Torniamo al convegno. Come ti è venuta l’idea e cosa ti ha convinto che ormai i tempi fossero maturi per dare il via a quest’operazione?
L’intenzione e il desiderio ci sono sempre stati, ma l’idea mi è stata data da Oronzo Cilli questo gennaio, quando ci siamo visti a Roma al convegno con Vittoria Alliata di Villafranca al Senato, in cui lei ci ha edotti su come Fatica l’abbia insultata e come Bompiani l’abbia presa in giro col suo comportamento inqualificabile (il mio articolo sull’argomento si può leggerlo qui). In tal sede si parlava con Oronzo e gli altri, e lui disse che bisognava andare nelle università a tenere convegni tolkieniani di alto livello. Siccome per me le parole sono fatti, o debbono presto diventarlo, ho studiato più rapidamente e meglio che potevo un piano per realizzare quell’idea. È stato entusiasmante vedere come poi sia stata abbracciata da tante persone del mondo accademico e di quello tolkieniano. In realtà non sapevo che i tempi fossero maturi: io ci ho creduto e l’ho fatto. Ed ho capito che quando vuoi una cosa come organizzare un convegno universitario ed hai della credibilità da spendervi, non ci sono poi tutte queste difficoltà. C’è solo, appunto, da volerlo, e da essere credibili. Forse fino ad oggi lo si è voluto poco perché, sai, se diffondi la cultura tolkieniana a questi livelli poi non puoi permetterti di commettere errori o spacciare falsità per verità quando tieni dei convegni o scrivi dei libri, perché qualcuno del pubblico potrebbe alzare la mano e correggerti ed i tuoi libri potrebbero non vendersi più. Abbiamo già visto nel passato recente episodi del genere, denunciati ad esempio da Oronzo Cilli sul suo blog o da me stesso tramite il mio articolo sull’Alliata precedentemente citato.
Non vorrei forzarti a parlare anche in vece di terze persone, ma dato che sei nel vivo dell’organizzazione vorrei che presentassi per sommi capi anche gli altri organizzatori e che ci riferissi riguardo alle loro impressioni, pareri e aspettative circa questo convegno e quanto può scaturirne in termini di ulteriori opportunità e piani per il futuro.
I primi organizzatori siamo noi Cavalieri, che non abbiamo altre aspettative se non parlare di Tolkien al livello che merita, come sempre nelle nostre iniziative. La finalità che ci proponiamo è quella di far passare l’idea che Tolkien vada vissuto e che è bello farlo insieme. Riguardo gli altri, posso dire qualcosina in modo sintetico e veloce. Per prima non posso che mettere STI, che ha abbracciato immediatamente il progetto e lo sostiene sotto ogni punto di vista: ringrazio per questo il presidente Ninni Dimichino.
Io spero che in questo modo io possa contribuire al rilancio dell’unica e sola Società Tolkieniana Italiana: qualunque altra associazione che porti questo nome o si spacci per ente tolkieniano nazionale lo fa in modo fasullo (alla faccia della credibilità). Il secondo che posso citare è ancora Oronzo Cilli, studioso italiano di punta a livello internazionale, appassionato di Tolkien ed amico caro e prezioso: lui ha le stesse idee ed intenti di noi Cavalieri, parlare di Tolkien al livello che merita e viverlo entro una vera Compagnia dell’Anello, ed è entro questa cornice che si dichiudono, ritengo, anche le sue aspettative. Dato che un po’ tutti i Tolkieniani Italiani ragionano così non mi sento di dire di più, se non ribadire quanto ho già detto: le ulteriori opportunità accademiche che possono scaturirne sono amplissime, e pian pianino tutti gli atenei d’Italia potrebbero essere incoraggiati ad aprire le porte a Tolkien come Macerata sta facendo.
