Serie TV, cosa rivela la mappa di Amazon

Non c’è solo il film biografico su J.R.R. Tolkien a tenere banco tra gli appassionati, in questo periodo: si è messa in moto a grandi passi anche la macchina organizzativa per la serie TV a stagioni su Amazon. Proprio da quest’ultima sono arrivati gli spunti più interessanti della settimana.

La campagna virale LOTRonPrime, finalizzata a convergere l’attenzione del grande pubblico sulla serie TV tratta dall’opera prima tolkieniana, è ufficialmente iniziata con l’apertura degli account Facebook e Twitter. Come molti hanno già avuto modo di constatare, la prima mossa è consistita nella pubblicazione di una mappa – che, rispetto a quelle già note dalle pubblicazioni preesistenti, contiene un paio di novità di rilievo. Per comprenderne meglio le implicazioni anche noi ci siamo dovuti sobbarcare qualche giornata di ricerche qua e là, oltre a un indispensabile monitoraggio delle utenze social rilevanti del mondo tolkieniano online.

“I wisely started with a map”, scriveva il Professore (“Ho iniziato saggiamente da una mappa”). Prime ne ha seguito, altrettanto saggiamente e scaltramente, le orme.  Di seguito il tweet che, al pari del post su Facebook, ha avviato la caccia agli indizi: da tempo infatti si susseguivano speculazioni su speculazioni riguardo al possibile scenario in cui si sarebbero snodate le puntate di ciascuna stagione della serie.

Chiunque abbia un minimo di confidenza con la classica mappa allegata a Il Signore degli Anelli noterà subito, oltre alla totale assenza di nomi o altre indicazioni testuali, che vi sono un paio di elementi in più – per tutti gli altri, oltre che per comodità, ci siamo permessi di evidenziarli come nell’ingrandimento di seguito:

Ricapitolando, si tratta di:

  • una misteriosa catena montuosa, nel riquadro sulla destra, preceduta a occidente da due fiumi confluenti e da una regione boscosa, in una zona orientale che nella mappa precedentemente nota non era inclusa;
  • una altrettanto misteriosa rosa dei venti, nel riquadro in basso a sinistra, con alcuni caratteri “enigmatici” ai quattro punti cardinali.

Entrambi questi “indizi”, il primo solo dopo un’attenta analisi ma il secondo forse in maniera più chiara, rimandano ad un’opera che per lungo tempo è rimasta celebre tra gli appassionati come la risorsa cartografica per eccellenza sulla Terra di Mezzo: parliamo ovviamente dell’Atlante della Terra di Mezzo (The Atlas of Middle-earth), di Karen Wynn Fonstad. Il che parrebbe un buon auspicio: tanti sono stati i sospetti di “contaminazione” della storia originale con elementi rispondenti a logiche di sceneggiatura o altro, che sin qui hanno serpeggiato nell’ambiente dei cultori delle opere di Tolkien, da indurre almeno qualche diffidenza. La mappa invece parrebbe mostrare che quanto meno vi è stata un’attenzione puntuale ad almeno una delle fonti che, pur con i suoi noti limiti, continua ad essere un riferimento riconosciuto nell’ambiente.

Ecco che cosa siamo riusciti a “scoprire” da parte nostra.

La catena montuosa e le regioni orientali

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Gli Orocarni nella raffigurazione presente nell’Atlante della Fonstad.

Sebbene non a colpo d’occhio, almeno con un po’ di logica, di memoria e di “occhio critico” non è stato complesso individuare la zona i cui profili sono stati tracciati a oriente, sul lato destro della mappa. Si tratta infatti della catena montuosa degli Orocarni: tale formazione orografica, che a detta di Tolkien stesso ha origini antichissime, ha un nome traducibile in Monti Rossi e i suoi picchi sarebbero stati eretti dai Valar nelle remote regioni nordorientali della Terra di Mezzo in seguito alla distruzione delle Due Lampade da parte di Morgoth (così in The Shaping of Middle-earth, cap V, Ambarkanta). Sulle loro pendici occidentali vi era un’estesa zona boscosa: da una grande cascata incastonata tra esse partiva un fiume che in tempi antichissimi sfociava nel Mare interno di Helcar, che lambiva la baia di Cuiviénen dove secondo le cronache del Silmarillion si svegliarono i primi Elfi. A settentrione la catena degli Orocarni s’incurvava sino a giungere in prossimità degli Ered Engrin, i Colli Ferrosi noti per l’insediamento dei Nani che ivi si era stabilito, in modo speculare a quanto faceva l’altra catena degli Ered Luin nell’estremo nord-ovest.

Come si vede nell’immagine qui sopra, la somiglianza con la “versione LOTRonPrime” salta all’occhio, sebbene in quest’ultima proporzioni ed estensioni siano state alquanto rimodulate. Non paiono però esservi dubbi sul fatto che si tratti della stessa zona.

