Sono passati quasi 6 mesi dalla dipartita di Sir Christopher Lee. Non solo un attore dal curriculum sconfinato, un’icona del cinema inglese che ha dato volto a memorabili antagonisti per decenni fino a comparire in anni recenti nelle serie cinematografiche più fortunate, quali la seconda trilogia Star Wars e ovviamente nella magistrale interpretazione di Saruman nella Terra-di-Mezzo di Peter Jackson. Per ognuno di noi affezionati lettori di Tolkien Christopher Lee è stato anche un vero e proprio testimone dei primi anni, quando Il Signore degli Anelli cominciava ad invadere le librerie di Britannia e degli Stati Uniti.
Christopher Lee era chiamato “scholar” dagli amici della produzione kiwi, dettaglio udibile anche negli speciali dell’ultima Edizione Estesa di Lo Hobbit. Col termine reverenziale che identifica gli studiosi di importanti istituti e che si sono distinti nel proprio campo, regista, sceneggiatrici e tutto il personale a lui vicino intendevano riconoscerlo come un grande conoscitore dell’opera di Tolkien. L’affetto verso i libri del Professore era manifesto e contagioso. Sir Ian McKellen ha ricordato come si sentì inadeguato ad interpretare Gandalf dopo aver ascoltato Lee raccontare il personaggio e il suo desiderio di sempre di portarlo sul Grande Schermo, oltre alla sua pronuncia del Linguaggio Nero. Era il primo incontro tra i due (presto immortalati Stregoni) in Nuova Zelanda. In effetti Christopher Lee sapeva commentare in modo brillante pressoché l’intera romance di J.R.R. Tolkien, che leggeva almeno una volta all’anno e cui attribuiva perfino un primato assoluto:
«Quello che ha raggiunto il professor Tolkien è unico nella letteratura del mio tempo. Difatti, secondo me, ha raggiunto la vetta dell’invenzione letteraria d’ogni tempo. Nulla di simile è mai esistito, né probabilmente mai esisterà in futuro.»
Prefazione a Il Signore degli Anelli: Armi e Battaglie, di Chris Smith.
E’ dall’autunno dell’anno scorso che gli oggetti della collezione privata di Christopher Lee sono stati messi in vendita o all’asta. Per lo stupore di chi s’era abituato a conoscerlo, il bastone di Saruman e una delle copie di Andùril (la spada di Aragorn, regalatagli dal fondatore WETA Richard Taylor) sono entrate in un lotto di Bonhams: insieme le due armi hanno superato la quota di 550mila $. Ora che Lee non è più con noi, pare che anche i suoi amati libri saranno offerti alle mire collezionistiche di estimatori di tutto il mondo.
E’ Abebooks ad inserire in catalogo la “copia di Saruman” della 1a edizione Allen&Unwin di The Lord of the Rings. Tutti e 3 i volumi sono firmati da Christopher Lee (Il Ritorno del Re è una prima stampa) e all’interno c’è anche una pagina di appunti (probabilmente per sé) in 32 parole che nomina Saruman, Gandalf, Gimli, Tolkien, Theoden, Eomer, il tutto che potrebbe collocarsi durante il processo di produzione dei film di Il Signore degli Anelli. Così come altri attori, Lee era solito consultare il testo durante le riprese per rimanere radicato alla storia originale. Molti di loro erano direttamente coinvolti nella composizione della sceneggiatura e sovente accadeva che appena prima delle riprese gli attori, il regista e le sceneggiatrici concordassero di ripristinare una battuta o comunque di correggere il copione. Scrive “La Casa di Eorl – posto sbagliato?”; difficile non pensare alla tanto discussa scena di La Voce di Saruman a precedere la morte del Bianco in cui lo Stregone deride il casato dei re di Rohan. Un altro curioso appunto rivelato da ABE è “Gimli – Jammy sod! [bastardo di un fortunello!, gergale] Don’t give a toss!” dove la seconda frase potrebbe essere riferita sempre alla medesima scena e alle proposte sbrigative del Nano. Il prezzo fissato è di “solo” £ 5.500, poco più di 7800 €.