Dico una banalità: se Tolkien è diventato fenomeno di cultura pop prima ancora che oggetto di interesse per la sua carriera intellettuale, al netto dello strapotere dell’industria dell’intrattenimento per confezionarci e venderci il “prodotto Tolkien” alla sua maniera, c’è anche una certa qual corresponsabilità dell’ambiente degli appassionati. Per quanto gruppi e associazioni siano ancora visti, con buona pace di tutti, come i dilettanti del settore, anche riguardo alle realtà di più sana e robusta costituzione, cosa secondo te sarebbe dovuto andare diversamente nella loro condotta e avrebbe potuto favorire una diversa accoglienza della figura del Professore? Ci sono state delle promesse, anche tacite, non mantenute?
Rispondo in modo netto e sintetico, anche rispetto alle mie altre risposte. Di promesse ce ne sono state tante: parole al vento. Perché non sono state mantenute? Interessi personali ed un amore per Tolkien o poco sincero o riduttivo, nonché una generale insincerità. Con tutto l’amore che nutro per il fantasy contemporaneo, i fumetti e i super eroi, non è possibile che il più grande evento tolkieniano dell’anno sia il Lucca Comics and Games o una fiera fantasy auto-organizzata in uno sperduto comune e spacciata per evento nazionale, avendo come luogo di studi una palazzina con dentro una bibliotechina da cinquanta libri (di cui alcuni sono anche copie del medesimo). Purtroppo in Italia si è sempre fatto così, in tanti fanno ancora così, e ci si è gonfiati di aria e di nulla. Ora c’è voglia di riprendere quanto nel passato si è fatto bene e di portarlo nel futuro, ampliando, migliorando e innovando alla grandissima, e di lasciarsi alle spalle quanto di poco credibile è stato realizzato. Chi non è d’accordo con questo progetto e questo tipo di mentalità molto chiara e molto decisa può continuare a fare le sue cose, in modo assolutamente libero, ma la chiacchiere sono una cosa ed i fatti un’altra. Nel mezzo c’è la credibilità di un progetto serio che verte solo su Tolkien e su ciò che concerne Tolkien e che si spera di riuscire a portare avanti: per ora l’accoglienza è esattamente quella prevista e auspicate, un sospiro di sollievo e un “era ora!”
Ormai sei nell’ambiente da qualche anno e ti sei fatto anche tu un’idea di quali e quanti siano i modi di parlare di Tolkien in Italia, così come quali sono i vari livelli in cui ciò avviene a seconda di chi propone l’argomento.
Io ti posso dire che rispetto a una decina d’anni fa le cose sono cambiate in modo alquanto netto, ma a te che sei un osservatore da tempi più recenti chiedo: che percezione hai riguardo la serietà e la “libertà”, per così dire, dell’ambiente degli appassionati “strutturati” rispetto al modo in cui scelgono e perseguono i propri fini, rispetto al bersaglio rappresentato dal valorizzare il Professore a tutti i livelli (dunque non soltanto come oggetto di studio)? Secondo me il vero problema degli “strutturati” è che finora hanno fondato i loro club privati a scapito di un quadro d’insieme più ampio e di più ampio respiro e senso. Oltre ad un altro fatto ancor più increscioso: nella storia del mondo tolkieniano italiano mi sono spesso trovato di fronte a grandi persone gettate via perché non piacevano, ed ai migliori che si erano arresi o erano a un passo dalla resa o erano isolati. Io sono una persona tollerante, ma non nei confronti del male: i Tolkieniani Italiani sono un’idea che si basa proprio su questi problemi e sul loro superamento. Mi son detto: e se il campanilismo invece che essere un difetto fosse la più grande risorsa? Infatti è proprio così: negli anni si sono create tante realtà tolkieniane tutte diverse, e tanti studiosi altrettanto diversi. C’è solo da fare di tanti giardini un unico grande e bellissimo giardino, non piatto e uniforme come finora ogni progetto chiamato “nazionale” senza un briciolo di decoro (e di credibilità!), ma un giardino tanto variegato quanto ampio, perché la diversità e la ricchezza sono cifre tolkieniane di cui non si può fare a meno, ed i tolkieniani nel loro essere debbono riflettere i valori di Tolkien. Accettiamo il fatto che non tutti si sentano in grado di portare avanti questa battaglia, ma non gliene facciamo una colpa: lo faremo anche per loro e per le generazioni a venire.