di Thijs Porck
Come professore di anglosassone dell’Università di Oxford, J. R. R. Tolkien non poteva fare a meno di essere ispirato dalla lingua e dalla letteratura che studiava e insegnava. Di conseguenza, il suo mondo fantastico è intriso di materiale culturale dell’epoca medievale, in modo particolare di lingua e letteratura Old English. In questo post, focalizzerò l’attenzione sulle somiglianze e le differenze tra gli elfi di Tolkien e sui loro antecedenti inglesi dell’Alto Medioevo.
Glosse sugli elfi nell’Old English
Elfi grigi, elfi verdi, elfi silvestri, elfi marini; nella sua narrativa, Tolkien distingue diversi tipi di elfi. Una varietà simile di tipologie elfiche può essere trovata nell’Inghilterra alto-medievale. Ne è un esempio la seguente, curiosa lista di nomi di elfi in Old English che appare in un manoscritto del nono secolo:
Nimphae aelfinni eadem & muse ‘elfi’
Oreades duun-aelfinni ‘elfi montanari’
Driades uudu-aelfinne ‘elfi silvestri’
Amadriades uaeter-aelfinne ‘elfi acquatici’
Maides feld-aelfinne ‘elfi delle pianure’
Naides sae-aelfinne ‘elfi marini’
La lista di glosse sugli elfi fu aggiunta al manoscritto dallo scrivano che copiò l’indice su una serie di indovinelli latini, ma scoprì di avere ancora dello spazio a disposizione (e, a quanto pare, non voleva che lo spazio nella pergamena venisse sprecato). Lo scrivano ha gentilmente fornito i nomi degli elfi in Old English come traduzione per i termini in latino relativi ai tipi di ninfe; le driadi latine, ninfe dei boschi, sarebbero in Old English uudu-aelfinne, “elfi dei boschi”, ecc.
Una lista simile di nomi di elfi è stata aggiunta al margine inferiore di un manoscritto dell’inizio dell’undicesimo secolo; qui le amadriadi sono wylde elfen, “elfi selvaggi”, piuttosto che uaeter aelfinne, “elfi acquatici”;
Non è improbabile che Tolkien, in quanto professore di anglosassone all’Università di Oxford e visto il suo interesse nei confronti degli elfi, fosse a conoscenza di queste liste di nomi.1 La varietà incontrata in questi manoscritti anglosassoni sembra chiaramente riflessa nelle varie sottocategorie di elfi del mondo tolkeniano: Elfi del mare (Teleri), Elfi dei boschi (i Silvani, come Legolas) e così via.2
La natura ambivalente degli elfi: luce e oscurità.
Nonostante la rappresentazione degli elfi di Tolkien sia generalmente molto positiva, gli Elfi dei boschi di Bosco Atro sono descritti in maniera molto più ambigua. Da una parte, sono descritti come diffidenti nei confronti degli stranieri, e «più pericolosi e meno saggi» rispetto agli Alti Elfi dell’Ovest. D’altra parte, Tolkien specifica che «tuttavia, si tratta sempre di elfi, e non sono malvagi». Nell’Inghilterra anglosassone, l’atteggiamento nei confronti degli elfi era molto simile. Il loro lato oscuro e pericoloso è attestato dalle parole presenti in Old English per incubi e disturbi fisici, come ælf-adl, “malattia degli elfi, incubo”, ælf–siden, “influenza degli elfi, incubo”, ælf-sogoða, “singhiozzo” e wæterælf-adl, “malattia delle acque elfiche”. Queste ultime due suggeriscono che, nella credenza popolare, gli elfi potessero causare malattie, idea che si ripresenta nei testi medici scritti in Old English. La “cura contro un violento e improvviso dolore”, per esempio, attribuisce un dolore improvviso o un crampo a ‘ylfa scot’, “colpo di un elfo”, e un altro testo fornisce informazioni su come comportarsi nel caso in cui il proprio cavallo fosse stato colpito da un elfo (per alcuni di questi rimedi, si può visionare questa edizione online di Karen Jolly).
Che gli elfi fossero considerati creature malevole è riportato anche nel Beowulf (II. 111-113a), che li descrive come mostruosi discendenti di Caino, simili a giganti e orchi: “þanon untydras ealle onwocon: / eotenas ond ylfe ond orcneas / swylce gigantas”, “da qui (da Caino) tutti i mostri si risvegliarono: giganti ed elfi e orchi/mostri, così come i giganti”.
