La nuova edizione Bompiani de Il Signore degli Anelli, con data d’uscita prevista per il 30/11 è già fonte di numerose polemiche tra i fan italiani che criticano aspramente le scelte di traduzione.
Già la quarta di copertina con la nuova traduzione della poesia dell’Anello, resa nota qualche giorno fa, presenta delle caratteristiche molto diverse rispetto a quella che abbiamo imparato a memoria nelle edizioni precedenti. La cosa ha prevedibilmente causato malcontento diffuso e acceso svariati diverbi su web e social. Ma la critica più pesante si concentra sulla scelta della Bompiani per la copertina dell’opera, a dire di tanti.
Essa si basa su una foto intitolata dalla NASA ‘Big Fans’, scattata dal satellite Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), che raffigura un settore della superficie di Marte: invece di rappresentare noi, grandi fans di Tolkien (come qualcuno avrà pensato), si riferisce ad ‘alluvional fan’, che in italiano sta per ‘cono alluvionale’ (in geomorfologia e sedimentologia consiste in un accumulo di sedimenti clastici, con forma caratteristica a ventaglio); una foto del genere a stento potrà essere ben accetta da tutti gli appassionati di lunga data, come copertina di un’opera di somma importanza come Il Signore degli Anelli.
Critiche e proteste a parte, in occasione del 65esimo anniversario della prima pubblicazione de Il Signore degli Anelli più case editrici si sono prese la briga di proporre nuove traduzioni delle opere di Tolkien nei rispettivi paesi. Qui possiamo citare la HarperCollins Brasil, che ha promesso una rivoluzione editoriale per le opere del Professore nel mercato brasiliano, pubblicando niente più niente meno che l’intera The History of Middle-earth.
Seguendo questa premessa, oggi vi proponiamo la traduzione di un’intervista rilasciata il 16 ottobre alla nostra amica giornalista e tolkieniana Cristina Casagrande. (www.tolkienista.com). Sua “vittima” è Ronald Kyrmse, brasiliano, fondatore del primo gruppo dedicato a Tolkien in Brasile. Membro della Tolkien Society da più di trent’anni e del gruppo linguistico Quendili, Kyrmse è considerato il più grande tolkienista brasiliano dell’attualità.
Autore del libro Spiegando Tolkien, Ronald Kyrmse è uno dei traduttori ufficiali della HarperCollins Brasile per le opere di J.R.R. Tolkien e ha nel suo bagaglio di traduzioni lavori come Tolkien: una Biografia di Humphrey Carpenter, Racconti Incompiuti, Le Avventure di Tom Bombadil, I Figli di Húrin e Il Signore degli Anelli.
Buona lettura!
Introduzione e traduzione: Erie Neves
Fonti: argomentazione di Oronzo Cilli
https://www.facebook.com/tolkieniano.collection/posts/10157557744869509
Ronald Kyrmse parla della nuova traduzione brasiliana de Il Signore degli Anelli
Intervista a cura di Cristina Casagrande
Quest’anno, la pubblicazione delle prime edizioni de Il Signore degli Anelli compie 65 anni – La Compagnia dell’Anello a luglio e Le Due Torri a novembre. Giustamente per il prossimo mese la HarperCollins Brasil (HCB) pubblicherà la sua versione de Il Signore degli Anelli in tre forme diverse; in blocco con i tre volumi, separatamente con i volumi venduti singolarmente o in un box da collezione.
L’Opus Magnum di J.R.R.Tolkien aveva ricevuto solo una traduzione ufficiale in Brasile, di Lenida Rimoli, in prosa, e Almiro Pisetta, in verso, per la casa editrice Martins Fontes (MF).
La HarperCollins invece ha deciso di scommettere su un unico traduttore: Ronald Kyrmse, che aveva già tradotto libri del Professore per la Martins Fontes. Kyrmse ha tradotto, inoltre per HCB, Beren e Lúthien, J.R.R.Tolkien: una biografia di Humphrey Carpenter e Il Dono dell’Amicizia di Colin Duriez, libro che parla dell’amicizia tra Tolkien e Lewis.
