TOLKIEN ITALIA RISPONDE #1 | Siamo certi che la serie TV di Amazon non riguardi il Silmarillion?

Apriamo la nostra rubrica Tolkien Italia RISPONDE con una domanda che, complice anche un clamore mediatico dovuto all’assenza di nuovi elementi e la volontà di molte testate di cavalcare l’onda, sta tormentando molti appassionati: possiamo essere certi che Il Silmarillion non sarà parte dei prequel della serie TV di Amazon?

Inauguriamo la rubrica TOLKIEN ITALIA RISPONDE con la domanda della nostra lettrice Ivonne, preoccupata come molti della possibilità che Il Silmarillion venga incamerato nel soggetto della serie TV di Amazon. La rubrica nelle nostre intenzioni dovrebbe raccogliere più domande con risposte ben più brevi, in pillole (rimandando ad approfondimenti successivi) su base bimensile o settimanale, ma in casi come questo ci occorre un po’ più di spazio per fare chiarezza. Alle altre domande arrivateci nelle scorse settimane ci riserviamo dunque di rispondere direttamente nei prossimi giorni, passando alla frequenza settimanale e più in seguito.


[su_quote]Buonasera, mi chiamo Ivonne, ho 25 anni e sono innamorata di tutte le opere che riguardano il professore, in modo particolare quelle ambientate nel mondo di Arda. La mia domanda è: dal momento che si parla di “prequel” ed “eventi precedenti alla Compagnia dell’anello”, possiamo davvero essere certi che non verrà toccato nulla dal Silmarillion? Da cosa lo deduciamo? La questione mi sta molto a cuore, dal momento che il Silmarillion è il mio libro preferito e non vorrei affatto vederlo rovinato.

Grazie.[/su_quote]

Ciao Ivonne, grazie per averci scritto (per prima!).

Allo stato attuale, ovvero considerato tutto quello che sappiamo di questa serie come fonte certa – il solo comunicato ufficiale di Amazon – e tutto quello che ne possiamo dedurre senza aggiungere elementi esterni al comunicato e al suo contesto proprio, sì, possiamo esserne certi. Naturalmente non possiamo sapere se da oggi alla fine della fase di sceneggiatura, che potrebbe benissimo essere in divenire anche durante le riprese, gli accordi evolveranno includendo altri soggetti o se il comunicato nasconde volontariamente elementi aggiuntivi che ad oggi ci sono preclusi ma, stante ciò che abbiamo letto e ciò che possiamo dedurre circa lo sviluppo delle trattative tra le parti, l’unica cosa di cui possiamo essere certi è che il soggetto è Il Signore degli Anelli, per l’intero o per parti. Con Il Signore degli Anelli si intende un preciso oggetto editoriale, per cui non già (non solo) la vicenda che comincia dalla prima pagina del Libro I nel cap. Una festa a lungo attesa e finisce all’ultima pagina del Libro VI, cap. I Porti Grigi; ma nemmeno qualsiasi cosa esuli dal libro in oggetto. L’accordo prevede “i diritti televisivi globali relativi a [to] Il Signore degli Anelli”, né più né meno per quanto riguarda l’adattamento, ovvero una sceneggiatura non originale derivata da.

È pur vero che il comunicato sembra scritto per depistare e confondere, perché non parla esplicitamente di un adattamento di Il Signore degli Anelli, quanto (appena dopo la frase succitata) “basato sul celebre romanzo fantasy di J.R.R. Tolkien”. Potrebbe anche essere una formulazione come un’altra per indicare che inevitabilmente la sceneggiatura dovrà variare dalla narrazione, ma visti i successivi riferimenti quali

«per portare sullo schermo storie precedentemente inesplorate basata sugli scritti originali di J.R.R. Tolkien» … narrazioni antecedenti a La Compagnia dell’Anello
[notare come nel comunicato questi due passaggi non sono direttamente collegati]

la tendenza generale è stata quella di leggere il soggetto della serie come totalmente incentrato sugli avvenimenti precedente a quelli narrati in La Compagnia dell’Anello. Il comunicato non è così esplicito nemmeno su questo punto, il che già dovrebbe suggerire cautela a chi parla della serie come esclusivamente di un prequel, invece sta avvenendo tutto il contrario.

Dopo che ci hai mandato la tua domanda si sono decuplicate speculazioni sulla possibilità di tornare indietro di millenni e prelevare le storie presenti in Il Silmarillion, riempiendo questo misterioso soggetto alla rinfusa. Di questi articoli le cose più interessanti sono le manifeste carenze dei loro autori, che parlano di un libro che probabilmente non hanno mai nemmeno sfogliato, visti certi strafalcioni, affidandosi ad improbabili enciclopedie online di fans che molto spesso a loro volta non hanno mai aperto il libro. Direi che da questo fronte hai poco da temere.

