Ancora dobbiamo riprenderci dalla sorpresa che ci ha fatto il maestro Alessandro venerdì nel primo pomeriggio. Le foto dei bimbi della sua classe rapiti ad ascoltare i compagni leggere da Lo Hobbit ci hanno scaldato il cuore come solo “una fugace visione della Gioia, Gioia al di là delle mura del mondo, acuta come un dolore” (J.R.R. Tolkien, Sulle Fiabe), perfetta epifania pasquale, può fare.
Chi l’avrebbe detto di poter scoprire tanta beltà perfino nei meandri della rete in cui rapporti umani sembrano dissiparsi tra migliaia di interfacce surrogati virtuali? Certo, noi siamo convinti che sia possibile, o non ci troveremmo qui a fare quel che facciamo, arrogandoci addirittura di insignirci del nome di J.R.R. Tolkien, un amico che ci ha comunicato con le sue storie la portata stessa dell’umano. Capita che questa convinzione venga scalfita, spesso anche, capita che ci venga da chiederci se vale la pena continuare, pochi, stanchi, tra i mille impegni quotidiani di ognuno. Quando scopriamo e riscopriamo che sì, è possibile e che succede addirittura, che succede perfino, in parte, per merito nostro, non è solo un restauro della convinzione che dovevamo sorreggere (anziché esserne sorretti): è un vero e proprio ristoro.
Il Tolkien Reading Day in Italia…
Hanno provato questo anche i bimbi delle Scuole Maestre Pie di Bologna? Difficile a dirsi, le Fairy-Stories di cui parlava il Professore non sono racconti pensati apposta per i bambini. Lo Hobbit però, almeno in origine, sì. Alessandro non ha barato, non è stata “solo” una lezione insieme a Tolkien: è stato proprio un Tolkien Reading Day, a loro misura com’era giusto, leggendo Indovinelli nell’Oscurità fino a quel momento in cui Bilbo riceve la visione dei lunghi miserevoli anni di Gollum e, guardando a sé che si sarebbe potuto ritrovare al posto di quella creatura dimenticata, la risparmia. Tra Vita e Morte, i bambini capiscono che il discrimine è la pietà di Bilbo, forse lo capiscono meglio di molti di noi, adulti, che in overdose di cronaca nera una sera sì e una no ci concediamo le sentenze più definitive.
Ancora più difficile è che abbiano capito di essere stati parte di una festa vasta quanto il mondo («il Mooondoo?» avrebbero chiesto spalancando occhi e bocca). Per adesso questo non è importante. L’importante è che noi, adulti e giovani appassionati di tutt’Italia, capiamo di aver fatto parte di quella stessa esperienza di stupore dei bimbi della 2B di Alessandro. Se lo capiremo, se riusciremo a “scovarci” coscientemente negli occhi meravigliati di quei bimbi, magari nel vivo ricordo della nostra prima lettura delle storie degli Hobbit, allora sì che riscopriremo il valore dei nostri omaggi al Professore durante il Tolkien Reading Day.
Succedeva martedì. Quella sera una dozzina di ragazzi bergamaschi si sarebbe incontrata per fare lo stesso. Ai concittadini di Alessandro toccava la sera dopo. A Messina, Brescia e Verona era accaduto già domenica. Poi, il Venerdì Santo, a Firenze; e a Catania, dove un gruppo di giovani siciliani aveva deciso di mettersi in gioco per la prima volta davanti a tutti. Altrettanto a Portici (NA), dove 3 ragazzi delle superiori avevano deciso tutto in poche settimane, in autonomia, per il puro desiderio di unirsi ai festeggiamenti, pubblicamente.