Questa scelta apre a un ventaglio di possibili orizzonti scenografici ancora piuttosto ampio. La raffigurazione dei luoghi è di fatto analoga a quella delle mappe della Terza Era, almeno per le parti già note in precedenza: questo ci dice che, nonostante nel testo del tweet che ha lanciato la mappa si citi il verso dei Tre Anelli elfici, è arduo che le vicende si rifacciano proprio alla loro forgiatura – a meno che non verranno rilasciate ulteriori mappe in seguito, che facciano presagire dei “flashback” o un’estensione temporale molto più ampia… In quelle zone è noto che si recarono anche gli Stregoni Blu, Alatar e Pallando, in aperta “diserzione” dall’incarico loro affidato dai Valar in seno alla guerra contro Sauron. Ma a oriente, non è specificato se proprio tra le alture degli Orocarni o altrove, si erano insediati anche quattro clan dei Nani dei sette totali: gli Ironfists o Pugniferro, gli Stiffbeards o Barbedure, i Blacklocks o Nerechiavi e gli Stonefoots o Piediroccia. Ma tutto ciò che si sa in merito ai luoghi che avevano eletto a loro dimora è che, come riporta The Peoples of Middle-earth nel capitolo Of Dwarves and Men, la distanza tra i loro i luoghi in cui vivevano e le Mountagne Nebbiose, con particolare riferimento a Gundabad, era altrettanto ampia se non maggiore della distanza tra lo stesso Gundabad e i Monti Azzurri ad Occidente. Venendo a tempi più recenti, con riferimento alla cronologia degli anni della Guerra dell’Anello, si sa solo che Aragorn ebbe a recarsi in quei luoghi ma senza alcun dettaglio in merito a dove andò di preciso e a quali eventi prese parte. Questo potrebbe essere dunque un indizio che almeno parte del girato riguarderà le avventure di un giovane ramingo, delle quali peraltro nulla è trapelato dalle cronache tolkieniane genuine. Ma, come si nota, le possibilità in gioco sono ancora talmente tante che non possiamo fare altro che abbandonarci a prospettive, ipotesi e (fino ad un certo punto) legittimi desideri.

Va infine ricordato che la Fonstad, nelle sue pur suggestive descrizioni dei territori di Arda, rielaborò in certa misura note cartografiche di Tolkien che per lo più si fanno risalire agli anni ’20 del secolo scorso, quindi senza troppe garanzie che nella mente del Professore non siano incorse revisioni successive – peraltro non documentate altrove.

La rosa dei venti e i suoi strani caratteri

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Dettaglio della Rosa dei Venti con le rune, in versione “Prime”.

A puntare l’attenzione sulla rosa dei venti è stato invece per primo Shaun Gunner, presidente della Tolkien Society, il quale aveva notato che ai quattro vertici compaiono dei caratteri inconfondibilmente runici il cui “valore” pareva diverso da quello che ci si sarebbe attesi nelle rispettive posizioni. Di lì è partito un lungo confronto con Marcel Aubron-Bulles, già fondatore della Deutsches Tolkien Gesellschaft e oggi curatore del blog TheTolkienist, dal quale è emersa la ricostruzione che segue.

Per risolvere il mistero dei caratteri Cirth qui riportati la fonte di riferimento è stata, ancora una volta, l’atlante della Fonstad, ma stavolta in accoppiata con Il Signore degli Anelli. Come emerso dalla discussione riassunta in questo articolo, tutto nasce da un errore di consultazione, commesso dalla Fonstad, che aveva interpretato erroneamente un trafiletto nell’Appendice E relativo alle Tengwar ma da lei attribuito alle Certas:

I nomi delle lettere più correnti ed usate erano 17 n, 33 hy, 25 r, 9 f: númen, hyarmen, rómen, formen = ovest, sud, est, nord (vedi Sindarin dûn o annûn, harad, rhûn o amrûn, forod). Queste lettere di solito indicavano i punti cardinali anche nei linguaggi che adoperavano termini molto diversi. Nei paesi occidentali venivano elencati nell’ordine seguente: O, S, E, N; hyarmen e formen significavano precisamente regione situata a sinistra e regione situata a destra (con una collocazione opposta a quella esistente nella maggior parte degli idiomi degli Uomini) [J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Appendice E].

page1252image59370048 Tra l’altro, quella nota è stata pure erronea e corretta solo nel 2005: infatti il carattere per la f in realtà è il 10. Ma anche così, ovviamente, la disposizione non torna. La cosa curiosa è che, prima d’ora, apparentemente nessuno si era mai accorto che l’autrice avesse adoperato l’indice delle tengwar per identificare le cirth… L’unica cosa che era emersa è che, stando alla tabella di questi ultimi caratteri, i rispettivi “valori” in realtà sarebbero 17 = “nj”,  25 = “khw”, 33 = “ng” e 9 = “d”. La sequenza corretta dipende dal tipo di notazione che si intende adottare, poiché alcune cirth avevano valori differenti a seconda che fossero in uso presso gli Elfi o presso i Nani. Rimanderemo l’analisi finale agli specialisti del settore.
Per ora basterà concludere ricapitolando com’è andata: la Fonstad ha messo in copertina del suo atlante (in tempi successivi) due versioni della rosa dei venti con le rune non corrette e anche in seguito altri autori, tra cui i grafici di Amazon, hanno continuato a prendere spunto da quella.
Quanto meno, ora vi è la possibilità di porre mano anche a questa discrepanza!
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