di Stefano Vito Boccadamo Pompili
Sul blog Kalimac’s Corner è stato dato il consueto annuncio dell’indice del nuovo numero di Tolkien Studies, la rivista accademica annuale edita dalla West Virginia University interamente dedicata agli studi sull’opera di J.R.R. Tolkien. Giunta al suo XVII numero, Tolkien Studies: An Annual Scholarly Review è la pubblicazione più attesa dall’ambiente della ricerca sul professore di Oxford, sia per gli standard elevati cui vengono sottoposti gli articoli presentati al comitato editoriale, sia per l’accurato corpo recensorio.
Nata sotto la cura e la tutela di Verlyn Flieger, Michael D.C. Drout e Douglas A. Anderson, a quest’ultimo dal 2013 è subentrato David Bratman, membro storico della Mythopoeic Society, bibliografo e studioso a tutto tondo dell’opus tolkieniano e degli Inklings. Suo l’importante lavoro di scelta dei testi, di collezione e coordinamento delle recensioni, che solitamente vengono eseguite da una dozzina di ricercatori e critici, ed è suo l’annuncio della pubblicazione dato sul suo blog. Bratman ha pubblicato l’indice dei contenuti di quest’anno che, come sempre, è particolarmente interessante e ricco, e la precisione e profondità delle analisi è dovuta anche al fatto che gli articoli vengono selezionati su basi molto rigide e con parametri stringenti che permettono la pubblicazione solo di quei lavori non superficiali o limitati.
Di seguito riportiamo l’indice per la XVII uscita dei Tolkien Studies:
Tolkien Studies 17 (2020)
- Wayne G. Hammond e Christina Scull, Christopher Tolkien, 1924-2020;
- Michael P. Keaton, Fairies at War: The Fall of Gondolin as the Cornerstone of Middle-earth;
- Simon J. Cook, The Expression of Faërie;
- Christopher Gilson, ‘He Constructed a Language L and Another LL’: Diachronic Aspects of Tolkien’s Early Philology;
- Bo Kampmann Walther, Lights Behind Thick Curtains: Images of Fear and Familiarity in Tolkien;
- Hamish Williams, Tolkien’s Thalassocracy and Ancient Greek Seafaring People: Minoans, Phaeacians, Atlantans, and Númenóreans;
- Peter Grybauskas, A Portrait of the Poet as a Young Man: Noteworthy Omission in The Homecoming of Beorhtnoth Beorhthelm’s Son;
Note e Documenti
- Maria Tsampouraki e Maria Sidiropoulou, Witnessing Societal Change through Translated Versions of The Lord of the Rings;
- Josh Woods, Ring-wraiths and Dracula, revisione del libro;
Recensioni di Libri
- Tolkien’s Library: An Annotated Checklist, di Oronzo Cilli, recensito da Janet Brennan Croft;
- Tolkien’s Lost Chaucer, di John M. Bowers, recensito da John D. Rateliff
- Flora of Middle-earth: Plants of J.R.R. Tolkien’s Legendarium, di Walter S. Judd e Graham A. Judd, recensito Lynn Forest-Hill
- A Wilderness of Dragons: Essays in Honor of Verlyn Flieger, a cura di John D. Rateliff, recensito da Matthew A. Fisher
- Therapy through Faerie: Therapeutic Properties of Fantasy Literature by the Inklings and by U.K. Le Guin, di Anna Cholewa-Purgal, e The Lure of the Ring: Power, Addiction and Transcendence in Tolkien’s The Lord of the Rings, di Alan James Strachan e Janet Coster, recensiti da John Rosegrant
- Catalogue de l’Exposition Tolkien, Voyage en Terre du Milieu, a cura di Vincent Ferré e Frédéric Manfrin, e Album de l’Exposition Tolkien, Voyage en Terre du Milieu, recensiti da Denis Bridoux
- David Bratman, Kate Neville, Jennifer Rogers, Robin Anne Reid, Jason Fisher, John Wm. Houghton, e John Magoun, The Year’s Work in Tolkien Studies 2017;
- David Bratman, Bibliography (in Inglese) per il 2018;
Nota: L’articolo di Josh B. Long precedentemente annunciato è stato ritirato a causa di ritardi nelle autorizzazioni di copyright e dovrebbe apparire in Tolkien Studies XVIII. È stato sostituito da un articolo di Hamish Williams.
