Númenor e “The Lost Road”

Vi proponiamo due articoli di Bradley Birzer, pubblicati sul giornale on-line da lui fondato: The Imaginative Conservative. Li pubblichiamo insieme perchè trattano due temi molto stretti: dal primo articolo generale sulla evoluzione letteraria di Númenor si passa al secondo focalizzato su una opera incompiuta di Tolkien, i cui testi sono inediti in Italia.


Orgoglio e Caduta nella Seconda Era di Tolkien

Senza dubbio, la mitologia di Tolkien era imponente e, a volte, ingombrante. Dal 1913 al 1973, Tolkien continuò a lavorare sui suoi diversi aspetti, dalla cartografia alle lingue, ai personaggi e alle storie. Nel corso dei suoi anni formativi, la mitologia ha esplorato tutto: dalla personalità, linguistica e psicologia alla politica, filosofia e teologia. Come l’autore dichiarò ripetutamente, non era certamente egli il creatore della mitologia, ma semplicemente colui che la registrò. Le storie si sviluppavano spesso in modi sorprendenti, anche per lo stesso Tolkien. In una lettera, datata 7 giugno 1955, al suo ex studente W.H. Auden, scrisse:

«Ma lungo la strada ho incontrato molte cose che mi hanno sorpreso. Tom Bombadil, già lo conoscevo; ma non ero mai stato a Brea. Grampasso seduto in un angolo della locanda fu una sorpresa, e non avevo idea di chi fosse più di quanta ne avesse Frodo. Le Miniere di Moria erano solo un nome; e di Lothlórien le mie orecchie mortali non avevano mai sentito parlare prima che ci giungessi. Sapevo che lontano, ai confini di un antico Regno di Uomini, c’erano i Signori dei Cavalli ma la Foresta di Fangorn fu un’avventura imprevista. Non avevo mai sentito della Casa di Eorl, né dei Sovrintendenti di Gondor. Più inquietante di tutto, Saruman non mi era noto, e rimasi sconcertato come Frodo quando Gandalf non arrivò il 22 settembre.»

La mitologia certamente non cessò con la sua morte, nel settembre 1973. Piuttosto, in uno sviluppo affascinante e determinante, suo figlio Christopher, ne ha assunto l’eredità. Dal 1973 ad oggi, egli non ha smesso di lavorare su questo lascito e mitologia. Dei quattro figli di Tolkien, Christopher sicuramente era il più simile al padre. Non solo aveva abbracciato pienamente la mitologia di suo padre mentre quest’ultimo era ancora vivo, ma ne seguì anche le orme professionali, diventando un esperto di lingua e mitologia norrena antica e prendendo una posizione accademica ad Oxford. Quando J.R.R. Tolkien venne a mancare, Christopher si ritirò dalla vita professionale per dedicarsi completamente alla mitologia del padre. A partire dal 1973, è diventato sempre più difficile parlare solamente di J.R.R. Tolkien. Dal quel momento in poi, la mitologia della Terra di Mezzo è diventata l’opera dei due Tolkien, non solo di uno.

I libri di Lewis che compongono la Trilogia dello spazio

J.R.R. Tolkien ha immaginato quattro ere della sua mitologia. Al loro interno, Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli si svolgono verso la fine della Terza Era. Il Silmarillion – in tutte le sue varianti – riguarda soprattutto la creazione della Prima Era. Tra le quattro ere, solo la Quarta rimane, nella nostra conoscenza, più oscura della Seconda. Tuttavia, anche per la mitologia tolkieniana nel suo complesso, la Seconda Era è critica. Ciò emerse, soprattutto, dalla meravigliosa sfida che Lewis e Tolkien si lanciarono l’un l’altro nel 1936. Come affermò Lewis: «Tollers, c’è troppo poco di quello che ci piace davvero nelle storie. Temo che dovremo provare a scrivere qualcosa noi». Decisero che Tolkien avrebbe scritto un romanzo fantastico sul tempo e Lewis uno sullo spazio. Gli sforzi di Lewis – Lontano dal pianeta silenzioso, Perelandra e Quellorribile forza – resero legittimamente normale l’accettazione della pubblicazione del genere che fu presto chiamato “fantascienza”; mentre le storie di Tolkien sul tempo si conclusero, purtroppo, in un nonnulla. E, tuttavia, quello che scrisse Tolkien – in particolare le sue storie atlantidee su Númenor – divenne cruciale non solo per la sua mitologia ma anche per quella di Lewis. Númenor, storpiato in “Numinor”, compare nove volte in Quellorribile forza come anche nella poesia “The End of the Wine” e, molto probabilmente, come sfondo di Atlantide ne Le Cronache di Narnia, Il nipote del mago. Si può ottenere il senso più profondo di Numinor specialmente nella poesia di Lewis.