Davvero abbiamo fatto parte di una festa vasta come il mondo? Può rispondere insieme a noi l’International Tolkien Fellowship (l’ente di comunicazione internazionale della Tolkien Society): Australia, Germania, naturalmente Regno Unito e Stati Uniti, Francia, Olanda, Spagna, Grecia, Austria, Polonia, Ungheria, Croazia, Slovenia ma anche Argentina, Armenia, Israele, Indonesia… Sì! Noi Italiani in particolare siamo stati onorati dell’apprensiva attenzione dalla Tolkien Society e dalle principali associazioni internazionali, che hanno preso a cuore il caso italiano per via della nostra assurda regolamentazione sulle letture in pubblico, la quale ci ha impedito quasi ovunque di festeggiare se non in forma privata. Sul versante nazionale com Tolkien Italia abbiamo fatto tutto quanto era in nostro potere per supportare i gruppi locali, in un’estenuante ricerca di chiarimenti legali che ha coinvolto l’editore ufficiale di Tolkien, HarperCollins, l’editore italiano Bompiani RCS e naturalmente SIAE, oltre ad una promozione collettiva continua a partire da un mese d’anticipo. Sforzi che queste immagini ci documentano essere stati ampiamente ripagati.
… e ciò che non lo è stato.
Nondimeno sono state preparate manifestazioni in controtendenza ai nostri sforzi e, nel rispetto dei lettori e degli appassionati che si sono mossi per dare voce alle pagine scritte da Tolkien, abbiamo fatto notare che si trattava di qualcosa di diverso dal TRD e in alcuni casi di discutibili finalità. Qualcuno si è risentito, anche qualche amico di lungo corso, rimproverandoci che non abbiamo abbastanza credenziali per discutere di brevetti di autenticità. Siamo assolutamente d’accordo. Ma il nostro avviso non aveva nulla a che fare con questo tipo di pretese. Bisogna capire che il Tolkien Reading Day non è un’iniziativa ufficiale degli esecutori letterari di Tolkien, che su di essa gli eredi in 13 anni non si sono pronunciati (per quanto non si siano mai dimostrati avversi). L’iniziativa è della Tolkien Society.
Così – se anche la Tolkien Society e l’International Tolkien Fellowship non ci avessero riconosciuto il valore del nostro lavoro d’informazione e coordinamento in Italia in materia come già avevano fatto a fine dicembre per il Birthday Toast (cosa della quale abbiamo evitato accuratamente di vantarci per non dare priorità a questioni che, seppur indirettamente, tolgono centralità a Tolkien) – non è affatto necessario rivolgersi a noi per distinguere il Tolkien Reading Day da altre forme di eventi organizzati. È sufficiente guardare alle descrizioni e alla storia della TS per sapere che non basta denominare un evento “Tolkien Reading Day”.
In Italia quest’anno abbiamo avuto anche il triste primato di vedere svolgersi un appuntamento titolato “Tolkien Reading Day con…” nome e cognome. Negli anni abbiamo visto troppi culti della personalità riccamente alimentati per non riconoscere i segnali preoccupanti di quel “con” (“starring…”, direbbero gli amici angloamericani) che subordina tutto, compreso il nome “Tolkien”. Non è un esercizio magistrale d’esegesi capire il rischio di partecipare ad un simile evento, di fare prima gli interessi di quel soggetto travestito da complemento e poi, forse, rendere tributo a Tolkien. Negli ultimi 10 anni i massimi studiosi di Tolkien nel mondo si sono messi spontaneamente sullo stesso piano dei lettori comuni, quasi anonimi, nel partecipare al Tolkien Reading Day, anche quand’erano invitati a conferenze di un certo rilievo. Da noi qualcuno forse cerca di farcisi un nome. Ma l’unico nome che può entrare nel Tolkien Reading Day è quello del Professore.
Il secondo appunto va sul termine “Reading”. Tanto chi partecipa al Tolkien Reading Day in pubblico quanto chi in privato, lo può fare a condizione che nell’occasione, prima e sopra ogni altra attività, ci sia la lettura dalle opere di Tolkien secondo il tema stabilito dalla Tolkien Society per quell’anno. Un appunto letteralmente centrale ma che sembra sfuggire a chiunque non si sia riferito alla nostra informativa in Italia, come mostrano chiaramente le interazioni sui social del 25 marzo.
