Tolkien evangelizzatore /3

 

Abbiamo quindi discusso e sottolineato la centralità dei legami della narrativa al “senso religioso” in uno scopo di evangelizzazione dei lettori; ma da un punto di vista puramente estetico il legendarium nel suo complesso ha un ruolo evangelizzatore? In tutto ciò dove sono gli Elfi e i loro linguaggi origine dello sviluppo del ‘Silmarillion’? Tolkien, per l’appunto, ha affermato che il cuore del suo legendarium sono i nomi9 e i linguaggi10 ed è proprio dalle lingue elfiche che ha poi sviluppato la sua intera mitologia. Il valore estetico e filologico dei linguaggi è senz’altro il cuore pulsante dell’opera di Tolkien e tutte le parti della mitologia tolkieniana (tra cui la storia di The Lord of the Rings) sono imprescindibili da esso:

«Io trovo la creazione dei linguaggi e la relazione tra di essi un piacere estetico in sé, a prescindere da Il Signore degli Anelli che era ed è tuttora una creazione dipendente da questi»11

L’estetica linguistica tolkieniana, origine e centro del legendarium, ha a che fare con la base cristiana del legendarium stesso?

La creazione e sviluppo dei linguaggi da parte degli Elfi sono slegati dalla base teologica del disegno del Creatore Eru Ilúvatar nel ‘Silmarillion’ oppure no? Christopher Tolkien, figlio terzogenito di J.R.R., afferma che le lingue elfiche sono state concepite fin dalle primissime origini dal padre in un percorso e in un divenire storico12: quindi la loro essenza profonda è sicuramente inscindibile dal legendarium, dalla sua base teologica e dal disegno ‘storico’ di Ilúvatar. Gli Elfi stessi, i veri protagonisti del ‘Silmarillion’, sono chiamati Figli di Ilúvatar13 ed è Ilúvatar a crearli già in grado di concepire le parole14: quindi il loro impeto subcreativo15, l’arte di pensare il linguaggio, trova origine nella loro stessa natura per come Dio l’ha concepita. Le favelle degli Elfi sono armoniose: sono state pensate da Tolkien secondo dei canoni di piacere estetico-linguistico a lui convenzionali e originariamente basati su linguaggi come il Finnico e il Gallese16 (lingue di cui Tolkien amava molto le sonorità). Pertanto, nella storia interna al legendarium, secondo l’idea di Eru Ilúvatar gli Elfi, i Quendi (plurale di quendë che in Quenya significa “uno che parla17), sono le creature filologiche per eccellenza capaci di sviluppare, insieme alle altre arti, favelle esteticamente piacevoli all’udito. Alla bellezza e armoniosità degli Elfi si contrappone la deformità e la malvagità degli Orchi nutriti da Melkor, il Vala Corrotto. Nel Silmarillion viene detto che tale razza fu generata dalla corruzione proprio di alcuni dei Quendi catturati e imprigionati da Melkor18; in altre fonti precedenti viene detto che gli Orchi furono creati da Melkor come immagine storpiata degli Elfi19. Ad ogni modo in tutte queste versioni (in particolare per avere un quadro più approfondito delle idee maturate negli ultimi sviluppi sul legendarium si vedano i testi realizzati da Tolkien dopo la pubblicazione di The Lord of the Rings20) l’idea sostanziale che emerge è quindi che Melkor non può concepire delle creature libere come sono i Figli di Ilúvatar:

«One point only is certain: Melkor could not ‘create’ living ‘creatures’ of indipendent wills»21
 

 


9 «I always in writing start with a name. Give me a name and it produces a story, not the other way about normally» – Intervista con Dennis Gerrolt, programma BBC Radio 4 “Now Read On” (gennaio 1971)

10 «The invention of languages is the foundation. The ‘stories’ were made rather to provide a world for the languages than the reverse.» – Carpenter, H. (1981). The Letters of J.R.R. Tolkien (Kindle 2012 ed.), letter n°165, pag.219

11Citazione dal n°17 di Parma Eldalamberon a pag.61 riportata nel libro Comastri, G. (2016). Le Lingue degli Elfi della Terra di Mezzo: Storia e Sviluppo delle Lingue Elfiche di Arda – Vol. I. L’Arco e la Corte, pag.34 12«Quelle lingue furono concepite, senz’altro, fin dalle primissime origini in un percorso profondamente ‘storico’… Ogni elemento nei linguaggi, ogni elemento in ciascuna parola, è in principio storicamente ‘esplicabile’ – così sono gli elementi nelle lingue che non sono ‘inventati’ – e le successive fasi della loro intricata evoluzione furono la delizia del loro creatore… Egli immaginò le lingue non come ‘pure strutture’, senza un ‘prima’ e ‘dopo’, bensì come un divenire nel tempo» – Comastri, G. (2016). Le Lingue degli Elfi della Terra di Mezzo: Storia e Sviluppo delle Lingue Elfiche di Arda – Vol. I. L’Arco e la Corte, pag.35. La citazione è presa e tradotta da pag.341 del volume V The Lost Road and Other Writings della History of Middle-earth curata da Christopher Tolkien