Segue la chiacchierata che abbiamo avuto il piacere di fare con il nuovo traduttore de Il Signore degli Anelli in Brasile.
Raccontaci come mai, essendo “ingegnere di formazione”, sei stato chiamato per essere il traduttore della biografia di J.R.R. Tolkien per la Martins Fontes in 1992.
Nel lontanissimo 1989 avevo aiutato a creare il primo gruppo organizzato di “apprezzatori” delle opere di Tolkien in Brasile – la Heren Hyarmeno (Ordine del Sud – Ordem do Sul in portoghese). La notizia della formazione di questo gruppo è arrivata nell’orecchio della Martins Fontes e i suoi membri mi hanno chiesto se conoscessi qualcuno capace e disposto a tradurre la Biografia di Humphrey Carpenter. Ho accettato il compito… e poi arrivarono le traduzioni delle opere tolkieniane.
Qual’è stata la tua traiettoria nella Martins Fontes e nelle altre case editrici, traducendo testi “di e su” Tolkien?
Dopo la Biografia, ho lavorato come consultore per la traduzione de Il Signore degli Anelli. Dopo, MF ha pubblicato lo Hobbit e Il Silmarillion e solo successivamente mi ha affidato un’opera tolkieniana. La mia prima traduzione per MF è stata Racconti Incompiuti. Per altre case editrici, il mio lavoro non ha riguardato opere scritte da Tolkien, ma solo testi su Tolkien.
Com’è stata l’esperienza di scrivere il tuo libro Spiegando Tolkien?
Mia moglie (già cosciente del fatto che non avrei smesso di lavorare con le opere di Tolkien) mi ha chiesto un giorno: “Non pensi che tu stesso potresti scrivere un libro?”Dato che avevo diversi saggi pronti e varie idee in testa, ho deciso di accettare… “raccattare”, raffinare… e finalmente produrre mio piccolo libro. In quel periodo, i film di Peter Jackson stavano arrivando al cinema e quando ho chiesto a Alexandre Martins Fontes se avesse intenzione di pubblicare il mio libro, la risposta è stata: “Certo, ma solo se parla di Tolkien”. Questa la risposta senza neanche aver letto il testo.
Esiste una possibilità di pubblicare un altro libro, magari intitolato Traducendo Tolkien?
Certo che esiste, e penso anche che ci sono degli spunti molto interessanti che potrebbero chiamare l’attenzione dei lettori. Non sò però, se basterebbero per un libro… forse per una collezione di saggi o articoli. Ma per il momento mi mancano il tempo e la disponibilità per organizzare tutto. Chi lo sa con l’arrivo della mia pensione…?
Raccontaci come HCB ti ha contattato con la proposta di tradurre le opere di Tolkien.
Sono stato invitato da Samuel Coto (editore responsabile per le opere di Tolkien per la HCB) per prender un caffè in Vila Madalena. Ero, confesso, un po ansioso, perché la HarperCollins è una multinazionale famosissima e mi sembrava che il livello di responsabilità sarebbe stato ben più elevato. Anche se avevo già lavorato per altre multinazionali, con condizioni diverse, l’ansia c’era. Ma al percepire l’entusiasmo e la sincerità che Sam (lo chiamiamo così) esponeva l’idea, fui completamente contagiato e accettai, penso anche senza pensare tanto, in preda all’entusiasmo.
Quale testo, tra quelli che hai tradotto, ha un’importanza maggiore per te e perché?
Mi sono sempre piaciuti i Racconti Incompiuti, per la loro caratteristica di dare nuove e ricche informazioni sui temi già accennati ne Il Signore degli Anelli e ne Il Silmarillion. Ma prediligo I Figli di Húrin per la sua storia profondamente drammatica. Opere con versi allitteranti sono sfide a parte.
Com’è stato tradurre Il Signore degli Anelli? Hai avuto molta difficoltà? Quali sono i punti principali in questo processo di traduzione?