Il problema è ben lontano dall’essere limitato ai social media. Non è un mistero che si sia svolta una manifestazione in Abruzzo durante tutto il Lunedì dell’Angelo che pare abbia raccolto centinaia di partecipazioni, con supporto del comune e delle attività commerciali del paese ospite. Lungi da noi lamentarci di istituzioni e privati che appoggiano iniziative dedicate a Tolkien nel territorio o del loro successo, anzi ne siamo lieti ogni qualvolta, come per le varie kermesse estive. Ma un evento che su 8-9 ore di programma ne dedica 2 alle letture dalle opere (di cui una in realtà occupata da una “lezione di Elfico” la cui qualità non abbiamo avuto modo di valutare), contraddistinto da spettacoli di musica e rievocazioni su altri soggetti, degustazioni gastronomiche, mercatini e da un’animazione continua a costumi, non è Tolkien Reading Day. Può essere una manifestazione validissima e anche culturale, ma non il Tolkien Reading Day. Se avvenisse in un qualsiasi altro periodo dell’anno e con qualsiasi altro titolo ci sarebbe poco da contestare e avremmo considerato la divulgazione, ma con le suddette premesse l’iniziativa non può rientrare negli appuntamenti per il Tolkien Reading Day e noi non crediamo di fare un servizio ai nostri lettori promuovendolo come tale.
Lo stesso discorso vale ancora di più per il magnifico concerto a Roma delle musiche interpretate da Marco Lo Muscio, un talento compositivo ed esecutivo del nostro panorama pianistico, che ha avuto luogo proprio il 25 marzo ed è stato accompagnato dall’esposizione dei dipinti dei nostri amici Fabio Leone e Andrea Piparo. Un florilegio artistico encomiabile, ma non il Tolkien Reading Day: non che sia stato pubblicizzato come tale, la nostra linea di non divulgare l’evento è stata una scelta editoriale e saremo felicissimi di recuperare per prossime date.
Un’ultima annotazione, ma probabilmente la più importante. Il Tolkien Reading Day così come il Tolkien Birthday Toast o gli anniversari della morte del Professore non sono ricorrenze indette per celebrazioni estemporanee. La Tolkien Society accoglie sotto la ricorrenza tutte e sole le iniziative che s’inseriscono in una logica di continuità. Ovvero, il Tolkien Reading Day nasce per poter favorire l’aggregazione nella passione per J.R.R. Tolkien non una volta all’anno, ma come uno dei pilastri della vita comunitaria dei gruppi locali in cui s’invita all’impegno pubblico. Per questo, prima di inserire i singoli appuntamenti nel nostro calendario abbiamo verificato che gli organizzatori, qualora non già portavoce di gruppi d’interesse costituiti, avessero la speranza di trovare amici con cui iniziare un percorso comune proprio grazie alle letture nella propria città. In caso contrario siamo più che convinti che sia largamente preferibile la partecipazione in privato, che diversi lettori hanno immortalato mandandoci le loro fotografie, festeggiando così insieme a noi. Tutto questo è Tolkien Reading Day, tutto il resto no.
La via prosegue…
Non possiamo che ringraziare un’altra volta Alessandro, tutti i suoi bimbi e tutti gli amici che si sono ritrovati in Italia, nel Mooondoo, o che ci hanno fatto compagnia da casa: tutti voi ci avete ricordato che se ci dedichiamo a quell’amico di tutti noi che è John Ronald Tolkien è per crescere insieme. Possiamo solo sperare di poterci guidare l’uno l’altro in amicizia lungo la Via, così come lui educa le sue piccole gioie in grembiule tutti i giorni.
Noi ci stiamo. Volete intraprenderla insieme a noi?
N.B.: le fotografie degli studenti delle Scuole Maestre Pie di Bologna vanno utilizzate in accordo con la pubblicazione originale dell’istituto scolastico o in conseguenza di appositi permessi. Quantunque pubbliche, ritraendo esse dei soggetti minorenni qualsiasi uso improprio è punibile secondo i termini di legge.