13 «[…] the Children of the Earth awoke, the Firstborn of Ilúvatar. By the starlit mere of Cuiviénen, Water of Awakening, they rose from the sleep of Ilúvatar; and while they dwelt yet silent by Cuiviénen their eyes beheld first of all things the stars of heaven» – Tolkien, J. (1977). The Silmarillion (1999 ed.). George Allen&Unwin, chapter 3 ‘Of The Coming of the Elves and the Captivity of Melkor’, pag.45

14 In alcuni sviluppi del legendarium gli Elfi imparavano il linguaggio dal Vala Oromë: vedi i testi di The Lhammas (scritti da Tolkien negli anni ’30) nel volume V The Lost Road and Other Writings della History of Middle-earth curata da Christopher Tolkien. Nel Silmarillion (che, quando possible, si basa sui testi più tardi della vita di J.R.R. Tolkien) invece si legge: «Themselves they named the Quendi, signifying those that speak with voices; for as yet they had met no other living things that spoke or sang» – Tolkien, J. (1977). The Silmarillion (1999 ed.). George Allen&Unwin, chapter 3 ‘Of The Coming of the Elves and the Captivity of Melkor’, pag.45 

15 «The Elves represent, as it were, the artistic, aesthetic, and purely scientific aspects of the Humane nature […] They also possess a ‘subcreational’ or artistic faculty of great excellence» – Carpenter, H. (1981). The Letters of J.R.R. Tolkien (Kindle 2012 ed.), letter n°181, pag.236

16 Si veda « powerfully individual phonetic aesthetic: Welsh, Finnish, and the remnants of fourth-century Gothic» (Carpenter, H. (1981). The Letters of J.R.R. Tolkien (Kindle 2012 ed.), letter n°257, pag.345). In riferimento al Quenya: «Actually it might be said to be composed on a Latin basis with two other (main) ingredients that happen to give me ‘phonaesthetic’ pleasure: Finnish and Greek. It is however less consonantal than any of the three. This language is High-elven or in its own terms Quenya (Elvish)» (Carpenter, H. (1981). The Letters of J.R.R. Tolkien (Kindle 2012 ed.), letter n°144, pag.176). In riferimento al Sindarin: «This is derived from an origin common to it and Quenya; but the changes have been deliberately devised to give it a linguistic character very like (though not identical with) British-Welsh» (Carpenter, H. (1981). The Letters of J.R.R. Tolkien (Kindle 2012 ed.), letter n°144, pag.176)

17 «Quendi, signifying those that speak with voices » – Tolkien, J. (1977). The Silmarillion (1999 ed.). George Allen&Unwin, chapter 3 ‘Of The Coming of the Elves and the Captivity of Melkor’, pag.45

18 «Yet this is held true by the wise of Eressëa, that all those of the Quendi who came into the hands of Melkor, ere Utumno was broken, were put there in prison, and by slow arts of cruelty were corrupted and enslaved; and thus did Melkor breed the hideous race of the Orcs in envy and mockery of the Elves, of whom they were afterwards the bittest foes.» – Tolkien, J. (1977). The Silmarillion (1999 ed.). George Allen&Unwin, chapter 3 ‘Of The Coming of the Elves and the Captivity of Melkor’, pag.47

19 Si veda per esempio il testo del Quenta Silmarillion (scritto da Tolkien negli anni ’30) e in particolare pag.233 del volume V The Lost Road and Other Writings della History of Middle-earth curata da Christopher Tolkien

20 Si veda Part Five: Myths Transformed da pag.369 del volume X Morgoth’s Ring della History of Middle-earth curata da Christopher Tolkien ove sono raccolti scritti di Tolkien databili attorno alla fine degli anni ‘50

21 Nota di un testo (riguardante gli orchi scritto da Tolkien a matita e senza alcuna indicazione di data) riportata a pag.413 del volume X Morgoth’s Ring della History of Middle-earth curata da Christopher Tolkien. A corroborare questo concetto vedi la lettera n°153 (scritta nel 1954) in Carpenter, H. (1981). The Letters of J.R.R. Tolkien (Kindle 2012 ed.), pag.190