Notizie dal biopic “TOLKIEN”

Quindi, Benedetto ci ha mostrato che questa cosa delle cellar door è citata in un altro testo, The Fellowship: the literary lives of the Inklings di Philip e Carol Zaleski. Ho aperto il libro ed ho trovato conferma non solo del fatto che nel video Tolkien ed Edith trattano cellar door come se fosse una parola sola, ma anche dell’intuizione di Fabio Leone (https://www.facebook.com/IllustratorFabioLeone/), che nel dibattito diceva appunto che
“parla del processo creativo di Tolkien. Parte dai nomi. I nomi suggeriscono un vissuto. Il vissuto viene decifrato ed usato per narrare la storia.
Parte da “cellar door“, per poi cambiarlo in “Selladore“. Il nome gli suggerisce che non sia una porta ma un posto ed indagando ancora “scopre” che non è un luogo elevato (non puoi arrampicarti per raggiungerlo) ma un luogo nascosto, sacro. Raggiungibile attraverso un sentiero oscuro.” Nel libro degli Zaleski infatti si cita un’intervista di Tolkien del 1966 in cui lui dice esplicitamente che cellar door stimola la sua creatività data la sua bellezza fonetica, e lo fa pensare a un nome proprio, “Selador”, dal quale può partire un’intera vicenda.
Tramite questo video, dunque, siamo venuti a conoscenza della preparazione filologica del film. Non solo gli sceneggiatori e il regista si dimostrano essere a conoscenza della questione di cellar door, di English and Welsh e dell’intervista di Tolkien del 1966, ma anche di come avveniva di fatto il processo creativo delle sue storie: tutto per Tolkien ha sempre avuto inizio da un nome.
Questa consapevolezza degli sceneggiatori e del regista, tra l’altro, è testimoniata anche dal primo video che ho ivi citato, “Tolkien’s influence”, dove nel momento di pronunciare la parola “hobbit” Hoult sussulta (bravissimo qui l’attore), facendoci capire in mezzo secondo che è da quella parola che tutto ha avuto inizio: Lo Hobbit infatti venne scritto per spiegare il significato di questa parola, “hobbit”, che nacque da sé nella mente di Tolkien, e lui ovviamente non poté fare a meno di tentare di darle una spiegazione tramite un contesto, una narrazione.
Ultima cosa da capire è questa: qual è il luogo che la parola “Selador” starebbe descrivendo secondo Tolkien nella clip? Non è una domanda cui è semplice rispondere, anzi, forse farlo con un minimo di fondatezza è assai difficile.
Gli indizi che abbiamo sono troppo scarsi: la descrizione delle parole di Tolkien/Hoult fa pensare a quasi tutti i luoghi più belli ed elfici della Terra di Mezzo. Tuttavia, se ci avvaliamo del contesto, di questa clip e delle altre anteprime del film che sono state fornite, possiamo forse azzardare qualcosa di più: esso ci dice per prima cosa che Beren e Lúthien saranno al centro delle vicende tramite Tolkien ed Edith, qui a parlare sono proprio loro due (e lei accenna a Selador come al nome di una principessa), e secondariamente sappiamo che il gallese, lingua da cui viene cellar door, è stata fondamentale per il Sindarin (qui ringrazio Gianluca Comastri per la segnalazione).
Se raccogliamo tutti questi indizi non ne possiamo fare una prova efficacie, ma per lo meno la direzione che intravedo io è che nella clip Tolkien/Hoult stia descrivendo la nascita creativa di Beren che passa per il Doriath e giunge a Menegroth (dove troverà la principessa di cui parla Edith/Collins).
Magari non sarà così e nel film Tolkien/Hoult sta parlando di una storia a caso che non c’entra con il legendarium, o che Tolkien non ha mai proprio scritto, nulla vieta queste piccole invenzioni degli sceneggiatori a partire da dati filologici concreti come cellar door e Selador. E tuttavia, se gli indizi non fanno una prova per quanto riguarda il luogo di cui Tolkien/Hoult parla concretamente, ci rende sempre più certi di un fatto: questo film non è un film improvvisato, e tutte le buone sensazioni che ho avuto tramite i due trailer precedentemente rilasciati trovano e continuano a trovare conferma pienamente.
Giuseppe Scattolini
[i miei due articoli precedenti sui due trailer: