Tolkien Seminar 2021: realtà e immagine di un autore e del suo lavoro

di Sara Massino


Il 10 ottobre è stato annunciato il tema del prossimo Tolkien Seminar, l’incontro annuale di studio e approfondimento su Tolkien e il suo mondo promosso dalla Tolkien Society dal 1986 ad oggi, che si terrà il 13 febbraio 2021. Sarà trattata la ricezione e la percezione dell’autore e della sua opera nel ventunesimo secolo. Annunciata anche una call for papers per coloro che volessero partecipare all’evento come speaker.

Riportiamo qui la traduzione del comunicato:

«Il nome di J.R.R. Tolkien irrompe nel ventunesimo secolo con l’adattamento cinematografico del Signore degli Anelli di Peter Jackson (2001-2003), inaugurando una nuova ondata di lettori nel mondo della Terra di Mezzo del Professore. A cavallo del millennio la lista dei lavori pubblicati di Tolkien si è espansa, introducendo al pubblico nuovo materiale da tempo collezionato ed in seguito analizzato e discusso.

In un’epoca multimediale e affidata ai social media in cui le fan fiction, i film, l’arte, i video games, le personalità di YouTube, le celebrità e gli accademici introducono Tolkien in un nuovo contesto che è proprio del ventunesimo secolo, gli studi necessitano di analizzare come Tolkien sia stato recepito lungo questi ultimi vent’anni. Tolkien stesso, per esempio, riportò nella sua lettera di non aver scritto il Signore degli Anelli per bambini sebbene questi tuttora lo leggano e lo apprezzino.

Questo seminario desidera investigare su alcuni quesiti urgenti da approfondire:

L’immagine e l’opera di Tolkien sono cambiate? Le nuove pubblicazioni sull’opera di Tolkien come ci informano ai fini di una comprensione dell’autore e della sua opera? Al momento concepiamo l’opera di Tolkien attraverso una lente ideologica? Chi legge e studia l’opera di Tolkien nel ventunesimo secolo? Come la ricezione e la percezione dell’opera ne approfondiscono la comprensione?

Gli scritti possono prendere in considerazione, ma non si limitano a quanto segue, pur dovendo rimanere nell’ambito del ventunesimo secolo:

– Lo sviluppo e la diversità dei Tolkien fandom
– La nuova percezione del contesto e dell’opera tolkieniana
– Le pubblicazioni postume di Tolkien del ventunesimo secolo
– La nuova percezione di Tolkien dopo gli adattamenti (film, illustrazioni, video games ecc.)
– Tolkien e la sua ricezione

La Tolkien Society invita ad inviare degli abstract di non più 300 parole assieme ad una breve bibliografia. Saranno presentabili in una ventina di minuti oltre a cinque minuti riservati alle domande. È possibile far domanda entro sabato 14 novembre 2020. Gli speaker saranno confermati da lunedì 16 novembre 2020.»

È chiaro che il contenuto del prossimo Tolkien Seminar riporta delle similitudini a quello dell’edizione passata del 2020 sul tema degli adattamenti dell’opera tolkieniana. Difatti la ricezione dell’opera di Tolkien negli ultimi vent’anni è cresciuta esponenzialmente in seguito al successo degli adattamenti cinematografici de Il Signore degli Anelli e successivamente de Lo Hobbit. Il dato, che non può essere trascurato, getta luce sul forte legame tra adattamenti dell’opera e sua ricezione. Vi è perciò una certa linearità tra i due Seminar che potrebbe segnalare un attuale e crescente interesse per il mondo di Tolkien. Lo studio e il complesso lavoro di adattamento per il grande schermo operato da Peter Jackson ha originato uno spartiacque nella percezione dell’immaginario tolkieniano. Si potrebbe osar dire che si sia arrivati ad un punto di non ritorno. Il progetto è stato a tutti gli effetti uno dei più ambiziosi della storia del cinema. Dal 2001 Hobbiville respira le note di quel flauto che si muove attraverso la melodia degli archi. Lo stesso fanno gli altri luoghi e le culture della Terra di Mezzo che prendono vita nelle melodie del proprio tema musicale creato dal compositore Howard Shore. Il tema musicale della Compagnia, che attraversa tutto il primo film, è ormai parte fondamentale della ricostruzione personale di ogni appassionato di Tolkien. Ma non si tratta solo di suggestioni musicali: da allora lo sguardo sulla Terra di Mezzo è soprattutto quello dell’interpretazione dei noti illustratori Alan Lee e John Howe o della disegnatrice dei costumi Ngila Dickson. Difficile prescindere da questa potente lente interpretativa. Sono così scoppiati nuovi fandom, si sono accresciuti gli studi sulle lingue della Terra di Mezzo, si è rinnovato un pubblico di lettori che ha scelto di intraprendere il viaggio nel mondo di Tolkien proprio in seguito alla visione della trilogia cinematografica.

