stazione più trafficata su un altro ramo della rete ferroviaria dello Yorkshire verso Holderness era Wetwang1

Wetwang (Alliata-Principe: Agrororido; Fatica: Marcitoia) è un toponimo dello Yorkshire molto interessante da analizzare. Ne Il Signore degli Anelli, Wetwang è la traduzione in Ovestron del Sindarin Nindalf (nîn “umido” + talf “campo pianeggiante”), quindi “campo umido”, che corrisponde a una zona paludosa a sud dell’Emyn Muil e a sudovest delle Paludi Morte, alla confluenza di Entalluvio e Anduin.

Come nota lo stesso Tolkien, «Wetwang è un toponimo reale dello Yorkshire»2, e precisamente dell’East Riding, regione in cui trascorse un periodo di convalescenza di diciotto mesi tra 1917- 1918 per riprendersi dagli effetti della febbre da trincea.

Per quanto riguarda la sua etimologia, Wetwang è un toponimo di indubbia origine norrena. Tolkien e W. W. Skeat, come riportatoci da Garth, propendevano per la già citata traduzione di “campo umido”: il primo elemento potrebbe essere ricondotto all’anglosassone wæt “umido” (cfr. norreno vátr), mentre wang potrebbe essere un prestito dal norreno vangr “campo”.

Tuttavia, Wetwang è nota per la sua aridità, e si trova «sulla cima di una cresta di gesso alta 15 metri sopra le secche valli gessose»47. Come spiegarsi allora quel wet “bagnato, umido”? Si pensa infatti che Wetwang derivi dal termine giuridico norreno vætt-vangr “campo per il processo di un’azione legale”. Manca però un elemento: il punto di riferimento degli studi norreni è An Introduction to Old Norse, manuale scritto da E. V. Gordon, ex studente di Tolkien nonché suo amico e collega all’Università di Leeds, con cui collaborò all’edizione del 1925 del Sir Gawain e il Cavaliere Verde. Nella Prefazione alla prima edizione del suo manuale, Gordon scrisse: «Per l’aiuto nella preparazione dell’apparato sono particolarmente grato al Professor J. R. R. Tolkien, che ha letto le bozze della Grammatica e ha dato utili suggerimenti e fatto preziose correzioni»3. In questo libro, troviamo un’iscrizione runica risalente al X secolo, dalla famosa Pietra di Rök (Svezia). Una riga recita, nella traduzione di Gordon: « […] dove il destriero di Gunn [cioè il lupo] vede cibo sul campo di battaglia»4. La parola per «campo di battaglia», in runico «(u)ituą(n)ki»5, è in antico svedese (norreno orientale) «wētwangi»6, dativo di wēt-wangR7 (come citato nel Glossario in fondo al libro di Gordon), che in norreno occidentale è proprio vætt-vangr, l’etimo da cui deriva il toponimo Wetwang, nello Yorkshire.

Questo non è l’unico caso in cui An Introduction to Old Norse ebbe qualche effetto sul processo creativo tolkieniano: ricordiamo infatti che «[i]l disegno a matita di una sala norrena che appare in An Introduction to Old Norse ha fornito il modello per l’illustrazione tolkieniana della Sala di Beorn pubblicata ne Lo Hobbit»8.

Anche la posizione dell’illustrazione della sala norrena ha la sua importanza. Si trova a p. 28 del manuale di Gordon, all’interno dell’estratto “Bǫðvar Bjarki alla corte di Re Hrólf”. Interessante notare come il personaggio di Beorn sia stato modellato proprio su quello di Bóðvar Bjarki, personaggio della Hrólfs Saga Kraka (“Saga di Hrólf Kraki”), come nota Tom Shippey nel suo imprescindibile saggio The Road to Middle-earth: «Egli [Beorn] trova un omologo molto simile in Böthvarr Bjarki (= “piccolo orso”), un eroe della norrena Saga di Hrólfr Kraki»9.


Note

1 J. Garth, I Mondi di J. R. R. Tolkien. I luoghi che hanno ispirato la Terra di Mezzo, cit., p. 109

2 W. G. Hammond – C Scull (eds), The Lord of the Rings: A Reader’s Companion, cit., p. 779 (trad. mia)

3 E. V. Gordon (ed.), An Introduction to Old Norse. Second edition revised by A. R. Taylor, Clarendon Press, Oxford 1957, p. ix

4 Ivi, pp. 190-91

5 Ivi, p. 188

6 Ivi, p. 190

7 Ivi, p. 398

8 D.A. Anderson, Gordon, E. V. (1896-1938), in M. D. C. Drout (ed.), J. R. R. Tolkien Encyclopedia. Scholarship and Critical Assessment, Routledge, New York-London 2007, p. 252

9 T. Shippey, The Road to Middle-earth. Revised and Expanded Edition, Houghton Mifflin Company, Boston-New York 2003, p. 80 (trad. mia)

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