Cose da Hobbit è sotto sequestro da 2 giorni. La pagina nata l’anno scorso ad opera di un ragazzo emiliano affezionato agli Hobbit di J.R.R. Tolkien potrebbe essere una dei tanti account pubblici di Facebook che ci strappano un sorriso una volta al giorno. A qualcuno sarà sembrata strana la campagna contro l’abuso di una fanpage, vista la nostra dichiarata antipatia verso questa categoria di pagine. Cose da Hobbit non è solo una fanpage: per mesi è stata uno degli alleati principali di Tolkien Italia per la diffusione dell’informazione su Tolkien e dintorni e il suo contributo è stato prezioso.
Da una parte è dunque un debito per noi, ma Sam, così com’è noto nelle molte fiere di fumetto, videogioco e fantastico d’Italia in cui sfila insieme al suo gruppo di cosplayers La Quarta Era, è ben più di un social admin che si è messo a disposizione perché dopotutto non gli costava nulla e così avrebbe trovato dei contenuti ottimali per la sua pagina. Alex, perché Alex si chiama, è un appassionato reale di J.R.R. Tolkien, quelli di cui la comunità ha disperatamente bisogno: umile e con animo volenteroso, dall’entusiasmo incontenibile e desideroso di imparare e di prendersi anche quelle piccole responsabilità che permettono di comunicare la propria passione agli altri. Quelle piccole responsabilità che si prendono solo se la passione ci coinvolge completamente.
E’ così che nel dicembre scorso Alex, già membro degli Overhill di Bologna, ha deciso di fondare un altro smial nella provincia vicina, quella in cui vive. Sono nati i Tuc della via Emilia a Modena.
Ed è questo che perdiamo, con Cose da Hobbit, se non viene restituita ad Alex e ai suoi collaboratori. Non una delle tante fanpages con titoli vagamente inerenti alla Terra-di-Mezzo che sforna MEMEs e fotomontaggi a ripetizione, ma l’espressione di una passione reale, non virtuale; e l’impegno a che possa diffondersi. Ed è per questo che noi, pur non condividendo il fenomeno social-mediatico di cui pure Cose da Hobbit in una certa misura fa parte, difendiamo a spada tratta gli sforzi di un amico che cammina lungo la Via insieme a noi.
Il rischio che la pagina scompaia del tutto è purtroppo reale. Ripercorriamo come si è arrivati a questo punto.
GIORNO 1. Nella mattinata dell’altro ieri Alex e gli altri 3 amministratori di lungo corso della pagina sono stati rimossi dai ruoli amministrativi, con una misera notifica di Facebook a segnalarlo. Confrontatisi rapidamente, i tre subentrati si accorgono che la scelta non è stata del fondatore e che non è un accertamento del network. La pagina intanto pubblica una .gif umoristica con l’hashtag #Aragorn. E’ attiva e nessuno di loro la sta gestendo.
È a quel punto che Alex, che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi mesi e di cui abbiamo seguito i primi passi nella comunità, si rivolge a noi avvisandoci che pare proprio che la sua pagina sia stata vittima di hacking. Non c’è dubbio, la pubblicazione è del tutto diversa dalle precedenti e l’ospite indesiderato, l’abusivo, non si è nemmeno preoccupato di firmarsi come uno degli admin (Sam, Pipino, Merry nei nicknames, rigorosamente preceduti da una ∼).
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Parte la nostra campagna, su due piedi, cui rispondono decine e decine di utenti inferociti (che o conoscendo noi o Cose da Hobbit, sanno perfettamente che ne vale la pena) seguendo le nostre istruzioni per le segnalazioni di hacking. Intanto, spavaldo, l’ “hacker” – che per rispetto delle abilità informatiche dei pirati del web chiameremo d’ora in avanti “il pirla” – si prende del tempo anche per rispondere alle richieste dei precedenti amministratori legittimi nei messaggi di pagina, nonché di vari altri utenti. Talvolta il pirla si lancia in prestazioni di comicità discutibile, ma indiscutibilmente ridicole, talvolta finge di essere un amministratore a cui «è stata data la pagina in gestione». Ma dove dà il meglio di sé è nei 100 modi di esprime “pappapéro” a seguito dell’insistenza di alcuni messaggi, sostenendo che non ci sia nulla di ingiusto nell’appropriarsi di una pagina se qualcuno del team di amministrazione ti nomina amministratore a tua volta. Così, s’inventa come spiegazione ad Alex che sono stati gli admin di La Mentalità dei Nazgûl (altra fanpage piuttosto famosa in Italia e di tipo umoristico che a sua volta ci ha aiutato in diversi frangenti) a commissionare il furto di pagina per «eliminare la concorrenza». Il problema di una diffamazione così spudorata non è tanto il non farsi scrupoli a mettere in mezzo chi nulla c’entra: alcuni degli admin della suddetta sono amici personali di Alex e suoi compagni cosplayers in La Quarta Era. Ed ecco delle perle del pirla in cui ammette il furto.
Un “dialogo” tra il pirla e Alex.
