GLI ARAZZI DI AUBUSSON /5: “La trappola dei Troll”

In viaggio verso Rivendell

Alan Lee, particolare della prima illustrazione per il capitolo Roast Mutton

Nel loro viaggio verso Rivendell Bilbo, Gandalf e la compagnia di Thorin Scudodiquercia si inoltrano nelle Terre Solitarie, zone sconosciute all’hobbit che non aveva mai lasciato Hobbiton prima d’ora. Man mano che si allontanano, le strade si fanno scoscese e pericolose e nessuno sa bene dove si stanno dirigendo. Durante il viaggio, in lontananza, intravedono una luce tra gli alberi di una foresta sulle colline, con tutta probabilità un fuoco acceso. I Nani (Thorin in particolare), desiderosi di accamparsi ma soprattutto di mangiare (in questo gli Hobbit ed i Nani si intendono alla perfezione), impongono a Bilbo di andare in avanscoperta raccomandandogli di avvertirli se mai si fosse trovato in pericolo.

Bilbo, seppur controvoglia, accetta e si incammina borbottando verso la luce. Arrivato nei pressi di quello che oramai è chiaramente un fuoco acceso in una foresta buia come la pece, si trova davanti ad una brace con tutt’attorno un barilotto, alcuni boccali di birra ma soprattutto tre enormi creature che identificherà presto come Troll: Guglielmo, Maso e Berto. Bilbo, rimpiangendo di non trovarsi a miglia di distanza, inizia a pensare a qualche idea sensata per evitare di essere scoperto e probabilmente mangiato. I Troll sono intenti a discutere sul cibo, annoiati dal mangiare sempre lo stesso tipo di carne (abbacchio) e dimostrando di essere creature rozze, stupide e volgari: «Il loro linguaggio non era per niente salottiero».

Ted Nasmith, The Trolls (colour sketch)

Approfittando del fatto che le creature sono distratte dal loro stesso litigare, Bilbo decide di rendere onore al soprannome di “scassinatore” affibbiatogli da Gandalf e cerca di derubarli, sfilando il borsello dalla tasca di Guglielmo. Come prevedibile la cosa non passa inosservata, e Bilbo viene catturato. Dopo aver involontariamente detto ai Troll di non essere da solo nella foresta, Bilbo approfitta di un altro comico battibecco tra Berto e Guglielmo per fuggire e nascondersi nel fogliame. I Nani, sentendo in lontananza un gran fracasso, decidono di correre in soccorso dello hobbit e poco dopo Balin raggiunge per primo la scena. I Troll lo catturano immediatamente, insaccandolo come un salame. Uno dopo l’altro tutti i Nani cadono nella trappola dei Troll che, nascosti nella boscaglia , li insaccano a dovere con l’ovvio intento di cucinarli. L’unico ad essere ancora libero è Bilbo che non ha idea di come aiutare i suoi compagni di sventura.

Fortunatamente però, come spesso accade, Gandalf appare al momento giusto: camuffando la sua voce lo stregone simula quella di Guglielmo, Maso e Berto, ogni volta in modo da spingerli a litigare su come cucinare le loro piccole ma numerose prede. Il litigio si protrae fino allo spuntare dell’alba che, prima che i tre se ne accorgano, li tramuta in pietra! I Nani sono salvi ed il viaggio può continuare.

Dopo avervi rammentato la vicenda, possiamo guardare da vicino questa bellissima illustrazione, scelta dagli artigiani d’Aubusson per creare il sesto arazzo del progetto Aubusson tisse Tolkien, il primo in bianco e nero che trattiamo in questa serie di articoli.

(segue a p. 3)