“Solo” perché stanti tutte le premesse di chi sia stato Christopher Lee per milioni di lettori e spettatori e visto che quelle copie sono (probabilmente) le prime acquistate e quelle lette con più continuità, per oltre 50 anni, da un mercato non certo clemente come quello del collezionismo tolkieniano (in cui AbeBooks è versato da anni) ci si poteva aspettare anche una richiesta ben più onerosa. E’ nota l’occasione in cui Christopher Lee, unico del cast e della produzione, incontrò l’autore stesso, Tolkien, all’Eagle and Child di Oxford, ma c’è un aneddoto (riportatoci dagli amici della Tolkien Society) forse anche più esplicativo di quanto fosse importante Il Signore degli Anelli per l’attore britannico. Ve l’abbiamo raccontato nelle nostre note su Facebook poco tempo dopo la morte, ve lo riproponiamo qui sotto perché ci comunica perfettamente come Lee non fosse altri che uno di noi, lettori che non possono fare della compagnia delle storie degli Hobbit.
Christopher Tolkien e la Febbre dell’Anello
1955. L’anno prima il Regno Unito ha visto la pubblicazione dei primi due volumi di un libro unico, Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien. L’editore Allen&Unwin, sorpreso dalla rapidità con cui le copie andavano in esaurimento, ha ordinato almeno due ristampe di ciascun volume prima dell’autunno, così che La Compagnia dell’Anello e Le Due Torri hanno già superato le 6mila e 8mila copie stampate e vendute. Negli Stati Uniti l’editore Houghton Mifflin è stato più cauto, ma è andato incontro allo stesso modo ad un esaurimento fulminante. Recensioni entusiastiche e dispregiative si sovrappongono sui più importanti giornali e riviste nazionali. E’ la Febbre dell’Anello: un numero spropositato di lettori sta attendendo impazientemente la pubblicazione dell’ultimo e decisivo volume, lasciati in sospeso su Gandalf che cavalca freneticamente verso la guerra su Minas Tirith dopo l’imprudente dialogo tra Sauron e Pipino attraverso il palantìr ; e su Frodo, creduto dapprima morto, catturato e imprigionato dagli Orchi di Cirith Ungol, mentre Samwise deve decidere se soccorrere il caro padrone o proseguire la missione per distruggere l’Anello.
Non aiutano gli annunci di ritardi contingenti. Inizialmente prevista per Aprile, la pubblicazione di Il Ritorno del Re viene posposta a novembre: l’autore infatti sta incontrando qualche difficoltà a preparare un lungo corpo di appendici che (alcune recensioni di suoi amici lasciano intendere) dovrebbe gettare uno sguardo sulla più vasta mitologia in cui la Storia dell’Anello si colloca. Oramai i prestiti tra amici e il sistema bibliotecario hanno assicurato una diffusione ben superiore alla sola vendita libraria. Una cosa è certa: Il Signore degli Anelli è il fenomeno editoriale dell’anno, seguito da Il Signore delle Mosche di William Golding e dall’allora ultimo libro di Le Cronache di Narnia – Il ragazzo e il cavallo dell’amico C.S. Lewis.
In quell’anno una giovane bibliotecaria di Londra, Daphne Parnham, ancora non sa che nel giro di qualche decennio diventerà tesoriera di un’associazione dedicata a quel prof. di Oxford tutto particolare, da poco alla ribalta dopo il primo successo (più contenuto) dei tardi anni ’30 della sua fiaba Lo Hobbit. Un giorno come tanti al banco della biblioteca, finché improvvisamente una lunga ombra si staglia su di lei. Alzando gli occhi, si trova di fronte un uomo altissimo, dal portamento fiero, il volto smagrito e i lineamenti longilinei, curvato su di lei come se faticasse ad aspettare. L’aspetto dell’uomo mette Daphne in soggezione, è quasi sconvolta dal colpo d’occhio, ma ancor di più per la profondità della sua sicura voce baritonale.
