Tolkien e il Libro di Giona

Storia editoriale della traduzione di Tolkien

Come già detto, la versione finale della traduzione del Libro di Giona presente nella Bibbia di Gerusalemme in lingua inglese non è autenticamente di Tolkien visto il rimaneggiamento finale di un redattore. Il testo di Tolkien quindi non è stato disponibile per molto tempo. Dieci anni fa la situazione cominciò a smuoversi quando la casa editrice Darton, Longman and Todd, cioè la casa editrice della Bibbia di Gerusalemme, annunciò che avrebbe pubblicato la traduzione di Tolkien , recuperata dai manoscritti del professore e curata da Brendan Wolfe e con una prefazione di sir Anthony Kenny, nipote di padre Jones. Anche nella sua autobiografia Anthony Kenny ricordava il contributo di Tolkien al progetto di suo zio e un loro personale incontro, anche se nei suoi ricordi Tolkien fu “un collaboratore difficile”.

La promozione della casa editrice per la nuova uscita era promettente:

«Una bella nuova presentazione di una delle storie bibliche più amate in una traduzione di J.R.R. Tolkien. Il curatore Brendan Wolfe racconta la storia poco conosciuta di come Tolkien, allora all’apice della sua fama come autore de Il Signore degli Anelli, accettò di unirsi al team di scrittori e studiosi cattolici che lavoravano ad una nuova importante traduzione della Bibbia in inglese nei primi anni ’60. Il risultato fu la Bibbia di Gerusalemme, ancora oggi celebrata per il suo inglese elegante e senza tempo. Wolfe mostra le risonanze tra la storia di Giona e la balena, il contributo di Tolkien alla Jerusalem Bible e i temi degli altri suoi scritti.»

Purtroppo dopo numerose date rimandate di pubblicazione, probabilmente per cause legali, l’uscita fu cancellata e ne restano solo il messaggio promozionale e la copertina. Finalmente il testo accompagnato dal saggio di Wolfe fu pubblicato nel 2014 sul prestigioso Journal of Inklings Studies (qui i primi 9 versetti).

Questa interessante vicenda filologica di Tolkien, ci permette di scoprire ancora una volta come la narrazione e l’immaginazione di Tolkien fossero al servizio della fede ricevuta e di come quella volta usò tutte le sue capacità, le conoscenze accademiche e la sua competenza linguistica per fornire una traduzione unica di un testo  con cui ebbe un rapporto non solo professionale ma anche intimo e spirituale.

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