Nuovo Convegno su Tolkien all’Università di Trento

di Giuseppe Scattolini


L’Associazione Italiana Studi Tolkieniani ha appena indetto un nuovo convegno tolkieniano che si svolgerà in una università nostrana, quella di Trento. Qui l’articolo che ne parla ed in cui è presente il programma completo, che vi riportiamo anche noi di seguito:

Il programma

Lunedì 30 novembre – ore 15:00-18:00
modera Andrea Binelli

Ottavio Fatica: Fidarsi del racconto: ritradurre Il Signore degli Anelli
Luca Manini: Nell’officina di Tolkien: il traduttore tra avventura e quest
Renée Vink: Alliteration, Rhyme, Metre: the Toll of Translating Tolkien’s Poems
Marco Picone: Il nome della mappa. Traduzioni cartografiche del mondo di Tolkien

Martedì 1 dicembre – ore 10:00-13:00
modera Roberto Arduini

Maria Elena Ruggerini: La lingua della versione inglese antica di Sellic Spell: modelli e rifrazioni
Alessandro Fambrini: Piccoli hobbit non vanno alla guerra: il caso tedesco
Kersti Juva: Tolkien in Finland
Roberta Tosi: L’arte di Tolkien

ore 15:00-18:00
modera Claudio Antonio Testi

Fulvio Ferrari: Tolkien in Svezia
Roberta Capelli: Decir quasi the same chose: letture parallele del Signore degli Anelli
Antonio Crespi: Tolkien al cinema: trasposizioni e riletture sullo schermo
Roberto Arduini, Stefano Giorgianni, Federico Guglielmi: I Quaderni di Arda: rivista di studi tolkieniani e mondi fantastici

È sicuramente un grande orgoglio per tutti i Tolkieniani Italiani avere studiosi di tale fattura nel proprio paese che discutono di Tolkien, di cui due provenienti dall’estero. Il convegno organizzato da AIST è di alto livello e sicuro interesse per tutti i tolkieniani. Ci sono, tuttavia, degli aspetti per cui non possiamo rallegrarci.

Nell’articolo si dice che l’idea per la tematica del convegno nasce dal dibattito intorno alla nuova traduzione di Ottavio Fatica de Il Signore degli Anelli e vengono utilizzate queste parole:

«Negli ultimi due anni, le polemiche precedenti e conseguenti la nuova traduzione del Signore degli Anelli hanno impegnato una parte del fandom in discussioni molto accese e articolate, alle quali l’AIST ha partecipato come parte in causa. Su questo sito e altrove sono state prodotte diverse letture, analisi, comparazioni, e ci sono thread molto interessanti, tutt’ora consultabili, con decine e decine di commenti.»

Quelle che AIST continua a non considerare sono tutte le critiche puntuali e tecniche che sono state fatte alla traduzione di Fatica negli ultimi dodici mesi, tanto al convegno che abbiamo organizzato lo scorso anno all’Università di Macerata che sulla nostra webradio, la Voce di Arda.

Qui potete ritrovare tutte le puntate della Radio, sia quelle relative alla traduzione di Fatica che quelle contenenti l’intero convegno di Macerata:

Nello stesso podcast troverete una storica intervista a Vittoria Alliata di Villafranca, la prima traduttrice de Il Signore degli Anelli, la cui traduzione è rimasta sugli scaffali italiani per 50 anni ma, nonostante ciò, non è inserita nel novero degli interventi di Trento previsti dall’AIST.

Infatti, quello che ci chiediamo è come possa essere assente la traduttrice per eccellenza de Il Signore degli Anelli in Italia in un convegno sulle traduzioni. Esso viene presentato come accademico e scientifico, ma dov’è la scientificità se viene ignorata la storia delle traduzioni di Tolkien in Italia e viene valorizzata solo l’ultima traduzione, appena arrivata in commercio?

Altro punto molto grave che inficia la scientificità dell’organizzazione è la mancanza di una relazione che critichi l’approccio di Fatica al testo di Tolkien. Come abbiamo detto, AIST continua a fare finta di non sapere che esistono critiche di natura tecnica cui non è stata data una risposta. L’articolo ancora bellamente riporta il vanto di Fatica di aver reso nella sua traduzione

«una caratteristica dello stile del romanzo: una lingua che parte piana, al livello terragno degli Hobbit, e cresce con l’esplorazione di paesaggi e regni sempre più antichi e grandiosi, fino a diventare prosa poetica nelle scene più epiche, e infine ritornare (faticosamente) alla terra e alla lingua comune di partenza. È stata la nuova traduzione italiana a farci scoprire che il romanzo non è scritto tutto con lo stesso registro linguistico, lo stesso lessico e lo stesso stile, bensì ha un andamento che corrisponde a quello della storia narrata.»

È questa una delle caratteristiche della nuova traduzione di cui si è fatto maggior vanto, ma che è stata anche maggiormente criticata da tutti coloro che l’hanno letta e tecnicamente analizzata. Quello che bisogna evidenziare è questo: che se nel 1906 venisse organizzato un convegno dalla Royal Society di Londra sulla Gravità e venissero invitati solo i sostenitori della teoria di Newton, sarebbe un convegno bellissimo ma fasullo, perché l’anno prima Albert Einstein ha pubblicato la sua teoria della relatività ristretta dimostrando che Newton ha torto, cosa che dimostrerà ancor meglio nel 1915 con la pubblicazione della teoria della relatività generale. Ecco, parlare di traduzioni non è come parlare della Gravità, ma ciò non toglie che non invitare i sostenitori di una teoria opposta alla propria consenta sì di difendere la propria teoria, ma a prescindere dalla sua verità, impedendo dunque il progresso scientifico.

Vero è che nel dicembre dello scorso anno a Macerata al nostro convegno universitario noi non invitammo Fatica, ma con due buone ragioni: a livello tematico il nostro desiderio era parlare di Tolkien in generale, dunque erano gli ospiti a decidere di cosa parlare e non è stato loro richiesto di attenersi a un tema molto specifico, come in questo caso. Il tema delle traduzioni, dunque, richiedeva per necessità almeno la presenza di Vittoria Alliata quando non anche di un traduttore che si sia occupato di criticare la traduzione di Fatica da un punto di vista tecnico. In seconda battuta, a livello morale abbiamo scelto di dare spazio a coloro ai quali in quel momento non era stato concesso nel merito della nuova operazione editoriale, vale a dire Vittoria Alliata e i critici della traduzione di Fatica, la sola versione del testo di Tolkien che conosceva e conosce sostegno e promozione da parte di AIST.

Per questo motivo noi scegliamo e continueremo a scegliere di stare dalla parte delle persone che non vengono ascoltate ed il cui parere pare non contare agli occhi dei curatori della nuova traduzione de Il Signore degli Anelli e delle stesse case editrici che chiamano solo questi ultimi a collaborare. Perché, per quanto tenteranno di monopolizzare la cultura tolkieniana in Italia, non potranno mai toglierci la libertà di dissentire. Questo è il motivo per cui proponiamo sempre di leggere i testi in lingua originale ed il senso per cui sulla nostra webradio abbiamo indetto un corso di lettura di Tolkien in inglese: il “vero” Tolkien si incontra solo così, e non visto attraverso gli occhi di qualcun altro che, magari, tende anche a distorcere tanto l’immagine da farla apparire a tratti burlesca, e a tratti mostruosa.

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