Natale 1926
Il 21 dicembre 2018 è stato presentato ad Aubusson l’arazzo che raffigura l’illustrazione tratta dalla lettera del Natale del 1926.
In questa illustrazione ritroviamo i nostri simpatici protagonisti alle prese con «la più grande esplosione del mondo e il fuoco d’artificio più incredibile che si sia mai visto». Si tratta ovviamente di un disastro scaturito da uno degli ingenui e buffi errori dell’Orso Bianco, assistente di Babbo Natale. L’Orso si era azzardato a provare la «chiavetta che serviva per accendere i bagliori della Rora Bora Ale» pensando che ormai fosse fuori uso dopo il trasloco del Natale del 1925. Era dunque Babbo Natale che controllava le Luci del Nord e solo nei giorni di festa ne attivava alcune particolarmente speciali. Ma l’Orso non si risparmiò e attivò in un sol colpo tutte le Luci del Nord creando una grande esplosione di luce sfolgorante nel cielo. Babbo Natale ci racconta che «il Polo Nord è diventato tutto nero, le stelle si sono sparpagliate in gran disordine, la Luna si è rotta in quattro pezzi e l’Uomo che abita su di essa è caduto nel giardino sul retro» di casa sua.
Ecco che qui facciamo la conoscenza di un altro personaggio, soprannominato Uomo della Luna, che ritroviamo in un altro racconto del Professore scritto appositamente per il figlio Michael. Era il 1925 e Michael, allora un bambino di cinque anni, aveva perso il suo giocattolo preferito. Era un cagnolino di stagno dal quale non si separava mai. Per consolarlo Tolkien inventò la storia di Roverandom, un cane che si trovò a fare un viaggio sulla Luna in cerca di un potente mago dopo essere stato trasformato dallo stesso in giocattolo. Questo mago è il nostro Uomo della Luna che più volte fa capolino al Polo Nord nelle Lettere da Babbo Natale.
Le Lettere e Roverandom non condividono solamente l’Uomo della Luna: è evidente che l’aurora boreale delle Lettere si lega al sole che sorge/tramonta dietro le montagne dell’illustrazione Paesaggio lunare realizzata per la storia di Roverandom. Sono simili i colori scelti, come lo è la corona di luce che sfolgora nel cielo e che ritroviamo anche in un altro disegno del 1915 dal titolo Acqua, Vento e Sabbia.
Il Polo invece, che troviamo al centro dell’illustrazione delle Lettere, richiama l’acquerello del 1915 Tanaqui per il Silmarillion. Sembrerebbe trattarsi di una prima forma della montagna Taniquetil, la montagna più alta di Arda nel Silmarillion, ma che non ha nulla a che fare con quella che verrà poi descritta nell’opera finale. Qui la terra, che si innalza in pinnacoli dai colori fluidi e opachi, è in perfetto dialogo con il terreno nevoso sul quale si innesta il Polo come fosse un fiammifero acceso in contemplazione del cielo illuminato.
Infine nella parte inferiore dell’illustrazione vediamo riportata un’ultima scena dove vediamo Babbo Natale nell’inseguimento delle sue spaventatissime renne sotto la divertita supervisione dell’Orso Bianco.
Il meraviglioso arazzo che ritrae la scena è stato completato seguendo il cartone-modello realizzato dalla pittrice Delphine Mangeret che si è chiesta in primo luogo come poter realizzare al meglio la luce sfolgorante del Nord. La difficoltà si trovava nel contrasto di chiari e scuri, di luce ed ombra e nella realizzazione di forme e colorazioni delle bellissime fiamme di luce che sembrano emergere dal suolo. Ma la pittrice e in seguito i tessitori Patrick e Marie Guillot e Nathalie Mouveroux hanno compiuto con successo uno straordinario lavoro regalandoci una delle più belle trasposizioni in tessitura dei disegni tolkieniani.