Benché alcune fonti riportino una connotazione piuttosto negativa degli elfi, ci sono anche prove che gli Anglosassoni consideravano quella elfica come una presenza positiva. Un esempio è la parola ælf-scyne, “brillante come un elfo, bello, raggiante”, che viene usata tre volte nel corpus dell’Old English poetico per descrivere due donne bibliche: Giuditta e Sarah. L’elemento ælf- era usato anche nei nomi propri, che ugualmente suggerisce che i genitori del primo Medioevo considerassero gli elfi come una forza benevola, o almeno appropriata per i loro bambini: Ælf-red “elfo consigliere”; Ælf-noth “elfo coraggioso”; Ælf-thryth “elfo potente”; Ælf-here “esercito di elfi”; e Ælf-ric “elfo potente”. Così come gli elfi del Bosco Atro di Tolkien, gli elfi anglosassoni erano sia temuti che rispettati.
Gli amici degli elfi nell’Inghilterra anglosassone.
Diversi personaggi nella narrativa tolkeniana, inclusi Bilbo e Frodo Baggins, possono fregiarsi del titolo onorifico di “amico degli elfi”. Questa dicitura commemora coloro i quali si siano rivelati preziosi alleati degli elfi in tempi difficili. Ciò diventa chiaro grazie alle parole di Elrond ne La Compagnia dell’Anello, quando Frodo si offre volontario per portare l’Anello a Mordor:
«Ma è un fardello assai pesante. Così pesante che nessuno potrebbe caricarne le spalle di qualcun altro. Io non lo carico sulle tue spalle. Se, tuttavia, lo prendi di tua propria scelta, dirò che la tua scelta è giusta; e fossero riuniti qui insieme tutti i potenti amici degli Elfi del passato, Hador ed Hùrin, Tùrin e persino Beren, il tuo posto sarebbe fra loro».
L’equivalente in Old English di “amico degli elfi”, Ælfwine, non era insolito nell’Inghilterra anglosassone: diversi abati e arcivescovi lo portarono come nome. Uno di questi Ælfwine è strettamente connesso a un manoscritto dell’undicesimo secolo conosciuto come Il libro delle preghiere di Ælfwine. Il libro era stato probabilmente scritto per l’abate Ælfwine di New Minster, il cui nome appare in codice in una delle iscrizioni del manoscritto:
Qui alcune delle vocali sono state sostituite con le consonanti che le seguono nell’alfabeto: AFlfwknp mpnbchp > Aelfwino monacho “per il monaco Ælfwine” (per scoprire qualcosa di più circa questo tipo di codificazione, si può leggere in lingua inglese l’articolo La crittografia anglosassone: scritture segrete nell’Inghilterra altomedievale)
Un Ælfwine altrettanto misterioso è quello ritratto nel Manoscritto di Caedmon, uno dei quattro principali codici della poesia Old English:
Non è chiaro chi possa essere questo giovane chiamato “Ælfwine” – è stato suggerito che potesse trattarsi del mecenate o dello scrivano del manoscritto. Magari potrebbe addirittura essere l’autore di alcuni dei poemi in Old English del Manoscritto di Caedmon: Genesi, Daniele, Cristo e Satana e Esodo. Lo stesso Tolkien era un appassionato estimatore degli ultimi tra questi poemi in Old English: un’edizione e traduzione dell’Esodo in Old English, stando agli appunti di Tolkien, apparve nel 1982 (potete vedere una mia conferenza a riguardo qua L’Esodo in Old English di Tolkien).
Dato che Tolkien ha lavorato sull’Esodo in Old English, ha sicuramente individuato il tondello di Ælfwine nel Manoscritto di Caedmon (l’unico a contenere il poema sull’Esodo in Old English). Forse questo misterioso Ælfwine è stato la fonte di ispirazione di Tolkien nello sviluppare l’idea, presente nelle prime bozze de Il Silmarillion, di un uomo anglosassone chiamato Ælfwine che viaggiò verso ovest per ritrovarsi nelle terre degli elfi. Come riportano alcune delle versioni della mitologia di Tolkien, questo Ælfwine in seguito tornò nell’Inghilterra anglosassone e scrisse le storie della Terra di Mezzo in Old English (creando così, per esempio, gli annali di Valinor in Old English).
Chiaramente, vista la correlazione tra i vari tipi di elfi, gli elfi ambigui di Bosco Atro e gli amici degli elfi, la Terra di Mezzo di Tolkien è strettamente connessa all’Inghilterra dell’Alto Medioevo.
Note
1 N.d.R.: si tratta di una pura ipotesi in attesa di eventuali prove che supportino o confutino questo fatto.
2 N.d.R.: è utile ricordare che i nomi di questi clan degli Elfi non indicano caratteristiche fisiche particolari degli Elfi della Terra di Mezzo, che appartengono sostanzialmente a un’unica razza, bensì si riferiscono ai luoghi in cui preferiscono dimorare
© 2020 by Thijs Porck. Tradotto con il permesso dell’autore. L’articolo originale in inglese si può trovare qui
Traduzione di Alessandra Cois