Natale 1928
Il 20 dicembre 2019 è stata la volta dell’illustrazione tratta dalla lettera del Natale del 1928 che ritrae Babbo Natale insieme all’Orso Bianco, suo assistente, in un momento particolarmente esilarante. Nella lettera viene infatti raccontato un misfatto accaduto al maldestro Orso Bianco poco prima del Natale di quell’anno.
Babbo Natale e Orso Bianco stavano cominciando a trasportare il primo carico di pacchetti dai magazzini all’atrio dell’abitazione, ma Orso Bianco pensò bene di riempirsi le zampe di pacchetti e di impilarne altrettanti sulla testa. Il risultato fu quello di una clamorosa caduta dell’Orso Bianco giù dalle scale e «così bang, bruuummm, cic-cic-cic, crash! Poi lamenti e ringhi da paura». L’Orso era caduto sul naso lasciando dietro di sé una lunga scia di palline, fagotti e pacchettini. È Babbo Natale stesso, sotto gli occhi infastiditi dell’Orso, ad illustrare divertito ai destinatari della lettera l’intera scena. Ma il racconto dell’anno 1928 non finisce qui: l’Orso Bianco una volta risollevatosi corse fuori dall’uscio arrabbiandosi e rifiutandosi di mettere a posto la confusione creata, questo solo perché Babbo Natale si era seduto sui gradini e divertito era scoppiato a ridere.
Babbo Natale, infine, invita i ragazzi ad osservare l’illustrazione da lui realizzata per apprezzare i suoi lavori d’interno in quella che era la sua nuova casa. Quella precedente era andata distrutta nel Natale del 1925 in un incidente «tragicomico» in cui ancora una volta c’era stato lo zampino dell’Orso Bianco. Il rapporto che lega Babbo Natale e l’Orso si snoda continuamente secondo eventi divertenti e disordinati ed è proprio questo strambo affetto tra i due che rende questa pubblicazione così singolare e teneramente intima. Un unicum dell’immaginario tolkieniano da custodire e approfondire, una perla preziosa che parla del cuore di un padre che scrive prima di tutto per coloro che più ama.
L’arazzo intessuto ad Aubusson, dove è possibile ritrovare alcune dolci emozioni d’infanzia, è stato portato a termine dall’Atelier Guillot seguendo il cartone-modello realizzato sempre da Delphine Mangeret. I tessitori si sono serviti di una cinquantina di colori prodotti dal tintore di Aubusson Thierry Roger e della lana come unico materiale. Una particolarità di questo arazzo è che per la sua realizzazione l’Atelier Guillot ha anche accolto la partecipazione di alcuni studenti del ‘brevet des mètiers d’art’, ovvero un diploma nazionale francese conseguito dalla frequenza di studi professionali ai fini della conservazione e della trasmissione delle tecniche artistiche tradizionali. Nell’arazzo possiamo quindi godere della divertente caduta dell’Orso Bianco, ma anche apprezzare le decorazioni realizzate dalla mano di Babbo Natale per i fregi con alberi, stelle, soli e lune e le piastrelle azzurre e color malva stese insieme da entrambi i personaggi.
Ecco perciò che ancora una volta lo stile fresco e didattico, elegante e minuzioso dell’acquerello del Professore viene fatto rivivere nelle grandi dimensioni di Aubusson con una eccezionale e rinnovata maestria.
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