Credo che nessuno, sano di mente e sincero, potrebbe dire che tradurre Il Signore degli Anelli sia un compito facile. Il libro ha mille pagine e contiene mezzo milione di parole, ognuna di queste deve essere pesata e scelta con cura. Ho avuto un enorme aiuto dal “Consiglio di Traduzione” della HCB, che conta, oltre a Sam, con Reinaldo José Lopes e Gabriel Brum. È stata una sfida personale per me, provare a riprodurre i registri di linguaggio o i livelli di complessità di discorsi di culture diverse. Il dialogo di un hobbit deve per forza essere diverso da quello di un nobile gondoriano, e non solo nell’utilizzo dei pronomi.
Cosa troverà di diverso, il lettore, nella tua traduzione de Il Signore degli Anelli per la HCB rispetto alle traduzioni precedenti?
Una cura da parte mia estremamente grande, dato che io sono uno che, oltre ad amare immensamente l’opera dell’autore, ha ricevuto come compito quello di trasmettere al lettore un testo al massimo possibile somigliante a come l’autore l’avrebbe prodotto nel caso l’avesse scritto in portoghese. Ci saranno dei punti di discordia, di polemiche anche, ma sono fiero della cura e dell’impegno che ho investito in questo lavoro.
Raccontaci la tua routine del lavoro di traduzione. Lavori in biblioteca? Utilizzi l’aiuto di dizionari? Fai una previa stampa del testo?
Lavoro la maggior parte del tempo chiuso nella mia biblioteca, ma posso portare con me i testi, anche in vacanza, e cosi, elaborare meglio la traduzione. In modo particolare per i poemi. La mia metodologia è quella di stampare i testi con il margine di destra molto largo e qui, scarabocchiare le possibili alternative fino ad ottenere una buona soluzione che, più tardi (con il libro già pubblicato), sarà motivo di pentimento, perché avrò trovato una soluzione migliore. Nel caso dei testi in prosa, invece, difficilmente lavoro sulla carta, ma solo prevalentemente al pc. Si, utilizzo dizionari per traduzioni alternative dello stesso termine o rime.
Qual è la tua metodologia di traduzione? Esiste un modo di traduzione che consideri più efficace per i lettori di Tolkien?
È quello di leggere e subito scrivere in portoghese quello che l’autore sta dicendo. Sembra facile, parlando cosi, ma ci vuole una ginnastica mentale molto complessa. Poi frequenti consultazioni di dizionari, altri testi, confronto con altri traduttori… Non è molto metodico, non a livello cosciente, per lo meno.
Hai fatto nuove scoperte in questo percorso di traduzione de Il Signore degli Anelli?
È stata una nuova scoperta per ogni pagina riletta. Non solo per la lettura in sé, ma per l’approfondimento che diventa necessario. Cosa l’autore ha voluto dire qui? Come questo fatto si relaziona con le altre opere? In nessun modo si deve perdere la coerenza interna ed esterna dell’opera. L’attenzione costante comporta un piacere diverso da quello della semplice lettura.
Hai l’abitudine di paragonare le tue traduzioni con quelle degli altri traduttori? (portoghese o altre lingue)
Non faccio mai questo tipo di paragone durante un lavoro di traduzione. Faccio molta attenzione per non essere influenzato da altri traduttori. Dopo che ho deciso che strada prendere e quale metodo utilizzare per tradurre un testo, dico a me stesso: “andiamo a vedere come Tizio o Caio ha risolto questo problema.” Ma non cambio la mia versione. È chiaro che ho in mente le soluzioni degli altri autori, ma in molti dei casi non si può sfuggire loro. Ma paragoni con altre traduzioni li faccio solo ‘a posteriori’.
Com’era il tuo rapporto con la squadra editoriale della HCB?
Il rapporto era molto buono ed era costante durante il processo di traduzione. Quasi quotidianamente avevamo qualcosa da discutere, ma le nostre risposte, sia da una parte che dall’altra, erano abbastanza immediate. È un piacere lavorare cosi.