In questa risposta, che si è già prolungata più del necessario, non scenderò nel dettaglio di come si configura allora il soggetto. Ne parleremo prossimamente in un contributo più esteso (per ora, se non l’hai ancora visto, ti rimandiamo all’articolo sul sito di AIST, che senza dubbio è la valutazione più pertinente finora apparsa). Ma mi prendo ancora qualche riga per tentare di “rassicurarti” per quanto, lo sai bene, nessuna serie TV sarà mai in grado di rovinarti il libro (ma capiamo benissimo quanto sia fastidioso ritrovarsi a parlare con persone che osannano o condannano un’opera letteraria fermandosi ai meriti o difetti di una trasposizione audiovisiva).

Ti chiedo, che interesse avrebbero avuto le parti a nascondere il fatto che tra il soggetto rientrasse anche parte di Il Silmarillion? Ci ricordiamo tutti la persecuzione da parte di giornalisti poco interessati ad altro che al titolone che dovette subire Peter Jackson durante gli ultimi mesi prima e durante la permanenza in sala di La Battaglia delle Cinque Armate. La domanda più ricorrente che gli ponevano era senza dubbio se quel film fosse davvero l’ultimo viaggio nella Terra-di-mezzo filmica e se non vi sarebbe tornato per girare Il Silmarillion. Amazon e Warner Bros. avrebbero ottenuto un richiamo ancora più esplosivo se nell’accordo avessero potuto vantare quest’opera così desiderata quanto misconosciuta dai Ringers, gli affezionati degli adattamenti di Peter Jackson. Dunque, perché nasconderlo? Per rivelarlo più avanti in una campagna pubblicitaria scandita da più annunci-bomba? Può essere una risposta sensata, ma come strategia di marketing non è così convincente.

Ci sono anche considerazioni più vincolanti che escludono Il Silmarillion dal soggetto in prima battuta. Se hai letto la mia analisi e mi ha seguito su Radio Brea in queste ultime due settimane, avrai sicuramente appreso che i soli soggetti su cui erano necessarie la compresenza di Tolkien Estate e HarperCollins (poste le conclusioni di cui in analisi) e Warner Bros. dall’altra parte erano Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit. L’idea che l’Estate rientrasse come parte licenziante per l’inserimento nell’accordo di diritti di sua esclusiva pertinenza come quelli di Il Silmarillion è da escludersi perché non era tenuta in alcun modo a coinvolgere Warner – mentre Warner aveva le opzioni sulle altre due opere – e perché l’unica soluzione proponibile a giustificare questo coinvolgimento sarebbe che l’Estate abbia utilizzato Il Silmarillion come contropartita per riacquisire un ruolo su Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit. Ovviamente questa idea ignora tutto quanto sappiamo dell’Estate e ignora che tali diritti siano detenuti da un autore vivente (non solo da una fondazione a tutela): Christopher Tolkien.

A conferma di ciò possiamo leggere le dichiarazioni citate dal legale dell’Estate nel comunicato ufficiale, il quale dice esplicitamente:

Siamo lieti che Amazon, con il suo duraturo impegno verso la letteratura, sarà la casa dell’inedita serie TV a più stagioni di Il Signore degli Anelli.

Ovvero, appena prima di parlare delle “storie inesplorate” precisa quale sia il soggetto al di là di ogni dubbio.

Certo, questo non significa che non vedremo in TV scene di vicende remote, laddove queste in Il Signore degli Anelli siano parzialmente sovrapposte con il Il Silmarillion, dal cap. Gli Anelli del Potere e la Terza Età a ritroso. Io dando la notizia avevo scritto che:

diverso è il tipo di storia che appartiene agli annali della Terza Era verso le precedenti, o alla sola memoria dei Saggi, in quel caso si tratta di offrire brevi scorci (come già fece Jackson) delle più remote vicende, risalendo quel sentiero narrativo che Tolkien ha dispiegato nelle sue storie degli Hobbit e che la critica ha denominato “impressione di profondità”.

Ciò naturalmente non esclude che le parti non si riservino di discuterne nei prossimi 2-3-5 anni o che, in futuro meno vicino, magari a fronte di una prima collaborazione proficua, l’opera del ’77 non vedrà lo schermo in progetti diversi, che siano la continuazione naturale di questo o totalmente altri. Ma in definitiva non abbiamo motivi, oggi, di pensare che Il Silmarillion o altre opere di Tolkien che avrebbero maggior ragione di arricchire questo soggetto vi entreranno di diritto o di straforo.

P.S.: Ivonne, ricordati la prossima volta di dirci da dove scrivi.


A presto dunque, con TOLKIEN ITALIA RISPONDE.

Hai delle domande su questo progetto,
su altri possibili adattamenti,
o su qualunque altra cosa riguardi J.R.R. Tolkien
e il fenomeno culturale derivato?

Scrivici a redazione@tolkienitalia.net
con l’oggetto “Tolkien Italia risponde“.

Altri articoli