« Avete la terza parte dell’Anello? » chiede l’uomo con entusiasmo.
« Uhm… Sigifrido?*» chiede Daphne, tremolante.
« Ma no, dannazione! L’altro Anello! ».
Daphne riconoscerà quell’uomo negli anni a venire quale l’attore Christopher Lee, 45 anni dopo interprete di Saruman nella trilogia cinematografica di Peter Jackson. Esattamente come per l’occasione in cui ebbe a incontrare J.R.R. Tolkien, questo episodio testimonia perfettamente che Christopher Lee è stato un lettore appassionato dai primi momenti in cui l’opera di Tolkien ha investito la modernità.
NOTE
*Sigfrido è la seconda giornata (la terza parte) dell’Anello dei Nibelunghi o Tetralogia dell’Anello di Richard Wagner. L’aspetto e la voce di Christopher Lee probabilmente hanno fatto pensare a Daphne di trovarsi di fronte ad un cantante lirico o comunque ad un appassionato dilettante. Da come è stato riportato a noi l’aneddoto, è detto che Daphne abbia riconosciuto Christopher Lee per via della sua fama di cantante, ma questo è decisamente improbabile, visto che Lee era negli anni immediatamente precedenti all’esplosione della sua carriera cinematografica e ancora non si era dedicato alla musica o al teatro musicale, sebbene avesse tra i suoi avi una delle più importanti cantanti liriche del suo tempo, l’inglese Marie Carandini. È più facile che ci sia stata una correzione retroattiva del ricordo relativamente recente, visto che negli anni recenti le doti di cantante di Lee sono ben note, oppure che tale retroazione sia stata applicata da chi ha riportato l’aneddoto (entrambe le possibilità sono ammesse dagli amici della TS).
2 – sulla collocazione temporale: è difficile restringere l’intervallo di tempo in cui possa essere avvenuto tale episodio: potrebbe essere dalla primavera fino all’estate, forse perché Christopher non s’era avveduto degli annunci di A&U sui ritardi o forse proprio per aver notizie sulla pubblicazione, nella remota speranza che fosse già approdato. O forse, semplicemente, visto che in quegli anni e specialmente in UK il servizio bibliotecario era molto più usato di quanto non lo sia adesso, recatosi per altre faccende abbia voluto approfittare per un tentativo. C’è persino la possibilità che ci troviamo tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre e che Lee non abbia fatto in tempo a comprare la sua copia (tra oltre 7mila stampate), ma questo sembra improbabile, visto che, come detto, le biblioteche potevano essere il luogo più sicuro ove trovare nuovi libri disponibili e che difficilmente Daphne avrebbe pensato a qualsiasi altra cosa, sia pure Wagner, in quei giorni di frenesia. Oggi sappiamo che di Il Ritorno del Re Christopher Lee possedeva una prima impressione, quindi riuscì ad acquistarlo quasi subito.
Daphne Breem (nata Parnham), consorte di W.W.S. Breem e nota ed amata dai tolkieniani d’Inghilterra come “Rikki”, è stata la storica tesoriera della Tolkien Society. Esperta di lirica (vedi sopra e nota) e egittologa dilettante che ha collaborato a diverso progetti di ricerca archeologica in Egitto e Sudan, proprio un anno fa accusava un incidente domestico la costrinse dentro e fuori diverse strutture ospedaliere per mesi, fino alla morte lo scorso 12 agosto. Diversi suoi contributi sono apparsi nelle riviste Mallorn e Amon Hen e per tutta l’associazione e in special modo per lo smial Northfarthing (Decumano Nord) è stata sempre un riferimento. Auguriamo a tutti i suoi amici il meglio. Qui il necrologio della Tolkien Society.
Ringraziamo Alan Reynold e David Doughan per aver divulgato questo aneddoto.
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