GLI ARAZZI DI AUBUSSON /8: Mithrim

L’acquerello di Tolkien

Ed ora arriviamo all’acquerello del nostro amato Professore.

Tolkien raffigura le colline di Mithrim che si uniformano alla pianura sottostante. Egli stratifica strisce di colore, quasi a riprendere l’andamento geologico del paesaggio, utilizzando una ricca tavolozza che sfuma dai toni caldi delle terre e degli ocra, fino ai toni più freddi e pastello del verde salvia e dell’azzurro carta da zucchero. Ecco poi al centro il Lago Mithrim, il quale sembra quasi perdersi in questo ‘paesaggio atmosferico’ in cui le pallide acque riflettono le colline circostanti.

In lontananza si intravede – ed allo stesso tempo si erge – la cima fumante del Thangorodrim: un gruppo di tre montagne vulcaniche erette da Morgoth per proteggere la propria fortezza di Angband nel nord del Beleriand, descritte dal Professore nel momento della già citata morte di Fëanor, fra le braccia dei suoi figli:

Allora i figli raccolsero il padre e tornarono con lui verso Mithrim. Ma come furono vicini a Eithel Sirion, in-tenti a salire al passo montano, Fëanor ordinò loro di fare alto, ché le sue ferite erano mortali ed egli sapeva essere giunta la sua ora. E dalle pendici degli Ered Wethrin con gli ultimi sguardi contemplò, remote, le cime di Thangorodrim, suprema tra le torri della Terra di mezzo, e seppe, con la preveggenza della morte, che nessun potere dei Noldor avrebbe potuto abbatterle; ma maledisse tre volte il nome di Morgoth, e ingiunse ai suoi figli di tener fede al giuramento fatto e di vendicare il loro padre. Quindi spirò.

Il Silmarillion, Il Ritorno dei Noldor.

Tolkien non si sforza di rappresentare i boschi, se non per qualche accenno, poiché le nebbie che si stendevano intorno al lago oscuravano molte cose. È lui stesso che nelle pagine del Silmarillion ci descrive la regione di Hìsilómë quale Terra di Bruma, così chiamata dai Noldor nella loro lingua, a causa delle nuvole inviatevi da Morgoth quando si erano accampati la prima volta.

Se guardiamo la produzione di disegni del professore, Mithrim segna una svolta nell’abilità di Tolkien come pittore. Le sue capacità aumentarono notevolmente, s’impadronì maggiormente della tecnica ad acquerello riuscendo a rendere con pochi tocchi di colore e pennellate la fisionomia e i caratteri del paesaggio. La resa degli elementi inanimati e animati delle sue illustrazioni passò da essere più fumettistica a più veritiera, anche per la resa naturale dei colori.

Questo acquerello trasmette un’estrema calma e serenità e nulla lascerebbe presagire ciò di cui queste terre saranno testimoni.

Sembra quasi di sentire Tolkien affermare: «It’s the deep breath before the plunge» (“È il respiro profondo prima del balzo”), come nelle pagine de Il Signore degli Anelli.

L’arazzo

Dopo aver tessuto Le Sale di Manwë – Taniquetil, gli atelier Pinton hanno intrapreso la tessitura in lunghezza delle colline e del Lago di Mithrim. Ci sono voluti ben cinque mesi, ovvero 1800 ore di lavoro per realizzare quest’opera, esclusivamente in lana, di nove metri quadrati. Il lavoro è stato lungo e faticoso poiché, a differenza degli altri arazzi della serie, la piccola altezza di questo lasciava spazio all’opera di un tessitore alla volta sul telaio.

Gli artigiani hanno scelto la vecchia tecnica della trebbiatura, in uso fra XV e XVI secolo, che crea una sorta di tratteggio, permettendo così di ottenere numerose sfumature di colore: da vicino risultano semplicemente piccoli tratti; allontanandosi, fanno apparire l’arazzo cristallino e omogeneo. Ciò che agli artigiani interessava nell’arazzo non era il dettaglio, bensì una visione d’insieme in modo da restituire il fascino dell’opera di Tolkien.

Questa tecnica ricorda alcune correnti artistiche di metà Ottocento, come il Pointillisme o il Divisionismo che, sulla scia dell’Impressionismo e basandosi sull’ applicazione delle teorie del colore e delle scoperte sulla percezione visiva, accostavano tocchi di colore senza mescolarli sulla tavolozza, lasciando che la fusione avvenisse nell’occhio dello spettatore, una volta osservato il quadro da lontano.

L’arazzo di Mithrim appare più nitido e vivido rispetto all’acquerello del Professore. La tessitura ha reso netti i contorni degli elementi del paesaggio andando a sottolineare maggiormente la ripartizione dei segmenti di colore presenti nell’acquerello. I colori risultano più intensi, vivaci, e riusciamo a percepire con maggior chiarezza il lago, in quanto i suoi toni risultano in contrasto con le colline circostanti. 

La stessa Thangorodrim appare al nostro sguardo e radiosa si staglia nel cielo. L’arazzo ci colpisce per la sua luminosità e maestosità e possiamo immaginare lo stupore di coloro che hanno potuto osservarlo dal vivo. Sicuramente si viene a perdere in parte quella visione atmosferica e quella resa veritiera che Tolkien aveva voluto dare al paesaggio di Mithrim; questo è dovuto alla tecnica utilizzata, differente dall‘acquerello, che non consente di ottenere lo stesso effetto pittorico

Certo è che il magistrale lavoro degli artigiani di Aubusson ha permesso ancora una volta di poter apprezzare, in una nuova veste, le illustrazioni di Tolkien, trasportandoci poeticamente nell’universo del nostro amato Professore.

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