Come funziona l’interazione con il Consiglio di Traduzione?
Dobbiamo ringraziare la tecnologia per i nostri diversi contatti durante le varie traduzioni. Abbiamo un gruppo WhatsApp e una pagina Trello dove ognuno posta dubbi, proposte, risposte… È un processo abbastanza democratico. Non succede che l’autore di quella traduzione provi ad imporre la sua opinione su quelle degli altri. L’arricchimento è garantito con questo scambio di conoscenze, esperienze, punti di vista. Sono convinto che le traduzioni, in questo modo, sono migliori.
Si dice che vi chiamano ‘istari’ lì dentro. È così? Sei considerato il Gandalf del gruppo?
Il nostro gruppo WhatsApp si chiama O Conselho dos istari (Consiglio degli istari). Ma non vedo arroganza in tutto questo. Come gli istari della sub-creazione tolkieniana, stiamo li riuniti perché ci hanno designato missioni da compiere. Se fanno un parallelo tra me e Gandalf, penso che succeda per due motivi: perché sono in questa Strada da più tempo e per il colore dei miei capelli e della barba, nel caso la lasciassi crescere.
Com’è l’interazione con i fans del Professore in questo momento editoriale di Tolkien in Brasile?
Chiaro che l’interazione è sempre molto varia. Ci sono quelli che conoscono solo i film, quelli che enfatizzano il GDR, quelli che sono appassionati dai libri… Il rapporto è diverso con ogni sub-gruppo. A volte dobbiamo investire molta pazienza e provare a spiegare tutto da capo, in altri casi rimaniamo sorpresi da punti di vista tolkieniani diversi dai nostri. È un arricchimento e una felicità per uno come me che pensava, tipo 30 anni fa, che nessuno avrebbe più sentito parlare dell’autore in Brasile, e ora invece spopolano ricerche profonde, cosi come la tua, Cristina.
Sappiamo che tutti i volumi de The History of Middle-earth saranno tradotti qui in Brasile. Hai un volume che preferisci?
Ho una preferenza marginale per The Book of Lost Tales, ma può cambiare da oggi a domani. È una preferenza per la lettura, non posso compromettermi con una traduzione.
L’anno prossimo saranno rieditate e ripubblicate le tue traduzioni de I Figli di Húrin e Racconti Incompiuti. Quali saranno i prossimi passi?
Questo dipende molto più dalla HCB che da me. Ma mi piacerebbe vedere tradotta tutta l’opera tolkieniana, anche se so che sarebbe un lavoro immenso.
Hai aiutato il progetto grafico dei libri con traduzione delle rune e altre consultorie? Com’è stato?
Ho una grandissima ammirazione per il progetto grafico, specialmente per l’eccellente lavoro che sta facendo Alexandre Azevedo per la HCB. Ma mi dichiaro incompetente per il design. È stato interessante identificare i testi in Tengwar e in rune che appaiono nei libri, decifrarli, ottenendo un testo in inglese, tradurre e finalmente trascrivere il testo in portoghese nello stesso sistema di scrittura originale. Crediamo che questa sequenza “identificazione-traduzione-trascrizione” conferisce alle versioni brasiliane una profondità addizionale, regalando al lettore “altro da scoprire”, analogamente a quello che succede al lettore anglofono.
Sei contento del risultato ottenuto nelle pubblicazioni dei libri della HCB? Cosa, secondo te, le differenzia dalle altre pubblicazioni precedenti?
È difficile non essere così contento delle edizioni che superano le aspettative essendo migliori delle edizioni anteriori. Stavo lavorando benissimo con la Martins Fontes, avevamo un rapporto di fiducia molto forte. Ma si deve riconoscere che le nuove edizioni guadagnano tanto sia in forma che in contenuto. L’ottima qualità del materiale è risultato della serietà e dell’impegno di questo investimento editoriale.
Grazie per averci concesso un’intervista qui nel Tolkienista.
Grazie mille per avermi dato l’opportunità di parlare ancora della mia passione per l’opera tolkieniana!