La realtà e l’immagine di un autore e del suo mondo si guardano, si confondono, si allontanano. Il filo che le delinea è sempre sottile e per questo importante da tenere in vita, soprattutto in questo momento in cui stiamo attendendo una serie prodotta da Amazon sugli eventi della Seconda Era che di certo provocherà nuovi cambiamenti all’interno del fandom. Basti pensare alla recente assunzione di Bryan Cogman, scrittore e produttore della serie Game of Thrones, come consulente e supervisore di produzione. La serie potrebbe indagare su nuovi percorsi tematici e figurativi. Sarà curioso sondarne la ricezione, la quale potrebbe originare una nuova sfilza di nostalgici e oppositori o tutt’altro.

Il Tolkien Seminar 2021 si terrà online come lo scorso. Di certo la scelta è quasi obbligata a causa dell’attuale emergenza sanitaria, ma forse la Tolkien Society sta abbandonando l’idea di una diffusione di sapere molto orientata verso i soci e soprattutto verso quelli del Regno Unito, cercando di raggiungere il maggior numero possibile di persone attraverso il web. D’altra parte quest’anno il Seminar era stato già diffuso online e gratuitamente (di solito veniva richiesta una quota partecipativa) radunando 37 nazioni in collegamento.

Il numero dei soci della Tolkien Society che continua a crescere parla chiaramente di un interesse per l’autore che sta continuando a diffondersi. Ebbene, il nome di Tolkien è destinato a permanere nel tempo, ma districandosi tra essenza e sua rappresentazione. La Tolkien Society sembra esserne consapevole e invita gli appassionati a discutere di questo.


Nota di commento

di Gianluca Comastri


Sulla base di quanto esposto, raffrontando le scelte dei temi dei Seminar 2020 e 2021 e considerando la sequenza, si ha l’impressione di cogliere una sorta di tendenza: anche per l’anno prossimo la Tolkien Society, più che proporre delle vere e proprie linee guida per i temi da approfondire negli studi tolkieniani, in un certo qual modo rimette la scelta agli appassionati stessi. Focalizzarsi maggiormente su come Tolkien viene accolto, invece di suggerire direttamente quali aspetti si ritengono interessanti da cogliere e trattare, sembra condurre a una sorta di “fotografia” della situazione in essere tra associazioni e appassionati di tutto il mondo. In passato, viceversa, dalla Tolkien Society erano pervenute indicazioni di metodo e suggerimenti per le tematiche da analizzare piuttosto precisi. Tutto ciò avviene in concomitanza con l’avvio di una produzione internazionale, che si contraddistingue non solo per l’enormità sia della risonanza mondiale dell’evento che del relativo ammontare di capitali investiti, ma anche per la non remota possibilità che in essa verranno proposte agli spettatori visioni della Terra di Mezzo più o meno difformi da quelle che emergono dai testi di Tolkien. Se il pubblico, inteso come platea di consumatori a cui vendere prodotti, chiedesse interpretazioni dell’opera tolkieniana più in linea con il sentire contemporaneo ma palesemente slegate dal contesto proposto da Tolkien, sarebbe compito e dovere delle associazioni a Tolkien dedicate ribadire con fermezza che tali interpretazioni, per quanto popolari e redditizie, non sono ciò che reclamano di essere – e ciò può avvenire solo proponendo e favorendo letture analitiche delle opere basate su un metodo ponderato, preciso nei suoi intenti e rigoroso nel rispetto dei testi originali.

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