L’indice di quest’anno è particolarmente ricco quindi cercheremo di dare un quadro generale sulle opere più interessanti: in primo luogo, l’articolo di Wayne G. Hammond e Christina Scull è, in un certo senso, un necrologio o un discorso funebre (in senso positivo ovviamente) in cui si parla di Christopher Tolkien, figlio del Professore e curatore postumo di tutte le opere del padre, senza il quale noi oggi non potremmo apprezzare la bellezza delle sue opere per non parlare della celeberrima pellicola di Peter Jackson, che ha necessitato del permesso di Christopher per mettere in opera uno dei più grandi capolavori fantasy del cinema; Christopher Tolkien ha dedicato la vita a rimettere in ordine lettere e appunti del padre e ha seguito passo passo tutti i processi di stesura e pubblicazione delle opere anche per poter portare avanti la volontà del padre e la sua visione del mondo e della vita in generale. Inoltre bisogna ricordare che Christopher ha disegnato personalmente le mappe presenti ne Il Signore degli Anelli, firmandosi “C.J.R.T”; purtroppo, alla veneranda età di 96 anni, il 15 Gennaio 2020 è venuto a mancare. Sul blog personale di Wayne G. Hammond e Christina Scull è possibile leggere un piccolo annuncio riguardo la pubblicazione di questo testo nei Tolkien Studies XVII.
Particolarmente interessante sarà lo scritto di Christopher Gilson con ‘He Constructed a Language L and Another LL’: Diachronic Aspects of Tolkien’s Early Philology, in cui si parlerà dei linguaggi costruiti da Tolkien e dei loro aspetti diacronici, cioè come le lingue si sono evolute nel tempo. Gilson infatti è membro della Elvish Linguistic Fellowship, l’organizzazione internazionale interessata allo studio accademico delle lingue inventate da Tolkien, ed è caporedattore della rivista Parma Eldalamberon. Da anni le riviste della Elvish Linguistic Fellowship pubblicano scritti inediti di Tolkien sulle sue lingue, quindi anche questo saggio probabilmente conterrà informazioni di prima scelta.
Generalmente Tolkien Studies è una pubblicazione che non prevede la trattazione di tematiche predefinite scelte prima, tuttavia sembra che quest’anno un tema abbastanza ricorrente sia quello delle fiabe in quanto ci sono due articoli che trattano di questi argomenti:
- Fairies at War: The Fall of Gondolin as the Cornerstone of Middle-earth (Michael P. Keaton);
- The Expression of Faërie (Simon J. Cook).
Ciò indica che c’è un buon livello di interesse per quanto riguarda queste tematiche; definire “fate e fiabe” come focus di quest’anno forse è eccessivo e si forzano un po’ i concetti, tuttavia è innegabile che un certo interesse e attenzione per questi argomenti ci sia: che sia una coincidenza?
Un altro titolo molto interessante di questa selezione è Tolkien’s Thalassocracy and Ancient Greek Seafaring People: Minoans, Phaeacians, Atlantans, and Númenóreans di Hamish Williams, in cui l’autore porta in secondo piano la classica associazione molto spesso fatta tra Tolkien e la mitologia nordica per mettere in evidenza anche l’influenza delle civiltà mediterranee nel legendarium.
Completano la sezione saggistica gli articoli di Bo Kampmann Walther e di Peter Grybauskas, articoli che si concentrano su singoli temi letterari: Paura e Familiarità, e la poesia legata alla gioventù in un’opera minore di Tolkien, cioè Il ritorno di Beorhtnoth.
Nella nutrita sezione delle recensioni di libri possiamo anche trovare tre libri che hanno partecipato ai Tolkien Society Awards, come Tolkien’s Library: An Annotated Checklist dell’italiano Oronzo Cilli, libro vincitore del premio, e il libro rivale del concorso, Tolkien’s Lost Chaucer, di John M. Bowers (di questi libri abbiamo parlato più approfonditamente nell’articolo dedicato ai Tolkien Society Awards). Il terzo libro di cui dicevamo, ha in realtà partecipato lo scorso anno: è una raccolta di saggi dedicati a Verlyn Flieger (ne abbiamo parlato qui).
Altro libro di cui sarà interessante leggere la recensione sarà il Catalogue de l’Exposition Tolkien, Voyage en Terre du Milieu, cioè il catalogo della grande mostra dedicata all’opera poliedrica di J.R.R. Tolkien, il brillante Professore di Oxford e creatore di mondi che continua a vivere nell’immaginazione di un pubblico molto vasto, esposizione organizzata dalla Biblioteca Nazionale di Francia. I circa 300 pezzi in mostra evidenziavano sia l’uomo che il suo lavoro e per la prima volta in Francia sono stati presentati molti manoscritti e disegni originali di Tolkien. La recensione probabilmente darà numerosi spunti per riflettere su come valorizzare il lascito materiale di Tolkien, confrontando questo catalogo con quello della mostra Tolkien: Maker of Middle-earth che per la maggior parte esponeva le stesse testimonianze.