Il pirla – che oramai avrete capito essere un appellativo fin troppo generoso – tenta inoltre senza troppo successo di cancellare i commenti dalle sue pubblicazioni, poi si finge un nuovo amministratore firmandosi come “∼Gandalf”. Ma non era Cose da Hobbit? Il tutto mentre noi diffondiamo i messaggi che scrive in risposta alle richieste di spiegazione.
Dopodiché, nella tardo pomeriggio, Cose da Hobbit diventa indisponibile. Senza esultare con troppa convinzione (il marasma degli accertamenti di Facebook non è cosa semplice da decifrare), pensiamo che quantomeno le molte segnalazioni possono aver sortito qualche effetto. Iniziano ad arrivare le prime risposte dall’assistenza, secondo cui invece le pubblicazioni «non starebbero violando gli standard della comunità». In quel momento ci pareva abbastanza assurdo. Avevano decine di segnalazioni a carico e Alex aveva richiesto assistenza per diritto violato e aveva fatto riferimento al format specifico, ma finché la pagina rimaneva inaccessibile potevamo pensare che avessero qualificato le pubblicazioni in base agli amministratori attuali, verificando se questi fossero illegittimi in quanto amministratori. Il che era ed è provato dalla loro stessa ammissione, se non altro.
GIORNO 2. Ieri mattina Cose da Hobbit torna accessibile, ma non è più Cose da Hobbit. Ora si chiama La Contea degli Hobbit. Dunque l’inaccessibilità era solamente dovuta al cambio di nome in pagina, o ad una sospensione strategica del pirla? Impossibile pensare che stesse cercando di calmare le acque, non si può essere così sprovveduti, pensiamo. L’url è ancora https://www.facebook.com/coseDaHobbit. Non ci è voluto molto a capire che il cambio nel nome era dovuto ad un requisito di Facebook per l’unione di due pagine simili: esse infatti devono avere lo stesso oggetto, o un oggetto d’interesse simile e un nome simile.
Cosa succede quando due pagine vengono unite? Quella che viene unita alla principale perde tutti i propri contenuti, Facebook li dichiara irrecuperabili, che presumibilmente significa che vengono cancellati anche dalla cache da cui normalmente fanno le verifiche per l’assistenza e che usano per ristabilire account sospesi. Un anno di pagina nel nulla, mentre tutti i suoi quasi 10mila utenti vanno a beneficio di qualcuno che non conoscono minimamente e che anzi non si è fatto scrupolo alcuno di strappare la pagina a chi l’aveva reso il luogo tanto apprezzato dagli utenti stessi. Rinnoviamo l’appello.
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Neanche poche ore e a mezzogiorno arriva la conferma: il pirla condivide una pagina praticamente omonima con poche centinaia di interazioni e non più vecchia di un mese chiedendo all’utenza di darle il “like“. Si gioca oramai a carte scoperte, ma non del tutto. Mentre esplodeva la protesta degli utenti, Tolkien Italia insieme agli amministratori legittimi di Cose da Hobbit ha condotto qualche indagine, che sembravano indicare come quella condivisione sia stata uno specchietto per le allodole, per quanto connessa sicuramente alla pagina in cui confluirebbe il bacino di Cose da Hobbit.
Nel pomeriggio, La Contea degli Hobbit (Cose da Hobbit) ritorna inaccessibile.
Poi anche la sua paginetta omonima.
GIORNO 3. Le pagine sono ancora inaccessibili.
TO BE CONTINUED? COME AIUTARE Cose da Hobbit
In genere Facebook si riserva di verificare almeno in qualche giorno le condizioni per l’unione di pagine simili, ma può capitare che il processo avvenga dopo una settimana. Sarebbe insolito che l’operazione su una pagina così controversa per le molte segnalazioni non venga fermata per ulteriori verifiche. La speranza è infatti che la sospensione d’accesso sia dovuta all’aver raggiunto una soglia minima di segnalazioni.
Finché non accadrà l’irreparabile, noi chiediamo a tutti gli appassionati di aiutare Alex e i suoi collaboratori come segue. Non appena la pagina tornerà visibile, ripetere l’operazione per tutti i post da mercoledì 3 febbraio:
1. cliccare sulla freccia discendente nell’angolo alto a destra del pannello
2. –> “Questo post non mi piace”;
3. –> “E’ spam”
4. –> “L’account di Cose da Hobbit è vittima di hacker”.
E’ molto importante, inoltre, che chiunque possa faccia segnalazione qui, dando come prova le immagini in cui il pirla ammette l’effettiva appropriazione indebita [è possibile che la segnalazione non riesca, non ci è chiaro il motivo].
Esiste poi un modo molto semplice di aiutare Cose da Hobbit o almeno di far sentire loro che tutta la comunità di appassionati è dalla loro parte. Condividere i nostri avvisi è sicuramente un modo per diffondere l’avvenimento, ma noi v’invitiamo anche a
- pubblicare con hashtag #RidateciCosedaHobbit #FurtodiPagina #CoraggioSam
- inserire nei vostri profili l’immagine ufficiale di Cose da Hobbit, che trovate qui sotto.
Alex stasera sarà ospite di Radio Brea, la webradio di Sentieri Tolkieniani per raccontare la sua storia e discutere il futuro di Cose da Hobbit. Sintonizzatevi!
Ci raccomandiamo, non dimenticate di gridare il vostro supporto sui social!
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