“Theo e Bronwyn”, identikit dei nuovi personaggi

di Serena Camerini


Dopo una pausa di alcune settimane, Amazon torna a stillare qualche goccia di novità sulla serie “Gli Anelli del Potere”.
L’account Twitter ufficiale del colosso di produzione ha rilasciato due immagini riguardanti una donna e un ragazzo, che sappiamo essere madre e figlio.
Per quanto riguarda la donna, si tratta di Bronwyn (interpretata da Nazim Boniani), di cui abbiamo avuto una prima immagine nei poster rilasciati mesi fa, in cui la si vedeva tenere in mano un falcetto, e nella immagine in cui si vede assieme al tanto discusso elfo di colore Arondir (interpretato da Ismael Cruz Cordova).

L’immagine appena rilasciata non ci fornisce ulteriori dettagli su di lei: la vediamo sulle rive di un torrentello con alle spalle una montagna.
Forse la mancanza di novità su di lei è voluta, per permetterci di concentrarci sul nuovo personaggio della seconda immagine, ovvero Theo, figlio di Bronwyn (interpretato da Tyroe Muhafidin). Non ci è permesso fare ulteriori supposizioni se non con quello che vediamo nelle immagini, considerando che madre e figlio non sono nati dalla penna di Tolkien, né il luogo dove entrambi dovrebbero vivere, ovvero il villaggio di Tirharad.

Prima di soffermarmi sul dettaglio che sembra ricongiungere anche Theo con uno dei soggetti dei poster, vorrei dare uno sguardo alla scelta dei nomi di questi due personaggi di esclusiva creazione di Amazon.
Bronwyn è un nome proprio femminile d’uso corrente in lingua inglese, ma di origine gallese: deriva infatti da “bronwen” (o branwen), parola composta dalle parole “bron” e “gwen” che hanno come significato “ seno benedetto”. Dunque un nome che potrebbe essere molto evocativo considerando che si tratta di un personaggio che ci viene presentato come una madre. C’è ovviamente la speranza che la scelta non sia stata casuale, considerando che la creazione dei nomi in Arda segue una logica che trae le proprie radici dalla formazione filologica e dalle predilezioni linguistiche dello stesso Tolkien (Gallese per il Sindarin, Finlandese, Greco Antico e Latino per il Quenya, Antico Inglese per il Rohirric).
Per quanto riguarda il nome “Theo” possiamo anche supporre che si tratti del diminutivo di un nome simile ai celeberrimi Théoden o Théodred,  oppure possiamo formulare una ipotesi ancora più fantasiosa ma che può lasciare più perplessi. Potrebbe trattarsi infatti di un nome di origine greca, derivante dalla parola teò [ϑεός] che vuol dire “dio” o più genericamente “divinità”. Per estensione ne derivano nomi come  “Teodoro”, che ha come significato “ dono di Dio”.

Anche qui si potrebbe sperare che la scelta non sia casuale, ma “l’importanza” di un tale nome creerebbe non poche aspettative da saziare, soprattutto trattandosi di personaggi non appartenenti all’universo strettamente pensato dall’autore. Arriviamo adesso al dettaglio più significativo dell’immagine, questo di certo non è casuale, dato che sembra confermare che anche Theo sia fra i personaggi dei famosi poster. Se andiamo a guardare bene le due immagini, infatti, i personaggi sembrano indossare la stessa casacca bordata di pelliccia.
Per quanto le mani della prima immagine non sembrino appartenere ad un ragazzo così giovane come ci viene presentato Theo, l’ipotesi potrebbe prendere in considerazione anche un salto nel tempo (forse Theo troverà la spada da giovane e poi la loro storia si svolgerà prevalentemente in età adulto?). Oppure si tratta solo di una particolare patinatura sulla resa dell’immagine nel poster.

Ci troviamo quindi a chiederci di che spada si tratti.

La spada è spezzata ma si capisce benissimo che il colore è nero ed intenso, con l’impugnatura intricata ma usurata. Non si può negare che abbia un aspetto affascinante ed allo stesso tempo oscuro, caratteristiche che ci lasciano supporre che si tratti di Gurthang, la spada che accompagnò e concluse le tragiche gesta di Túrin Turambar.

“Poi sguainata la spada disse: «Salve, Gurthang, Ferro di Morte, tu sola mi rimani! Ma quale signore leale conosci tu, salvo la mano che t’impugna? Nessun sangue ti ripugna! Vuoi bere anche quello di Túrin Turambar? Vuoi uccidermi in fretta?». E dalla lama uscì in risposta una fredda voce: «Sì, voglio bere il tuo sangue, per modo che possa dimenticare il sangue di Beleg mio padrone, e il sangue di Brandir, ucciso ingiustamente. Ti ammazzerò in fretta». Allora Túrin piantò l’impugnatura in terra e si gettò sulla punta di Gurthang, e la nera lama si prese la sua vita.

I Figli di Húrin, cap.XVIII, “La Morte di Túrin”

Da ciò che leggiamo possiamo dedurre che la spada possedesse una “volontà propria”, fattore che renderebbe la sua comparsa nella serie ancora più interessante. Ma le ultime ufficiali notizie del “Ferro di Morte”(significato del nome “Gurthang” in Sindarin), ci portano al triste cippo funerario di Túrin, presso l’isola di Tol Morwen, dove essa dovrebbe giacere insieme al suo portatore. Non abbiamo notizie di un suo disseppellimento e successivo riutilizzo, ma questo non può portarci ad escludere che si tratti proprio di Gurthang, dando per assodato che Amazon rimaneggerà molti elementi a servizio della trama congeniata.
Chissà che non assisteremo a un’avventura sullo sperone di roccia del Tol Morwen.
Con un sorriso scherzoso la fantasia potrebbe farci volare verso la Dagor Dagorath, una delle profezie di Mandos secondo cui ci sarà la battaglia finale fra la Luce dei Valar e l’Oscurità di Melkor, in cui dovrebbe essere proprio Túrin a trafiggere il Malvagio Signore, con la sua lama nera.

Che Amazon stia già pensando al finale della quarta stagione? Per ora freniamo la fantasia e le supposizioni e torniamo ad aspettare l’uscita di nuove notizie, in trepidante attesa che arrivi il 2 settembre e che il viaggio inizi!

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