“Beowulf”: quale edizione scegliere?

Beowulf – edizione Il Cerchio

Caterina Ciuferri – David Murray (curatori)
Beowulf e il frammento di Finnsburh
Il Cerchio
€25
304 pp.
Source: gentilmente inviato dall’editore. Si ringrazia l’Ufficio Stampa delle edizioni Il Cerchio

A metà strada tra l’edizione Einaudi e quella Carocci si pone questa edizione Il Cerchio. Da un lato si distingue per la sua accessibilità, funzionale anche per un primo approccio; dall’altro per la sua completezza in termini di contenuti offerti al lettore. Non solo troviamo un’esaustiva introduzione corredata da una breve bibliografia, ma sono presenti anche, di seguito alla traduzione del Beowulf,la traduzione del Frammento di Finnsburh, le note al testo, una lista di nomi propri, ma soprattutto quello che ritengo il gioiellino di questa edizione, ovvero la Grammatica anglosassone, che per quanto sintetica (consta di una ventina di pagine), si è rivelata per me una piacevolissima sorpresa, che rende questa edizione degna di essere letta, tanto da neofiti quanto da appassionati.

L’Introduzione è concisa ma completa, efficace nel suo intento di presentare il poema, dando un’inquadratura generale del contesto culturale in cui si inserisce la poesia anglosassone, fornendo una ricostruzione dell’oscuro e confuso contesto storico e presentando le evidenze archeologiche, gli elementi biblici, del mito e del racconto folclorico (del genere “Bear’s Son Tale”), le caratteristiche della società eroica, l’importanza dell’interpretazione moderna data da Tolkien nel 1936, alcuni elementi di stile, il «modello strutturale» (p. 36) del poema, il tema del Beowulf secondo Tolkien, per arrivare infine al concetto di traduzione come inevitabile compromesso.

Nel Beowulf, come Tolkien insegna, «la vita è transitoria: la luce e la vita insieme svaniscono in fretta», e questa transitorietà della vita umana si riflette molto nella cupa visione del mondo che accomunava tutti i popoli germanici, anglosassoni inclusi. Sempre Tolkien continua, riportato a p. 43 di questa edizione Il Cerchio, scrivendo che nel poema «il poeta guarda indietro al passato», alla vita umana, che «è già una tragedia sufficiente», e guarda indietro «nell’abisso» con rimpianto. Perché le opere umane (e l’uomo stesso), non sono eterne, ma votate alla rovina («l’uomo, ciascun uomo e tutti gli uomini, e tutte le loro opere periranno»). Perché, come scrive l’anonimo poeta: Gǣð ā wyrd swā hīo scel (v. 455), «Il destino va sempre come deve andare».

I curatori di questa edizione sono David Murray, che ha collaborato al Dizionario dell’universo di J.R.R. Tolkien curando la voce Beowulf: origine e fonte de Lo Hobbit[17] e Caterina Ciuferri, che ha tradotto per Bompiani Lo Hobbit (2012), Lo Hobbit annotato (2012) e I figli di Húrin (2013).

Essendo entrambi studiosi del Professore di Oxford, emerge dall’Introduzione un grande debito verso la sua figura e le sue opere: a p. 6 i curatori omaggiano il Tolkien romanziere, scrivendo che «la narrativa tolkieniana è una splendida meditazione sul Beowulf»; grande peso viene dato inoltre, come è giusto che sia, al Tolkien studioso, adottando per esempio la sua tesi del Beowulf come  di  «un’opera letteraria, non storica» (p. 11), e interpellando il Professore per citare estesamente le sue parole, come la sua “critica alla critica” e la celeberrima allegoria della torre.

Tuttavia, qualche refuso e l’errore sull’aletta anteriore (Grendel non è un drago!) stonano non poco in un’edizione di questo calibro. Per quanto riguarda la traduzione (traduzione in tandem: versione dall’antico inglese di David Murray resa in italiano da Caterina Ciuferri), si può notare come la divisione originale del verso in due emistichi sia stata conservata, ma mi lasciano perplesso alcune scelte, come l’aver tradotto il Hwæt iniziale con un semplice “Ecco” o Scedelandum (v. 19) con «terra di Skåne» (perché utilizzare una parola in una lingua moderna – lo svedese – per tradurne una in una lingua più antica?). È un’informazione da inserire nelle note al testo (come è stato fatto), ma “Scandia” sarebbe stata una traduzione più che adeguata. A questo proposito, le note in fondo al libro, non sono valorizzate pienamente nella loro posizione, soprattutto quelle legate a chiarimenti, epiteti e kenningar: senza alcun richiamo, risulta scomodo per il lettore orientarsi tra testo e note.  

«Ecco. Dei Danesi con Lancia          conosciamo come nei tempi andati,
i re del popolo,           ricoperti di gloria,
come quei principi     prodemente si batterono.
Molte volte Scyld Scefing     a maligne masnade,
a numerosi popoli                  tolse del potere il tavolo.
Terrore divenne dei guerrieri giusto colui
che senza niente fu trovato.   Tuttavia consolazione ha conosciuto.
Sotto i cieli cresceva  cinto di onore
finché ognuno            dei popoli confinanti
oltre la via delle balene         dovette lui obbedienza
e gli pagò tributi.        Trattavasi di un grande re.»

(Beowulf, vv. 1-11b; p. 57)

Note:

[17] AA. VV., Dizionario dell’Universo di J.R.R. Tolkien, Bompiani, Milano 2005, pp. 44-49