Dieci candeline per Pedo Mellon a Minno. Intervista a Giovanni Lamonaca

di Alberto Nutricati


Compie dieci anni la pagina Facebook Pedo Mellon a Minno. Era il 23 gennaio del 2013 quando Giovanni Lamonaca, anima e cuore della pagina, ricevette in “dono” da un amico uno spazio virtuale nel quale far crescere e condividere la propria passione per Tolkien. Oggi, quella pagina aperta quasi per gioco conta poco meno di 30mila utenti che la seguono.

Per l’occasione, abbiamo intervistato Giovanni (per conoscere qualcosa in più su di lui, basta leggere la breve nota biografica in calce all’intervista).

Giovanni Lamonaca
Giovanni Lamonaca

Giovanni, come e perché nasce Pedo Mellon?

«Pedo Mellon A Minno nasce in un freddo pomeriggio di studio, durante il mio ultimo anno di liceo, passato a studiare insieme al mio amico, che ovviamente conosceva bene il mio interesse per Tolkien e Il Signore degli Anelli. Proprio per questo motivo, a mia insaputa, creò la pagina Facebook e mi fece dono di uno spazio dove poter condividere e coltivare la mia passione. Ebbene sì, in realtà la pagina non venne creata da me direttamente, ma praticamente mi ritrovai una neonata da accudire senza un nome preciso. Una volta capito come fare post e gestire il tutto, la novità mi piacque molto e venne fuori anche il nome: Pedo Mellon A Minno, che richiama la concezione di “metti like e unisciti alla community”».

Il progetto ha rispettato le tue aspettative o ha subito variazioni in corso d’opera?

«Pedo Mellon, a dire il vero, non rientra in una logica progettuale, non ci sono obiettivi particolari, l’unico è quello di aver modo di poter alimentare il proprio amore per tutto ciò che ruota intorno a Tolkien e la Terra di Mezzo. Per i primi cinque anni, ho sempre preferito gestire da solo la pagina, come se fosse un qualcosa che riguardasse solo me. Successivamente, intorno agli inizi del 2018, mi resi conto che serviva una novità e decisi di chiamare altre persone che potessero aiutarmi a pubblicare contenuti e fu così che mi circondai dei primi editor. Praticamente avevo trovato dei compagni di avventura sulla mia strada. In questo stesso periodo conobbi la realtà dei Tolkieniani Italiani e con essa tanti nuovi amici. Pedo Mellon si unì a questo circuito. La collaborazione va tuttora avanti e questo è qualcosa che mi rende particolarmente fiero».

Come è cambiato il pubblico in questi dieci anni?

«Il pubblico è cambiato molto, allo stesso modo dei social. Mi rendo conto che dieci anni, specialmente in questo ambito, sono tantissimi. Nel frattempo, oltre a Facebook, siamo approdati anche su Instagram e abbiamo aperto un canale Youtube, proprio perché il pubblico, con il passare del tempo, è divenuto sempre più variegato. Il nostro motore principale rimane Facebook, dove sono presenti sicuramente i nostri fan più affezionati, ma proviamo ad adattarci, nel limite delle nostre possibilità, ai cambiamenti».

Come è cambiata la fandom tolkieniana nell’ultimo decennio?

«Quello che mi sento di dire sulla fandom tolkieniana è che tutto sommato non è cambiata molto. Purtroppo, c’è una grande dispersione tra i vari ambienti e le collaborazioni autentiche e spontanee, in puro spirito tolkieniano, sono davvero poche. Manca da sempre una genuina linea comune che possa fungere da guida a una fandom molto ampia, ma allo stesso tempo frammentata. Basti pensare alle enormi polemiche che sono seguite all’introduzione della nuova traduzione del Signore degli Anelli tra favorevoli e contrari. Quello che noto è che è presente un’esasperata tendenza a schierarsi da una parte o dall’altra, senza mai trovare punti in comune, pur avendo la stessa passione».

Quali ripercussioni ha avuto sul progetto l’uscita della trilogia cinematografica de Lo Hobbit?

«L’uscita della trilogia dello Hobbit sicuramente ha riacceso i riflettori sul mondo tolkieniano; ha dato la possibilità alle pagine di discuterne e creare nuovi contenuti legati ai film. Questo ha permesso alla pagina di essere un po’ più attiva e iniziare a farsi conoscere tra i vari ambienti tolkieniani che si potevano trovare su Facebook in quel periodo».

E la serie Amazon?

