La traduzione della History of Middle-earth
Nel 1996 scaddero i diritti trentennali per la traduzione de Il Signore degli Anelli. Questo, per quanto è ignoto ai tolkieniani, è un anno cruciale per la nostra Fiaba de “la principessa e il Professore”³.
Data la scadenza dei diritti, Rusconi, nella persona del dottor Conforti, scrisse alla principessa Alliata per rinnovare il contratto per altri venti anni. Lei rispose che non era sufficiente rinnovare il contratto e ristampare semplicemente il libro: lei lo pregò “di inserire una nota introduttiva del traduttore che potesse spiegare il perché di certe scelte”. Una di queste scelte è quella del termine “Orchetti”: “orco” in inglese si dice “ogre”, e non “orc”, infatti. Quando lei capì che cos’erano questi personaggi, “mediocri, spregevoli, ma piccoli”, “le parti di noi che possiamo sconfiggere”, non dei nemici esterni ma il male interno all’uomo, lei diede a Tolkien due possibilità traduttive: “Orchetti” e “Orcagni”. Lui scelse Orchetti e Orchetti venne messo. Alliata ebbe lo stesso dilemma con “Elfi”, che lei conosceva nella variante shakespeariana che Tolkien non amava, ed anzi disprezzava: notò che questi Elfi non erano gli elfi di Shakespeare, “piccolini, provocatori, che si nascondono nei boschi”, che “fanno degli scherzetti”.
Propose dunque “Gnomi”, essendo gnomi un termine greco che significa sapienza: gli Elfi di Tolkien sono infatti “esseri sapienziali”. La cosa interessante, e che lei stessa nota, è che Tolkien in persona fece questo ragionamento nelle prime versioni della sua mitologia, dove lui chiamava i Noldor “Gnomes”, rifacendosi proprio al greco: l’Alliata tuttavia, all’epoca, non era assolutamente a conoscenza di questa scelta di Tolkien.
Queste note del traduttore, come pure la richiesta dell’Alliata di effettuare una revisione filologica del proprio testo, furono rifiutate da Conforti con grande rimpianto della traduttrice. Pochi mesi dopo, ancora il dottor Conforti ricevette una mail dalla Harper Collins (gli editori ufficiali della Tolkien Estate, gli eredi di Tolkien) in merito alla sua richiesta di pubblicare un’antologia in un volume dei volumi 3 a 7 della History of Middle-earth. Gli veniva riferita la risposta di Christopher Tolkien, “che si oppone violentemente alla proposta, in modo categorico e definitivo…. memore della infausta esperienza di quando traduceste The Lays of Beleriand”.
Insomma, Christopher non voleva più saperne: “questa risposta negativa è il riflesso del fatto che abbiamo a che fare con un autore che non è preparato ad accettare alcun grado di compromesso nelle sfumature di significato spesso inevitabili nella traduzione di un’opera in un’altra lingua, e particolarmente ardue per le opere di Tolkien”, ha detto la Alliata al Senato, citando un altro brano della lettera. La History of Middle-earth sarebbe stata tradotta nel caso in cui fosse stata lei a farsene carico. Purtroppo, dovette declinare per via della battaglia contro la criminalità organizzata che occupava e devastava impunemente la sua Villa Valguarnera in Sicilia.
E da allora a tutt’oggi i restanti volumi della History of Middle-Earth non stati pubblicati in italiano: questa è certamente una delle prove che Bompiani non ha alcun rapporto con la Tolkien Estate e che i Tolkien non vogliono saperne di aggiornamenti e modernizzazioni, di cui invece ci sarebbe bisogno secondo Wu Ming 4 e la Bompiani. La casa editrice ha reso evidente questa sua posizione rispondendo direttamente alla principessa Alliata in una colonna de Il Giornale del 16 gennaio 2019, mentre Wu Ming 4 ne parla sul sito ufficiale dell’AIST nella sua recensione al testo Tolkien e l’Italia di Oronzo Cilli, dove dice che bisognerebbe “riprendere in mano quella materia da capo, con ben altro approccio, altra professionalità e maggiore conoscenza del testo e della poetica tolkieniana”.
Questa è un’opinione che condividerà anche Fatica4 definendo quella dell’Alliata “un’avventura improvvisata”. Ciò di cui necessita invece la presente traduzione di Vittoria Alliata di Villafranca è, secondo lei, di una revisione filologico-lessicale con aggiunta di note esplicative e di una correzione dei refusi lasciati da Quirino Principe che rimangono dal 1970 ad oggi nonostante la revisione a cura della STI del 2003, sempre guidata da Principe. Riguardo la casa editrice, infine, è necessario non dimenticarsi di un altro fatto: i diritti rinnovati da Rusconi nel 1996 e poi passati a Bompiani sono nuovamente scaduti nel 2016.
Ciò che Bompiani ha fatto da quell’anno in avanti è una appropriazione indebita della traduzione di Vittoria Alliata di Villafranca del testo di Tolkien, avendo continuato a stampare Il Signore degli Anelli senza contratto con la traduttrice, mentre aveva già preso contatti col nuovo traduttore Ottavio Fatica: è dimostrato infatti dall’articolo di Wu Ming 4 sul sito ufficiale del collettivo Wu Ming intitolato “Tolkien in Italia: la strada prosegue ancora” che le trattative della Bompiani col nuovo traduttore Fatica sono state chiuse a giugno 2017.
³ Quanto segue sono informazioni riportate a voce da Vittoria Alliata di Villafranca il 17 gennaio scorso a Roma. I documenti non possono al momento essere pubblicati per via della querela in corso contro Fatica.