Un uomo proveniente da Atlantide, verso Est navigante –
Nella furia di un maremoto Lemuria è cancellata,
Le città sono annegate, lo spietato e predominante
Inumano mare è di Numinor la tomba salata.

La maggior parte delle storie di Tolkien riguardano, in un modo o nell’altro, l’orgoglio, la caduta e la redenzione. Infatti, come lo stesso Tolkien affermò nel 1950, «in ogni modo tutto questo materiale riguarda soprattutto la Caduta, la Mortalità e la Macchina». Inoltre, con “macchina” Tolkien intendeva il potere – impiegato attraverso la scienza, la tecnica o la magia – come mezzo per sconvolgere la nostra società di amministratori di Dio su questa terra e per diventare noi stessi dei piccoli dèi.

Mappa dell’Isola di Númenor realizzata da Christopher Tolkien e contenuta ne I Racconti Incompiuti

Nella più grande mitologia di Tolkien, la Seconda Era iniziò poco prima che le forze angeliche, i Valar, riconoscessero il contributo degli Uomini nell’imprigionamento di Melkor (cioè Satana). Per gli Uomini che combatterono per il bene, i Valar eressero un’isola in mezzo all’oceano, chiamata la “Terra del Dono”. Lì, gli uomini potevano imparare dagli elfi (che vivevano separati) e dai Valar, vivendo lunghe vite e sviluppando le conoscenze e abilità da loro apprese. Per impedire agli Uomini di desiderare l’immortalità, tuttavia, i Valar proibirono loro di calpestare il Regno Benedetto, le terre immortali ad Est di Númenor. Lo chiamarono “il divieto”. Le prime generazioni di Númenóreani capirono la necessità del divieto, ma con il passare delle generazioni, gli uomini divennero inquieti, ricordando la regola, ma non le sue ragioni. La generazione di mezzo rispettava la regola, perché era la regola. Le generazioni successive, tuttavia, divennero non solo contrarie ma addirittura sprezzanti verso la regola stessa, credendo che fosse semplicemente un trucco degli dèi angelici e degli elfi per negare agli Uomini la loro legittima longevità e il loro posto nel mondo. Quando l’orgoglio divenne troppo grande e gli uomini decisero di invadere le terre immortali, i Valar spazzarono via Númenor e ricostruirono il mondo da piatto a sferico. Così, se una nave navigasse verso est, navigherebbe così ad est che l’est diventerebbe ovest e la nave tornerebbe alle relative origini. 

Come precedentemente menzionato in quest’articolo, Tolkien scrisse solo pochi pezzi sulla Seconda Era. Questi includono, soprattutto, “Akallabêth” del Silmarillion; “The Lost Road” (History of Middle-earth, Vol. 5); “The Notion Club Papers” e “The Drowning of Anadûnê” (History of Middle-earth, Vol. 9); “Descrizione dell’isola di Númenor”, “Aldarion ed Erendis: la moglie del marinaio”, “Il lignaggio di Elros re di Númenor” e “La storia di Galadriel e Celeborn” nei Racconti Incompiuti; e le diverse appendici de Il Signore degli Anelli.

Anche se ci sono molti temi da considerare in questi vari, anche se tristemente pochi, scritti, è importante capire che la storia di Númenor è la storia di Atene, Roma, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e di ogni potere che ha iniziato con le migliori intenzioni e che ha visto il proprio declino a causa di invidia e orgoglio. È la storia della Caduta nell’Eden, la storia del crollo dell’Impero Ateniese, dell’Impero Romano, dell’Impero Britannico e dell’Impero Americano. È triste, senza tempo e vera.

(segue a p. 2)



© 2020 by Bradley Birzer. Tradotto con il permesso dell’autore. L’articolo originale in inglese si può trovare qui

Traduzione di Greta Bodin

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