«Sulla serie Tv abbiamo preferito mantenere una linea moderata, provando a porci un po’ al centro tra chi l’ha apprezzata e chi invece l’ha odiata. Le polemiche e le discussioni che si sono generate, anche sui nostri profili sono state numerose e spesso sterili, perché fondamentalmente ognuno restava sulla sua posizione. La serie è stata generalmente odiata o amata. A tal proposito, ho potuto notare che parlando male ottieni più visibilità e c’è chi ha preferito cavalcare questa onda, aumentando i propri followers. Non è stato il nostro caso, abbiamo criticato dove c’era da criticare, così come abbiamo lodato gli aspetti positivi della serie, preferendo assumere e mantenere un profilo moderato, forse impopolare per i tempi correnti, ma che penso sia stato giusto, senza sfociare in conversazioni con toni accesi che, ovviamente, non portano a nulla di buono. Questa prima stagione non è un capolavoro, ma nemmeno una schifezza da buttare».

Ci racconti un aneddoto legato a Pedo Mellon?

«Già come è nata Pedo Mellon è un aneddoto particolare, ma posso aggiungerne un altro. Una volta andai a trovare un mio amico (ischitano come me), nelle Marche, per festeggiare il suo compleanno. Ebbene, in questa festa chiacchierando con un ragazzo finimmo a parlare inevitabilmente del Signore degli Anelli (come spesso capita con me). Questo ragazzo disse che seguiva una pagina su Facebook molto accurata. Indovinate quale??? Fu in quell’occasione che conobbi, per caso, un nostro fan».

La sorpresa più bella e quella più brutta ricevuta attraverso Pedo Mellon.

«La sorpresa più bella è quella che a distanza di dieci anni Pedo Mellon combatte ancora ed è una community molto viva. Sicuramente dieci anni fa non mi sarei aspettato di arrivare a potere contare tanti seguaci, siamo quasi a 30mila like su facebook, e rientriamo sicuramente tra le fanpage più vecchiotte e ancora attive in materia tolkieniana. La costanza nel tempo ci ha premiato e noi siamo grati a tutti i nostri fan che ci seguono. Tra le sorprese brutte rientra la parentesi di tempo in cui ho gestito la pagina insieme ad altre persone, di cui mi fidavo molto, e credevo ciecamente in loro, tanto da affidare loro l’amministrazione della pagina. Accettai persino di cambiare il nome alla pagina, ma, dopo poco tempo, andammo in rotta di collisione su diverse questioni. L’esperimento fallì e tornai al timone solo io, ristabilendo il nome Pedo Mellon A Minno,e piano piano iniziai ricostruire la squadra di collaboratori fino a giungere al team attuale».

Traccia un bilancio di Pedo Mellon dalla sua nascita ad oggi.

«Il bilancio è sicuramente positivo perché, a distanza di dieci anni, grazie a Pedo Mellon riesco, tuttora, a ritagliarmi un momento, durante la giornata, da dedicare a questa passione, grazie alla quale ho conosciuto, seppur ancora virtualmente, tanti amici. A tal proposito vorrei ringraziare tutti gli editor che hanno collaborato per la pagina e in maniera particolare l’attuale squadra di Pedo Mellon A Minno: Angela, Jasmine, Eva, Carlo, Camilla e Marco. Ringrazio tutti gli amici della comunità dei Tolkieniani Italiani e un ringraziamento più speciale va all’amico Giuseppe Scattolini che mi ha introdotto in questa bella realtà».

Cosa ti aspetti per i prossimi dieci anni?

«Mi auguro di poter continuare questa grande avventura, che adesso significa così tanto per me. Mi aspetto di riuscire a far crescere ancora questa community e di mettermi in gioco ancora di più per far sì che Pedo Mellon A Minno non sia solo uno strano suono di parole senza senso, ma un qualcosa di conosciuto e apprezzato, come in parte già ho avuto modo di appurare. Essere indentificato come “Giovanni Pedo Mellon” è una bella soddisfazione».


Giovanni Lamonaca nasce l’8 febbraio 1994 a Lacco Ameno, sull’isola d’Ischia, dove tutt’ora vive, abitando nel comune di Forio. Diplomato al liceo scientifico nel 2013, studia scienze dell’educazione all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, laureandosi nel 2017, e poi si specializza in scienze pedagogiche nella medesima università nel 2021, discutendo una tesi sul rapporto tra disabilità e inclusione sociale sull’isola d’Ischia. Dal 2018 si dedica alla promozione delle persone con disabilità, con un’attenzione particolare per tutti quei ragazzi, che, non frequentando più la scuola, si ritrovano ai margini della società. Appassionato degli scritti tolkieniani, nel 2013 inaugura la fan page “Pedo Mellon A Minno” e dal 2018 collabora attivamente con il circuito dei Tolkieniani Italiani. Nel 2022 fonda, insieme ad altri amici, un’associazione di promozione sociale: “Drago Verde Ischia”, punto di ritrovo per i giovani che vogliono divertirsi in maniera sana con giochi da tavolo e di ruolo.

Alberto Nutricati
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